Guerra ucraina, la “disperazione” neocon

Spiegato semplice

C’è un uomo importante, Navalny, che è morto e alcune persone pensano che siaper cause naturali. Questo ha fatto discutere molto la gente in America e in Europa. In America, alcune persone che lavorano per il governo non vogliono spendere più soldi per aiutare l’Ucraina nella suacontro un altro paese, la Russia. Ma c’è chi dice che spendere questi soldi aiuta anche le fabbriche diin America.

Un uomo che si chiama Ron Paul dice che in passato l’America ha combattuto in altri paesi dicendo che voleva aiutare, ma in realtà ha causato molti problemi e non ha migliorato le cose. Ora, molte persone in America non vogliono continuare a combattere ine pensano che sarebbe meglio parlare e trovare una soluzione pacifica.

In Europa, alcuni leader stanno pensando a idee pericolose, come prendere i soldi che laha ineuropee per pagare la guerra o addirittura mandare soldatia combattere. Ma queste idee potrebbero portare a una guerra ancora più grande, che nessuno vuole.

Alla fine, molte persone pensano che l’unico modo per risolvere isia parlare e trovare undi pace, ma ci sono ancora persone che vogliono continuare a combattere. Tutti sono preoccupati per gli ucraini che stanno soffrendo a causa di questa guerra.

Fine spiegato semplice.

Piccole Note

Lo tsunami Navalny si è abbattuto su entrambe le sponde dell’oceano con effetti differenti. Se negli Usa l’effetto è stato attutito, salvo qualche intemperanza verbale verso Putin, inha avuto l’effetto dellasulle fiamme in via di estinzione della guerra ucraina, ravvivando l’incendio.

Guerra ucraina, la “disperazione” neocon

Al congresso Usa infatti i repubblicani fedeli a Trump sembrano aver resistito alle pressioni neocon per rilanciare la crociata anti-russa. E questa non è cosa da poco visto che la Camera dovrà decidere del nuovo stanziamento destinato all’Ucraina, o meglio dovrà deciderenuovo finanziamento destinato alleUsa che producono armi destinate all’Ucraina, come ha recentemente puntualizzato la Nuland, citata Ron Paul.

In questi giorni in cui i lavori della Camera sono sospesi i lobbysti saranno certamente all’opera per convincere, in maniera più o meno brutale, i ribelli. L’esito del voto è ancora in bilico ma non vengono segnalati, fino ad oggi, particolari rivolgimenti.

A grippare l’ingranaggio neocon è però arrivata la dichiarazione di Dmytro Budanov, capo dell’intelligence militare di Kiev, che ha affermato che la morte di Alexei Navalny è avvenuta per cause naturali e ha pensato di dover anche precisare che taleera “confermata”. Probabilmente anche lui sarà “invitato” a ritrattare ma quel “confermato” rende ogni eventuale smentita più difficile e meno credibile.

È evidente la divisione che scuote gli Usa e di cui scrive Ron Paul, il quale evidenzia la “disperazione” della Nuland che, in unaalla CNN, ha fatto unalla Camera affinché approvi il finanziamento per laucraina.

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Iraq, Afghanistan, Siria, Libia…meglio l’Ucraina

Cosi scrive l’ex senatore Ron Paul: “C’è qualche americano che crede ancora che Washington stesse ‘difendendo lae la libertà’ quando ha usato un mucchio di bugie per portarci in Iraq, distruggendo un Paese e uccidendo forse un milione di persone? Che ne dite di quando, dopo 20 anni in Afghanistan, siamo riusciti a sostituire i talebani… con i talebani? E la Siria, lae tutti gli altri interventi?”

“Washington stava ‘difendendo la democrazia’ quando la Nuland e il resto deinel 2014 rovesciarono undemocraticamente eletto in Ucraina?” (titolo dell’articolo: “Dopo due anni, i neocon bramano disperatamente una rinnovata guerra in Ucraina”).

Infine, a commento di un recente sondaggio che indica come “il 70% degli americani vorrebbe che si iniziassero i negoziati per concludere la guerra in Ucraina”, Ron Paul scrive: “Gli americani non sostengono più il progetto bellico dei neocon sull’Ucraina. C’è da festeggiare”.

Nell’intervista alla Cnn la Nuland aveva aggiunto: “Dobbiamo rammentare che la maggior parte di questo denaro ritorna direttamente nella nostraper produrre quelle armi…”. Inutile riportare l’ovvio commento del senatoreall’inusuale sincerità della Nuland, che disvela la mistificazione degli “aiuti” all’Ucraina, che in realtà servono solo a finanziare il “complesso militare-industriale” made in Usa.

Opinion This is what the U.S. is getting by aiding Ukraine

Più esauriente di Ron Paul, un articolo del Washington Post di Max Boot. Lo scorso 2 ottobre, nel tentativo di smuovere i repubblicani dal loro niet agli aiuti, l’autorevole cronista del Post aveva scritto: con trasporto: “È un incredibile investimento […] La guerra in Ucraina ha un aspetto positivo impressionante anche rispetto ad altre guerre per procura realizzate dai repubblicani”.

La resistenza dei repubblicani che fanno riferimento a Trump sta mettendo a rischio questo “incredibile investimento”, ma non è detto che questa sia condizione sufficiente a interrompere il fiume di soldi diretti in Ucraina (per poi ritornare nella casse delle aziende di armi).

Del sequestro dei fondi russi congelati e altre idee balzane

Infatti, da tempo è sul tavolo l’idea di sequestrare i fondi russi congelati nella banche Occidentali per finanziare la guerra, riproposta ieri dal capo della Federal reserve Janet Yellen. Gravi le incognite e i rischi di tale operazione evidenziati anche da un recente articolo del Financial Times ( vedi: “Le insidie nascoste nel sequestro dei beni russi per finanziare l’Ucraina”).

The pitfalls of seizing Russian assets to fund Ukraine

Ai falchi non resta che aizzare la NATO, cioè i paesi europei, a sostenere con rinnovata[e soldi] Kiev per sopperire le defaillance americane. Il “momento Navalny” è capitato nella scena mondiale con perfetta scelta di tempo, ma, come tutti gli attimi, potrebbe rivelarsi fuggente.

La situazione ucraina sta infatti rapidamente peggiorando e i paesi europei devono fare i conti con il fattore tempo. Non è detto che ulteriori aiuti, anche quando fossero decisi, arrivino in tempo. Il rischio di un collasso del fronte ucraino è infatti alto (dopo il lento degrado, può cedere di schianto).

Così al recente vertice di Parigi si è parlato di alzare ulteriormente la posta e di inviare soldatial fronte, conche ha avanzato pubblicamente la folle proposta.

Neanche nei momenti più bui della Guerra Fredda, quando l’URSS incuteva reale timore, si era mai ipotizzato una sciocchezza di questa portata che indica il livello di follia della classe dirigente dei paesi dell’Ue i quali, evidentemente, non si rendono conto che così si va a innescare la terza guerra mondiale.

Esclusa, per ora tale follia, avendo Macron ricevuto picche un po’ da tutti gli alleati, resta solo la carta “aiuti”, alla quale allegare la cartagià giocata (utile per dar rinforzo ma del tutto inutile a tenere il fronte).

Non basterà, la guerra è persa e lo sanno perfettamente. Si tratta solo di decidere i tempi. E a farne le spese saranno gli ucraini, blanditi con l’idealistica, utopica, promessa di un recupero dei territori perduti, che sono ormai persi per sempre (vedi ad esempio recenti articoli di Foreign Affairs e del Wall Street Journal).

It’s Time to End Magical Thinking About Russia’s Defeat

L’unica via per porre fine a tale follia resta la diplomazia, ma i neocon, e altri con loro, non vogliono rinunciare alla loro guerra per procura. Lo indica anche il niet alla proposta di congelare la guerra lungo le linee del fronte opposto alla Russia lo scorso autunno, proposta e diniego spiegata nel dettaglio da New York Times del 23 dicembre scorso.

Un rifiuto sprezzante al quale è seguito non un successo, ma la sconfitta di Adviika e il parallelo sfaldamento del fronte Sud. E tanti altri morti. Il sonno della ragione non produce vittorie, ma mostri.

Fonte: lantidiplomatico.it

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