Nella Guantanamo inglese. Le ore decisive di Assange

Spiegato semplice

Un giornalista di nome Julian Assange, che ha creatosito chiamato Wikileaks, è ininda un po’ di tempo perché ha mostrato al mondo dei segreti delamericano. Lui è molto malato e sua moglie, che è anche la sua avvocata, dice che potrebbe morire se lo mandano indove potrebbe essere messo in prigione per tantissimi anni. Assange ha aiutato a far sapere la verità su alcune cose brutte fatte dall’esercito americano e per questo in America lo accusano di essere una spia.

Un tempo, Assange si è nascosto in un posto chiamato ambasciata dell’Ecuador aper non essere catturato, ma poi è stato preso e messo in prigione. Anche se molte persone e alcuni paesi vogliono che sia libero, i giudici in Inghilterra non hanno ancora deciso di lasciarlo andare. Ora, stanno per decidere se devono guardare meglio il suo caso o se devono mandarlo in America. Se non riescono a proteggerlo in Inghilterra, potrebbe chiedere aiuto a un’altra corte in Europa, ma non è sicuro che lo aiuteranno. Nel frattempo, il suo paese, l’Australia, e alcune città invogliono che non sia più in prigione.

Fine spiegato semplice.

di Geraldina Colotti

Il 20 e il 21 febbraio, la Corte Suprema del Regno Unito deciderà sulla vita del giornalista australiano Julian Assange. Il fondatore del sito Wikileaks è detenuto dal 2019 nel carcere di massimadi Belmarsh, la Guantanamo inglese, per aver pubblicato file riservati del governo Usa. Ha 52 anni, ma sembra un anziano, malato e provato da anni di privazioni e sofferenze. Se verrà respinto il suo appello e sarà estradato negli– ha denunciato la moglie Stella Morris, che è anche sua avvocata – morirà: perché “la suasta peggiorando sia dal punto di vista fisico, sia psicologico, e la sua vita è a rischio ogni giorno che resta in carcere”. In questi anni, non si contano le perizie presentate che lo provano.

Negli Usa, lo aspetta una condanna pari a 175 anni di carcere per aver rivelato gli interessi reali che muovono le aggressioni imperialiste e per aver smascherato al contempo i limiti della tanto sbandierata di stampa degli Stati uniti. Deve rispondere di 18 capi di accusa, compreso quello di spionaggio, per aver pubblicato a partire dal 2010 oltre 700.000 documenti confidenziali sulle attività militari e diplomatiche degli Usa, allora impegnati ine in Afghanistan, e icommessi dall’esercito nordamericano.

Washington sostiene che Assange ha agito di concerto con l’ex soldato Bradley Manning, che lavorava come analista diper il Dipartimento distatunitense.  Inizialmente, Assange era stato accusato di aver solo ricevuto e pubblicato le migliaia di documenti procurati da Manning, ma in seguito si era aggiunto un diciottesimo capo d’accusa perché lo si era ritenuto co-responsabile nel lavoro di ricerca, decodificazione e filtrazione dei dati. Come giornalista, Assange aveva rispettato il precetto principale della professione: dire la verità; ma per l’imperialismo proprio quello era il delitto: dire la sui misfatti del “genocida più stimato del pianeta – come diceva Che Guevara: il capitalismo”. E l’accusa di spionaggio, negli Usa, può portare all’ergastolo o alla pena di morte. Quanto all’ex soldato Manning, ora si chiama Chelsea, dopo aver cambiato sesso nelle carceridove ha trascorso 7 anni, prima di essere graziata da Obama, senza mai aver tradito Assange. Attualmente, Chelsea continua il suo impegno civile come attivista LGTBI.

La vicenda di Assange ha incrociato anche quelle dell’America latina all’epoca del suo “secondo rinascimento”, messo in moto con la vittoria di in Venezuela e continuato poi con l’arrivo di altri governi socialisti o progressisti al timone di importanti paesi, come l’Argentina e il Brasile, ma anche di Bolivia,e Ecuador. A giugno del 2012, quando la Corte Suprema britannica rigettò il ricorso presentato contro il via libera alla sua estradizione,si rifugiò nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, dover rimase fino al 2019, ottenendo anche la cittadinanza ecuadoriana.

Il tradimento di Lenin Moreno, succeduto a Rafael Correa alla presidenza dell’Ecuador nel 2017, si manifestò anche nei confronti del giornalista australiano. Dopo avergli revocato lo statuto di rifugiato politico, infatti, questi venne praticamente consegnato agli agenti dellametropolitana di Londra che, una volta entrati nell’ambasciata, lo trascinarono a forza fuori: per condurlo dapprima davanti alMichael Snow, e successivamente in carcere.

Da allora, l’impegno del movimento per la sua liberazione ha raccolto importanti pronunciamenti sia a livello istituzionale che da parte di organizzazioni in difesa deiumani, ma la macchina giudiziaria britannica, notoriamente consonante con quella nordamericana, ha continuato a procedere implacabile, rigettando tutti i ricorsi.

L’ultimo rigetto data del 6 giugno scorso, quando l’Alta Corte didi Londra ha detto che la difesa di Assange non poteva ricorrere indopo l’estradizione decisa dal governo britannico a giugno del 2022. Ora, due giudici dovranno riesaminare il caso e decidere se il caso del fondatore dinecessita di una valutazione approfondita. Altrimenti, al giornalista non resterà che rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, con il rischio che la Gran Bretagna, non facendo più parte dell’Unione europea in seguito alla Brexit, non ne riconosca la titolarità.

Intanto, il parlamento australiano ha chiesto agli Stati uniti e alladi ritirare le accuse contro Assange. In Italia, diverse città in cui governa il centro-sinistra hanno concesso la cittadinanza onoraria al giornalista. L’ultima in ordine di tempo è stata Roma. Tuttavia, molta acqua è passata sotto i ponti, sia inche in un’Europa sempre più piegata ai voleri della Nato. Più che alla vita di Assange, più che al genocidio dei palestinesi, ileuropeo si dimostra interessato alle ingerenze negliinterni del Venezuela, dichiarando che “non riconoscerà lepresidenziali” se non si consente alla golpista Maria Machado di presentarsi come candidata, nonostante sia stata inabilitata.  Più che a difendere il collega australiano, i“embedded” sono impegnati a coprire i massacri di “Israele”, ad autocensurarsi o a censurare vergognosamente chi cerca di far filtrare la verità, o a indignarsi per la morte diin Siberia, così dimostrando quanto si faccia sentire l’assenza di Assange.

Fonte: lantidiplomatico.it

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