[VIDEO] Protesta dei trattori: il risultato del disastro in Ucraina

Spiegato semplice

C’è un grande casino in Europa perché i contadini con i loro trattori stanno facendosacco di proteste. Sono arrabbiati perché l’Europa ha fatto delle regole nuove che rendono più difficile e costoso per loro coltivare la terra e vendere i loro prodotti. Queste regole fanno parte di un piano per aiutare l’ambiente, ma i contadini dicono che è troppo e che non riescono a stare dietro a tutte queste richieste.

Inoltre, c’è un problema ancora più grosso che ha a che fare con lain Ucraina. L’Europa sta mandando un sacco di aiuti all’Ucraina, comprese le armi, e questo sta creando problemi anche per chi coltiva la terra. Per esempio, c’è stato un casino con il grano che viene dall’Ucraina, che ora costa meno e questo fa arrabbiare i contadini inperché non riescono a competere con questi prezzi bassi.

Le proteste sono iniziate in Germania e poi si sono diffuse in altri paesi come lae l’Italia. I contadini vogliono che l’Europa cambi queste regole e li aiuti di più. Tutti questi problemi sono complicati e ci sono molte persone che cercano di capire come risolverli.

Fine spiegato semplice.

Le rivolte dei trattori che stanno attenzionando, preoccupando, esplose con rabbia adesso sono come sempre l’ultimo capitolo, l’ultimo episodio di un quadro molto più radicato. Una protesta che dalla Germania si è espansa a macchia d’olio in tutta europa.
Al centro della loro rabbia sembra esserci il filo conduttore della pac.
Cioè la politica agricola comune cioè quella politica europea che proibisce l’utilizzo di prodottiche portano a un innalzamento dei costi di produzione, la conversionedel 25 per cento deiin terreni biologici entro il 2030, l’introduzione suldi quei prodotti che minacciano come dice la Coldiretti il made in Italy.insomma la roba Green.
Tutte ragioni serissime, ma che ahimè sono solo la punta dell’iceberg.
Le vere cause di questo disastro nel settore agricolo e nell’economia europea devono essere ricercate piuttosto nelle conseguenze delle politiche disastrose dell’europa nei confronti della guerra in ucraina.
gli agricoltori non sono in protesta da ora ma già da aprile del 2023.
Dalle tensioni per il grano ucraino fino al default tedesco analizzeremo tutti i motivi per cui alla base di questi scompensi ci siano i continuidi armamenti ed economici all’Ucraina, e come lastia cercando di buttare in caciara la questione, cercando di piantare bandierine sulleal solo scopo di sedarle con grande trionfo in virtù delle europee. e mentre a Bruxelles le proteste si infuocano, dentro ai palazzi nuovi aiuti di 50 miliardi all’ucraina vengono stabiliti.
un disastro spacciato per grande successo, in un continuo svenamento che non farà altro che peggiorare.

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Trascrizione del video

Questo video me l’avete chiesto in tanti, nei commenti, nei messaggi privati mi avete chiesto di spiegarvi che cosa sono queste rivolte dei trattori, da dove partono, cosa chiedono gli agricoltori e infine che cosa ne penso. Io ricevo spesso messaggi di persone che mi chiedono un’opinione su determinati argomenti ma mai come questa volta e questo per me è un segnale, un segnale del fatto che non è che ci avete grande fiducia di come quest’argomento venga trattato dalla stampa, dai giornali, insomma che avete un po’ la percezione che così come lo stanno trattando beh non ve la stanno cantando giusta e infatti fate bene, io mi sono presa del tempo per studiarlo e per studiarlo quest’argomento ho dovuto leggere, approfondire e ascoltare e così emerge la tematica dell’accelerazioneeuropea, i limiti del mercato globale e ahimè ho dovuto pure ascoltare gente che li ha definiticol trattore, Geopizzi, mezzo milione di follower, che sentisse di nazisti col trattore, vabbè, De Gusti Bussi, insomma non dovute sentite cazzate, si si l’ho detto, cazzate, fermi tutti, non vi scaldate, le proteste sono serie, serissime e gli agricoltori hanno ragione, punto, poi sapete benissimo che cosa ne penso dei deliri green europei, quelle follie tipo la farina de grillo, lae compagnia cantanti, ma il vero motivo alla base di queste turbulence europee, no, non è questa roba qua, il motivo è sempre e solo uno, ci stiamo prendendo in faccia la trambata delle conseguenze della guerra in Ucraina, oh pappo lo sei fissato, si si e se volete ve lo spiego pure perché so fissata, e come spesso accade per movimenti che nascono con tutte le ragioni, accade anche che la politica cerchi di buttare in bacca, in seno all’ideologia anche la più sacrosanta delle proteste, fino a confondere il vero motivo dell’origine dei problemi, e spesso a tal punto che perfino chi il problema lo solleva ne viene completamente sviato, finisce col confondere il vero problema, il suo malgrado anche col venire strumentalizzato, insomma l’accelerazione green, i limiti del mercato globale sono problemi che indubbiamente ci sono, ma sono anche i problemi a cui fa molto comoda la politica che ci si focalizzi sopra, il non detto, quello vero, quello che alla politica fa molto comodo sviare, è proprio quello ucraino, e adesso ve lo spiego, ma mettetevi comodi perché sarà unun po’ lungo e un po’ complicatello, in un percorso che dapassa per il mal baltico e arriva fino a noi, che culo eh, ma ovviamente per cominciare dobbiamo proprio partire dalle proteste, le proteste dei trattori che stanno attenzionando, preoccupando e che sono esplose con rabbia adesso, sono in realtà l’ultimo capitolo, l’ultimo episodio di un quadro molto più radicato, io so che in questi anni ormai ci hanno abituato a raccontarci sempre l’ultimo frame delle storie, ma le storie ci hanno sempre in antefatto, in questi giorni di proteste li abbiamo visti rovesciare prodotti, li abbiamo visti sfilare in marcia nelle capitali, bloccare i caselli autostradali, lanciare balle di fieno come in Francia nelle sedi ministeriali, fino a vederli a Bruxelles, davanti alla sede delEuropeo bruciare copertoni e letame, col Parlamento Europeo che si è circondato da filo spinato, il che è già sentore di quanto la gente gli voglia bene all’Europa, ma chi sono e che cosa vogliono questi delle proteste dei trattori? Sono ovviamente contadini esasperati, esasperati nei confronti delle deliranti politiche europee, chiedono che l’Europa dia un freno ai suoi deliri green, lamentano di non essere pagati abbastanza e sono costretti a seguire regole troppo stringenti in materia die denunciano ritardi nei pagamenti dei sussidi da parte dell’Unione Europea. Insomma, al centro della loro rabbia sembra esserci il filo conduttore della PAC, ovvero lacomune, cioè quella politica agricola europea che impedisce, che so, l’utilizzo di fertilizzanti, un conseguente innalzamento dei costi di produzione che levate proprio, o ad esempio che impone la conversione del 25% dei terreni agricoli in terreni biologici entro il 2030, oltre che l’introduzione sul mercato di tutti quei prodotti che così come dice la Coldiretti per quanto riguarda noi, minacciano il nostro Made in Italy. Insomma, andando a stregne, tutta roba green. Tutte ragioni serissime, intendiamoci, ma che purtroppo sono soltanto la punta dell’iceberg. Mettiamola così, la situazione è più o meno questa, immaginate portare a sue spalle il fardello di una tonnellata di mattoni. Sotto sto peso c’avete la schiena scassata e il ginocchio che vi tremano, ma non si sa per quale miracoloso motivo continuate a camminare con questa tonnellata sulla schiena. Poi qualcuno arriva e a quella pila di mattoni ti aggiunge un sassetto. Il sassetto è il punto di non ritorno, tu caschi a faccia avanti, ti frantumi tutto. E da fuori c’è qualcuno che ti dice, oh che peccato stavi andando così bene, è il sassetto che ti ha fatto cascà. Ecco, le politiche green contro cui l’agricoltore giustamente si incazza, sono proprio quel sassetto su una pila di mattoni molto più grande che forse sfugge agli agricoltori stessi. Insomma, una roba del tipo, guarda il dito che io manco tasto a indicare la luna, perché lasta proprio da un’altra parte. E sta miopia torna molto comoda alla politica che può buttarla sull’ideologia e nascondere le responsabilità che ha avuto e che continua ad avere. Per capire l’origine di questo fenomeno che colpisce l’agricoltura europea bisogna studiarlo il fenomeno cartina geografica alla mano. Per capirli bene i fenomeni bisogna sempre partire dalle mappe. Ed è proprio guardando la carta geografica che uno si accorge subito che non a caso cadono le foglie di Lorien e che queste proteste esplodono in Germania, divampano in Francia, arrivano in Polonia,e anche qui da noi. E’ già solo guardando chi sono le dirette interessate se capisce che il filo conduttore non è il Green, almeno non del tutto, ma è l’Ucraina. Il settore agricole infatti non è improvvisamente intumulto da un mese. Ma avvisagli di tutto questo. Erano già avvenute a partire dall’aprile del 2023. E c’è sempre il discorso che per raccontare storie si parte dall’antefatti, non dall’ultimo frame. Ed è già ad aprile 2023 che Polonia, Ungheria, Slovacchia,e Romania erano scese con i trattori in protesta. Eh ma quello era un periodo troppo particolare, soprattutto per il giornalismo. Era il periodo dell’annuncio della grande controffensiva. I giornali erano troppo impegnati a masturbarsi sul come, il quando e il perché, già in libido e estasi dell’imminente vittoria. Insomma erano troppo distratti per approfondire il fatto che qualcosa delle politiche europee condotte nei confronti dell’Ucraina stava già cominciando a scricchiolare non poco. Che quegli agricoltori già ad aprile sono in protesta per un motivo specifico che è ilucraino. E come sempre per capire i motivi anche di quelle proteste d’aprile dobbiamo fare un passetto ancora più indietro. Vi ricordate dei famosi accordi del grano che Erdogan era riuscito a portare a casa dopo aver fatto la pallina da ping pong e ripetuti incontri e contatti con Putin? Ecco, subito dopo lo scoppio delin Ucraina una delle grandi preoccupazioni europee era proprio l’approvvigionamento di grano. L’Ucraina è il granaio d’Europa. L’Europa è il principale mercato dell’export ucraino e l’Italia in particolare uno dei maggiori acquirenti. Si ventilava il rischio che a seguito delle scelte europee di lanciarsi subito in condanne econtro lasenza perderci manco un attimo per pensarci, una delle conseguenze poteva essere che la Russia decidesse di bloccare nelle navi cariche di grano per i rifornimenti europei, creandoci quindi dei danni pesantissimi. Ed Erdogan si era proposto come mediatore. Aveva proprio detto tranquilli mo ce parlo io con l’amico mio. E così era riuscito a portare a casa questo traguardo che di fatto ci salvava tutti. Noi ai tempi abbiamo festeggiato e non poco, ma da stronzi siccome solo noisappiamo fare. La roba del tipo ah ah ah non vedi sto faggiano noi gli diamo del criminale, gli diamo del macellaio, gli mettiamo le sanzioni ma questo il grano ce lo fa arrivare comunque sto babbeo. E siccome siamo proprio stupidi nel DNA, nonostante quello in cambio del grano ci avesse chiesto di allentare le sanzioni noi invece avevamo continuato. Abbiamo continuato a dargli del criminale, a dargli del macellaio, abbiamo pure inasprito le sanzioni. Volete la pace o il condizionatore? Ve ricordate? Eh ma quello perché se sentivamo coglionamenti onnipotenti. D’altronde eravamo pure convinti che sta guerra la perdeva nel giro dei tre giorni quindi che vodica fa. Fino a che vedendo che noi ai patti non ce stavamo e le sanzioni anziché allentarle le inasprivamo quello a un certo punto si è fatto rode. E quindi ha detto sapete che c’è? Io gli accordi non li rinnovo e voi il grano ve lo scordate. E noi lì abbiamo trasecolato come sarà stato possibile non ce lo aspettavamo proprio. E quindi e mo come fa? Mo dio come fa? Mo a un certo punto lac’ha l’idea. L’idea la Germania la trova pure perché Kiev diciamocelo non è mai saputa star particolarmente al posto suo quindi faceva parecchie pressioni. E così furbi noi anziché usare la diplomazia decidiamo di far entrare in Europa il grano via terra tramite linea ferroviaria. E così il grano ucraino torna a circolare in Europa. Ma a differenza della catena del Mar Nero che dall’Ucraina trasporta il grano in Europa e lo fa arrivare poi anche all’Africa ai paesi del terzo mondo lì dove ce n’è veramente bisogno questo grano che passa per linea ferroviaria arriva in Europa e resta in Europa. E se ve domandate perché Putin a un certo punto decise di dare il grano gratis all’Africa non è soltanto per il carisma politico ma anche per questo motivo qui. L’Europa così si ritrova stracarica del grano che rimane qui e non viene ridistribuito. E quando tu una risorsa ce l’hai da buttare beh il prezzo di mercato diventa bassissimo. Per di più questa linea ferroviaria della solidarietà con Kiev aveva eliminato dall’Ucraina qualunque dazio sul grano. Perché la solidarietà europea era anche fare in modo che le casse ucraine fossero ben rifornite soprattutto in previsione della controffensiva. Quindi da un lato inviavamo le armi dall’altro eliminavamo i dazi per Kiev e nel frattempo si caricavamo del loro grano. Un grano che poi veniva venduto a prezzi ridicoli. Prezzi chiaramente non concorrenziali per gli agricoltori produttori europei. Quando dalla Polonia e dall’Ungheria si comincia a capire che gli aiuti a Kiev stanno diventando troppi tanto da mettere inla produttività ecco che i trattori ad aprile scendono in protesta. La Polonia nonostante sia stata da sempre una delle più grandi sostenitrici di Kiev si accorge quasi da subito che questa amicizia sta entrando in conflitto di interessi. E se vi ricordate quando decise di smettere di inviareall’Ucraina è proprio perché c’era in corso una guerra del grano tra alleate. In effetti l’annuncio dello stop alla rifornitura di armi da parte di una delle maggiori alleate di Kiev lasciò tutti un po’ interdetti. La maggior parte delle armi destinate a Kiev passavano tra l’altro proprio attraverso la Polonia. La Polonia ospitava rifugiati ucraini perciò era una crisi che andava sedata e prima di subito e questa tensione non era in realtà solo circoscritta all’ambito commerciale. Il presidente polacco Duda aveva infatti fatto il paragone dell’Ucraina come una persona che affoga e annaspando porta a fondo anche il suo soccorritore. Un chiaro segnale che le cose non stavano andando proprio benissimo e lo sapevano praticamente tutti. Ma in quel momento c’era una propaganda da portare avanti e una controoffensiva da vendere all’opinione pubblica. E se perfino uno degli alleati più altransisti dell’Ucraina inizia a vacillare sul piano bellico e comincia a sganciarsi perché teme ripercussioni dei propri mercati? Beh sarebbeil segnale che in Europa qualcosa cominciava a sfaldarsi e questo ovviamente non poteva essere. Così l’Europa decise di intervenire a modo suo. Stabilisce delle restrizioni ad hoc per gli stati coinvolti dalle proteste agricole. In sintesi, Jedar Contentino stabilisce che per quelle nazioni il grano ucraino sarebbe transitato ma senza possibilità di essere venduto. Stanzia 100 milioni di euro di aiuti d’emergenza più 53,6 che aveva già stanziato precedentemente per gli agricoltori. Con questo regime speciale ottiene che gli agricoltori passano dall’essere incazzati all’accontentarsi di salire sui trattori e tornarsene a casa. Come mettere il cerotto su un tumore insomma. I dazi Kiev continuano a non pagarli, continuano ad essere mandate armi. Bisogna in qualche modo tenere buoni gli agricoltori. Insomma sto sostegno all’Ucraina, all’Europa comincia a costarglie sempre di più. La coperta se sa è troppo corta. La puoi tirare come ti pare ma alla fine i piedi te li scopre sempre. Sto sostegno all’Europa gli costa tantissimo ma costa soprattutto alla Germania. Sarà una casualità che stiamo a parlare degli stessi stati interessati dalle proteste di oggi. La Germania che da un lato finanzia la guerra in Ucraina a suon di soldoni e dall’altra spinge non poco verso la transizione verde. Risultato? Un buco ma che dico una voragine nei conti tedeschi. 60 miliardi di euro di cratere. Siccome le finanze sono come un salvadanaio significa che i sordi da una parte li cacci e da un’altra parte ci devi rientrare. Indovinate Scholz come ha deciso di farli quadrare sti conti? Tagliando e tagliando ancora proprio dal settore agricolo. Perché chi meglio di un agricoltore sandoglie e finisce il cetriolo all’ortolano? In questo massacro economico per finanziare lala botta sull’egengiva alla Germania gli arriva coldel Nord Stream. Il ruolo centrale che la Merkel aveva ricavato in Europa proprio alla Germania con ilsalta. La risorsa energetica più importante per l’Europa viene sabotata. Proprio quella struttura che aveva permesso alla Germania di ottenere risorse a bassissimo costo e di svilupparsi incredibilmente dal punto di vista industriale e soprattutto agricolo. Ma se pensate che il punto più basso raggiunto dalla Germania sa questo? No. Arriva il novembre del 2023. Nel giro dei poco più di cinque giorni Saviana scoprì che il sabotaggio del Nord Stream è opera degli ucraini. Quelli che stavi finanziando, quelli per cui hai fatto un buco nel bilancio, quelli per cui per recuperare i sordi hai dovuto tagliare gli agricoltori. E quattro giorni dopo la corte costituzionale tedesca svela di comeabbia fondato le mani per finanziare con fondi extra le politiche green in modo del tutto anticostituzionale. Sì sì avete capito benissimo. I tagli agli agricoltori sono stati fatti nel nome del sostegno a quelli che ci hanno sabotato. Oltre che per fare giri e magheggi di soldi per i giochini politici di Scholz. Capolavoro. Con il Nord Stream crolla l’asse Germania-Francia che proprio nel Nord Stream sarà consolidata e di conseguenza essendo stata la Germania la locomotiva d’Europa piano piano crollano tutti per effetto domino. La crisi si espande a macchia d’olio ed arriviamo alle proteste di oggi. Quindi Pablo tutto sto spiegone per dirci che cosa? Che il motivo di questo sconquasso non sono le politiche green per quanto io non le sopporti. Il green è soltanto la ciliegina su una bella torta de merda. Il colpetto di grazia in più. Il motivo quello vero che sta alla base di questa catastrofe economica è che te stai a confrontare con le politiche criminali europee condotte nei confronti della guerra in Ucraina. Dove pur di poterla finanziare sta guerra hanno distrutto un tessuto economico. Ed è per questo che mi rode il culo quando vedo ronzare intorno a queste proteste personaggi come Lollo Brigida, esponenti delMeloni. Mi divento viola di rabbia quando vedo che i giornali che fanno da megafona al governo cominciano a buttarla in caciara con la farina de grillo, la carne sintetica. Che mi stanno sulle balle pure a me eh. Ma si vede proprio che sono fatta apposta per solliticare la pancia dell’elettorato in virtù degli europei. Mi vorrei fuora le orbite quando vedo che mi parlano didel made in Italy. Perché sono proprio loro quelli che ci hanno portato a sto scadafascio. E te dicono è colpa della farina de grillo così tu non t’accorgi che te ci hanno trascinato loro. Te ci hanno trascinato e continuano a trascinartece. Perché mentre l’altro ieri fuori dal Parlamento Europeo gli agricoltori giustamente incazzati bruciavano i copertoni, loro da dentro, dietro il loro bel filo spinato, decidevano a tavolino di mandare agli altri 50 miliardi di euro di aiuti all’Ucraina. L’INSEE sa com’è, i sordi li trovano sempre. E quando poi scendono con le mani in posse tipo Missy e ti dicono agricoltori siamo dalla vostra parte. Ce stanno e li stanno a pia per culo. Che vogliono provare a fare la parte di quelli che trovano le soluzioni quando la colpa è a loro. Io me incazzo se sento la gente che li definisce nazisti sui trattori. Perché sa volevamo di tutta. Io finora i nazisti ho visti solo tra quelli che abbiamo armato e che stiamo continuando ad armare. E non certo tra gli agricoltori che pagano il prezzo di politiche criminali. E questo proprio grazie anche ai giopizzi di turno e a tutti i pagetti europei. Che hanno contribuito non poco a fomentarla questa guerra. E adesso che hanno addirittura accelerato l’ingresso dell’Ucraina in Europa. Lo sai i sussidi che gli fai? Gli dici ciao. Perché noi i sussidi vanno presi e vanno ripartiti tra i paesi membri. E se adesso starai rovinato, tra un altro po’ sarà pure peggio. Quindi mi rivolgo agli agricoltori. Vi prego non fatevi fottere. Non fatevela buttare in caciara con la farina di grillo. Voi adesso dovete chiedere lo stop degli aiuti all’Ucraina. Quello è il problema di fondo. Il green è il problema di contorno. Non vi fate mettere il bollino politico. Non gli date retta al governo che dice che sta dalla vostra parte. Perché proverà a comprarvi con quattro sussidi. Tra l’altro visto pure che la Meloni si è detta pronta a restituire lo sconto IRPEF. Stanno a cercare di fare come hanno fatto con gli agricoltori inad aprile. Così ve se comprano, voi ritornate a casa e da domani ricominciano a dissanguarvi. Non fatevi manipolare da nessun partito politico. Perché ho visto pure chi altri vi ronzano intorno. E ricicciano i Paragone, ricicciano i Marco Rizzo, ricicciano le meteore dei partiti alternativi. Non ve fate fregare perché siete succulenti per la politica in questo momento. Perfetti per mascherare le loro colpe oppure per farvi usare come gli pare. E poi il rischio è che si fa la fine di tutti i movimenti dell’ultimo periodo. I gilets jaunes, i portuali. Guardate, perfino le sardine che io non le potevo vedere, quelle sono state create e smontate al solo scopo di vincere lein Emilia Romagna. E ci stanno le europee. Quindi non fatevi prendere per il culo. Cosa ne penso dunque di queste proteste? Che ci voglio credere e sono con voi. Ma che mi auguro pure che restiate liberi. Perché siete veramente la forza di questo paese. E se se comprano pure a voi, poi è finita. E invece abbiamo tutti bisogno di di basta.

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