[VIDEO] Chico forti: successo diplomatico o premio servitÚ?
Dopo l’annuncio in pompa magna della Meloni sul rimpatrio di Chico Forti si addensano dubbi e perplessità.
Dopo l’annuncio in pompa magna della Meloni sul rimpatrio di Chico Forti si addensano dubbi e perplessità.
La settimana che si chiude ha visto la disfatta dell’esercito ucraino a Avdeevka, città strategica sia dal punto di vista militare che simbolico. Un colpo durissimo per la Nato. Ma l’attenzione dei media è tutta concentrata sulla strana e improvvisa morte di Navalny- Chi era davvero l’oppositore tanto amato dall’occidente e perché era in carcere? Poi il medio oriente, con Biden che arma Israele mentre finge di chiedere un cessate il fuoco. Infine le lettere avvelenate mandate nei palazzi delle istituzioni a Bruxelles, cosa c’è dietro?
Dopo la morte di Navalny è iniziato il processo di beatificazione mediatica, la voce libera che soccombe al dittatore. La solita infantile narrazione che dopo due anni ancora non riesce a concepire che le guerre non sono fatte di buoni e cattivi, ma solo di cattivi e che mai come per la questione ucraina, i buoni non si riescono a individuare tra i protagonisti in gioco.
Le rivolte dei trattori che stanno attenzionando, preoccupando, esplose con rabbia adesso sono come sempre l’ultimo capitolo, l’ultimo episodio di un quadro molto più radicato. Una protesta che dalla Germania si è espansa a macchia d’olio in tutta europa.
Fu un ufficiale militare ucraino a coordinare l’attacco al gasdotto Nord Stream. Lo riferiscono fonti informate al Washington Post secondo le quali Roman Chervinsky, un colonnello delle forze per le operazioni speciali di Kiev, fu parte integrante dell’operazione di sabotaggio dell’oleodotto.