Il Prof Franco Prodi: La vera scienza non è quella delle Nazioni Unite

Spiegato semplice

Il 26 gennaio 2024, un professore molto bravo che sa tanto sule l’aria, il professor Franco Prodi, ha parlato a Grosseto di come il clima sta cambiando e di come alcune persone pensano che sia colpa degli uomini mentre altre pensano che ci siano anche motivi naturali. Una signora di nome Patrizia lo ha intervistato e lei è molto brava a fare domande difficili.

Il professor Prodi ha spiegato che non è giusto che alcune persone lo chiamino con nomi brutti solo perché lui pensa che non solo gli uomini, ma anche cose come il sole e i vulcani, cambiano il clima. Ha detto che è importante studiare di più il clima e che non dobbiamo credere a tutto quello che ci dicono senza fare domande. Ha anche detto che ci sono persone ricche che inquinano molto ma non vogliono cambiare il modo in cui vivono, e che ia volte spaventano la gente senza avere prove.

Il professor Prodi ha anche parlato di come la Chiesa pensa che dobbiamo prendersi cura del nostro pianeta e che dobbiamo cambiare il modo in cui viviamo e usiamo le cose per non fare troppo caldo. Ma lui pensa che non dobbiamo solo ascoltare una parte dellae che dobbiamo trovare modi per proteggere l’ambiente senza fare arrabbiare la gente o fare più poveri i poveri.

Alla fine, il professor Prodi ha detto che anche se alcune persone non lo ascoltano e hanno fatto chiudere i suoi laboratori, lui continuerà a studiare il clima e spera che la vera scienza possa aiutare tutti a capire meglio cosa sta succedendo.

Fine spiegato semplice.

Il 26 gennaio 2024, nell’ambito di un incontro organizzato a Grosseto dall’Associazione Rotariana Carlo Berliri Zoppi, il professorha tenuto unasul tema “Cambiamenti climatici: cause naturali e cause antropiche”. Prontissima, la nostra Patrizia Pisino ha colto l’occasione per intervistarlo in esclusiva per ComeDonChisciotte.org.

Un grazie a Patrizia per l’ottimo lavoro e, soprattutto, per il suo consueto approccio brillante e mordace.

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Il Professor Prodi è uno tra i maggiori esperti delladell’atmosfera ma, nonostante ciò, viene molto spesso calunniato e diffamato come se per tutta la sua vita si fosse occupato d’altro. Viviamo ormai in una società che non accetta nessun tipo di confronto, in cui deve dominare ile, se osiamo esprimere una opinione diversa, veniamo tacciati di incompetenza ed emarginati.

Così, quegli scienziati che cercano risposte oggettive a contrasto di quelle certezze fatte passare per dogmi inattaccabili, vengono tacciati impropriamente di fantasia ciclomaniaca o negazionismo (l’ultra-peccato mortale!). Quante volte in questi ultimi anni ci hanno bombardato con evidenze scientifiche, rivelatesi successivamente sbagliate ma da accettare perché suffragate davastissimo consenso? Senza chiedersi come mai queste evidenze legittimano proprio quel sistema finanziario che ha creato l’inquinamento e che non sta difendendo il pianeta ma solo glidi una ristretta élite di privati?

Complice il mainstream che non cerca la verità, celandola dietro allarmistici slogan di distruzione planetaria per un aumento della temperatura che ci cancellerà per sempre.

Intanto si fanno sempre più guerre, che distruggono vite umane e il nostro pianeta; i ricchi non fanno alcun sacrificio, tanto meno simbolico, continuando a spostarsi da un luogo all’altro con i loro mezzi di lusso, yacht, aerei , ecc., utilizzando le risorse fossili e mangiando quella carne che, solo quando consumata dal popolo schiavo, provoca l’aumento della CO2. Vogliono propinarci carne sintetica, il cui processo di produzione è altamente energivoro e inquinante, ma nonostante ciò ammantato dal colore green. Le prospettive di pace, rispetto ed equa distribuzione delle risorse non fanno parte delle scelte, men che meno per fermare l’aumento della temperatura ai simbolici 1,5°. Il tutto con la costante complicità dei media che diffamano e non cercano la verità, celandola dietro allarmistici slogan di distruzione planetaria per un aumento della temperatura che ci cancellerà per sempre.

Così due radar meteorologici dalle avanzate caratteristiche, realizzati con fondinella regione Puglia a Torchiarolo e Mesagne (RIVONA – RIschi per il VOlo e Nocasting Aeroportuale) su progetto del prof. Prodi per studiare i temporali, vengono lasciati in disuso e il promotore cacciato dal CNR nel 2018, perché ladirettrice dell’ISAC (Institute of Atmospheric Sciences and Climate) non ha rinnovato l’Associatura al CNR.

Il problema reale è che c’è una profonda confusione tra gli effetti a breve termine della meteorologia confacilmente misurabili e prevedibili e iche, invece, si sviluppano su un arco temporale molto più ampio e investono più fattori. Per questo motivo non è possibile considerare i modelli prodotti in laboratorio, che prevedono solo scenari possibili, come dati certi per giustificare l’imparial cambiamento climatico. Senza considerare l’effetto prodotto sull’ambiente dall’inquinamento sul quale, essendo facilmente misurabile, bisogna certamente intervenire visto che esistono i mezzi necessari.

Durante la conferenza il prof. Prodi ha fatto riferimento anche al rapporto tra clima e fede, citando laenciclica “Laudato si’ del Santo Padre Francesco sulla cura della casa comune. Al capitolo primo, paragrafo 23 si legge:

Il clima è un bene comune, di tutti e per tutti. Esso, a livello globale, è un sistema complesso incon molte condizioni essenziali per la vita umana. Esiste un consenso scientifico molto consistente che indica che siamo in presenza di un preoccupante riscaldamento del sistema climatico. Negli ultimi decenni, tale riscaldamento è stato accompagnato dal costante innalzamento del livello del mare e, inoltre, è difficile non metterlo in relazione con l’aumento deglimeteorologici estremi, a prescindere dal fatto che non si possa attribuire una causa scientificamente determinabile ad ogni fenomeno particolare. L’umanità è chiamata a prendere coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita, di produzione e di consumo, per combattere questo riscaldamento o, almeno, le cause umane che lo producono o lo accentuano. E’ vero che ci sono altri fattori (quali il vulcanismo, le variazioni dell’orbita e dell’asse terrestre, il ciclo solare), ma numerosiscientifici indicano che la maggior parte deldegli ultimi decenni è dovuta alla grande concentrazione di(biossido di carbonio, metano, ossido di azoto ed altri) emessi soprattutto a causa dell’attività umana. La loro concentrazione nell’atmosfera ostacola la dispersione del calore che la luce del sole produce sulla superficie della terra. Ciò viene potenziato specialmente dal modello dibasato sull’uso intensivo di combustibili fossili, che sta al centro del sistema energetico mondiale. Ha inciso anche l’aumento della pratica del cambiamento d’uso del suolo, principalmente laper finalità agricola.

Se anche la Santa Sede pone almeno alcuni dubbi, i giornalisti ormai scrivono a comando per allarmare la popolazione, senza alcuna base scientifica certa, solo per imporre le rigide ed assurde regole, che ci vengono calate dall’alto, giustificandole come necessarie per la problematicadel pianeta. L’unica certezza: il controllo totale delle nostre vite.

Intervista al prof. Franco Prodi

D.Professor Prodi nonostante lei sia riconosciuto in tutto il mondo come uno deglipiù autorevoli per quanto riguarda lo studio del clima e dei fenomeni climatici che si stanno verificando oggigiorno, viene considerato un “negazionista” del clima. Come mai?

R. – Avevo incarichi istituzionali importanti, ho diretto per 20 anni il massimo istituto di fisica dell’atmosfera del Paese, sotto due denominazioni: FISBAT-CNR ed ISAC-CNR. Sono professore di fisica dell’atmosfera. Ho, pertanto, tutte le credenziali per parlare, ma questo non vuol dire che sia anche ascoltato, è proprio questo il problema. L’appellativo di “negazionista” ha una connotazione negativa, che non accetto. Semplicemente io non credo che il 98% del cambiamento climatico sia di causa antropica, come invece afferma l’IPCC (Intergovernmental Panel for Climate Change). Le cause naturali dei cambiamenti climatici sono astrofisiche (il sole e la sua variabilità), astronomiche (variabilità dell’orbita della terra per effetti gravitazionali degli altri pianeti, e moto di precessione dell’asse terrestre) e di composizione dell’atmosfera (per eruzioni vulcaniche, interazioni oceano-atmosfera e vegetazione-atmosfera). L’uomo interviene solo su questo ultimo fattore, immettendo gas e particelle.

D.Se questa è la materia del contendere, allora qual è la percentuale giusta riferibile all’impatto dell’uomo sul clima?

R. – Non la possiamo dare, perché manca parte delladel sistema clima; per questo sostengo che vada studiato ancora più approfonditamente e che questi modelli numerici dell’IPCC danno solo degli scenari di scarso aiuto – quali bandire il fossile, l’emissione zero CO2,energy esclusiva – per guidare il mondo verso delle scelte importanti. Io sostengo che andrebbero fermate le COP, le conferenze delle parti della convenzione dellesui cambiamenti climatici (UNFCCC), che sono arrivate alla 28ª senza concludere nulla. Occorrerebbe fermare questo treno, per poi farne ripartire un altro: quello della difesa dell’ambiente sul quale si può trovare una convergenza internazionale indiscutibile, che non preveda iltra popoli poveri e ricchi, facendo diventare i ricchi sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri. Sarebbe opportuno sviluppare strategie per salvare la biosfera, senza mettere l’umanità in contrasto con il pianeta e senza stressarlo, ricorrendo magari all’uso decrescente delle risorse fossili, che non possono essere eliminate. Le soluzioni proposte in nome dell’economia totalmente green non sono in grado di soddisfare le esigenze attuali e crescenti didella popolazione mondiale. La mia parte, però, è solo di esporre le ragioni della scienza, e della fisica delle nubi in particolare. Le nubi sono al centro del sistema climatico, mentre nei modelli dell’IPCC le nubi sono parametrizzate in modo molto grossolano; pertanto questi modelli producono solo scenari ma nonaffidabili, le sole possono guidare le scelte cruciali dell’umanità.

D.Questo sicuramente! Professor Prodi secondo lei perché ci vogliono imporre delle regole assurde sostenendo che laè la causa principale del cambiamento climatico?

R. – Non so dire esattamente come siamo arrivati a questo, posso affermare che, nel 1965, ho assolto all’obbligo militare presso il servizio meteorologico dell’aeronautica militare che mi ha cambiato la vita e, da allora, non ho mai smesso di lavorare in questo settore. Ho visto l’evolversi improprio delle Nazioni Unite e del suo organismo World Meteorological Organization che, da semplice struttura che avrebbe dovuto governare e raccordare fra di loro tutti i 194 servizi meteorologici del mondo, si è presa, arbitrariamente, il compito di rispondere direttamente alla domanda di verifica mondiale sulla causa dei cambiamenti. Si sono, quindi, definiti due percorsi :

  • Uno della scienza come è sempre stata, che si avvale di riviste specializzate con revisori autorevoli.
  • L’altro guidato dalle Nazioni Unite con IPCC composto da nominati dai Ministeri dell’ambiente.

Poco alla volta questa seconda strada ha preso la presunzione di identificarsi con la scienza. Si sente spesso affermare a proposito dell’IPCC: “lo dice la scienza”, mentre sarebbe più esatto affermare: “lo dice quella scienza dei nominati” dai Ministeri, che revisionando migliaia di articoli e scegliendo ciò che vogliono, trasmettono il messaggio che sia l’uomo totalmente responsabile del cambiamento climatico. Il cuore del sistema climatico è nel flusso dei fotoni solari in arrivo e quelli terrestri che se ne vanno, con le nubi, l’aerosol ed i gas triatomici ad influenzare questi flussi. Sembrerebbe semplice, invece questo bilancio dei due flussi è estremamente complesso. Poi ci sono altri fattori importanti e difficilmente calcolabili: il flusso di calore che viene dall’interno della terra, l’interazione vegetazione–atmosfera e la circolazione oceanica.

D.Per quanto riguarda il buco dell’ozono di cui non si parla più?

R. – Il buco dell’ozono non è un problema che coinvolge la fisica ma la chimica dell’atmosfera. Non ha effetti importanti sul clima, bensì sull’ambiente planetario. È stato risolto evitando di produrre certi gas come i CFC (clorofluorocarburi).

D.Pensa che ormai non possa più esistere un oggettivo e sereno confronto nel mondo scientifico?

R. – La vera scienza del clima si farà strada, con i suoi tempi che non possono essere brevi. Soffro pesantemente per l’insulto di negazionista, mi è stata negata l’Associatura CNR, con conseguenze deleterie sui miei laboratori nell’Istituto che ho diretto, sui duein Puglia del Progetto che ho guidato, ridotti oramai a ferraglia inutile (non danno una immagine dal 2018, anno della mia estromissione). Non voglio fare del vittimismo, ma il giornalismo dovrebbe promuovere inchieste basate sul confronto e non appiattirsi acriticamente sul pensiero unico.

Certamente! Come Don Chisciotte si propone proprio questo. Grazie professor Prodi.

NOTE:

https://www.consilium.europa.eu/it/policies/climate-change/paris-agreement/cop28/#:~:text=La%2028ª%20conferenza%20delle%20Nazioni,sui%20cambiamenti%20climatici%20(UNFCCC).

https://www.vatican.va/content/francesco/it/encyclicals/documents/papa-francesco_20150524_enciclica-laudato-si.html

Di Patrizia Pisino per ComeDonChisciotte.org

(Nota del correttore di bozze: Patrizia riporta nel testo l’aggettivo “ciclomaniaco”, derivato da “ciclomania”, sostantivo e aggettivo inventati dai moltissimi detrattori del professor Prodi – e anche del professor Nicola Scafetta. Una rapida ricerca nel Dizionario Treccani non ne ha trovato traccia. Possiamo forse presumere che si riferisca al voler considerare una “mania” il sostenere l’esistenza di cicli naturali, come peraltro sostengono i due professori? ).

Fonte: comedonchisciotte.org

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