A Gaza la fame è usata come “strumento di guerra”

Spiegato semplice

In un posto chiamato Gaza, molte persone, compresi i bambini, non hanno cibo da mangiare e stanno ammalandosi perché non possono avere cose importanti come acqua pulita e medicine. Alcuni leader di un paese vicino, Israele, non vogliono mandare aiuto a queste persone perché stanno combattendo controgruppo chiamato Hamas. Dicono che non daranno cibo o altre cose necessarie finchénon cambierà il suo comportamento. Intanto, i bambini e le loro famiglie soffrono molto e alcunisono molto malati e deboli perché non hanno abbastanza da mangiare. Le organizzazioni che cercano di aiutare non possono fare molto perché non hanno abbastanza soldi e perché è difficile portare l’aiuto a chi ne ha bisogno.

Fine spiegato semplice.

Sospensione delle consegne di prima necessità e dei finanziamenti, diffusione di infezioni che colpiscono l’apparato digerente,ed intere famiglie completamente a digiuno da giorni. Il tutto mentre i bombardamenti continuano e le autorità israeliane ostacolano appositamente le missioni umanitarie “usando la fame dei civili come metodo di guerra contro Hamas”. È il quadro che emerge dalle denunce di organizzazioni umanitarie come Human Rights Watch, del Programma alimentare delle(WFP), di attivisti per iumani e dalle denunce dei medici che continuano ad operare a Gaza. L’allarme a Gaza è critico ed è stato rilanciato anche dal vicedirettore esecutivo dell’Unicef per l’azione umanitaria e le operazioni di approvvigionamento, che ha confermato: «La Striscia è sul punto di assistere ad un’esplosione dinella popolazione pediatrica, che aumenterebbe il livello già insopportabile di morti infantili a Gaza».

Secondo Human Rights Watch, il governo israeliano starebbe usando la fame dei civili «come metodo di guerra nella Striscia di Gaza, il che è un crimine di guerra». In un comunicato stampa, la ONG spiega come la fame dei palestinesi verrebbe usata strategicamente nellaad Hamas bloccando la fornitura di acqua, cibo e carburante, impedendo volontariamente l’assistenza umanitaria e radendo al suolo aree agricole privando la popolazione civile dei beni indispensabili per la suae violando gli ordini vincolanti delladell’Aja in merito all’invio di aiuti ai civili. Il comunicato prosegue poi riportando alcune dichiarazioni controverse di tre alti funzionari israeliani. Il primo è il ministro della Difesa Yoav Gallant, che affermò: «Ho ordinato un assedio completo alla Striscia di Gaza. Non ci sarà elettricità, né cibo, né carburante, tutto è chiuso. Stiamo combattendo gli animali umani e ci comportiamo di conseguenza». Il secondo è Itamar Ben-Gvir, ministro della Sicurezza nazionale che scrisse: «Finché Hamas non rilascia gli ostaggi nelle sue mani, l’unica cosa che serve per entrare asono centinaia di tonnellate di esplosivo provenienti dall’aeronautica militare, non un grammo di aiuti umanitari». Infine, viene riportata la citazione del ministro dell’EnergiaKatz, che pubblicò su X: «Ho sostenuto l’accordo tra il primo ministroe il presidenteper la fornitura di acqua alla regione meridionale di Gaza perché era anche nell’interesse di Israele. Mi oppongo fermamente all’apertura del blocco e all’introduzione di merci a Gaza per motivi umanitari. Il nostro impegno è nei confronti delle famiglie delle persone assassinate e deglirapiti, non nei confronti degli assassini di Hamas e di coloro che li hanno aiutati».

D’altronde, era da dicembre che l’ONU metteva in guardia sull’imminente carestia nel nord di Gaza causata dalla carenza di cibo e sono stati segnalati casi di famiglie, compresi bambini, che hanno trascorso giorni interi senza mangiare. La situazione si è ulteriormente aggravata dopo che il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (WFP) ha dichiarato che sospenderà le consegne di aiuti alimentari e dopo che l’UNRWA, l’Agenzia per il soccorso e l’occupazione dei profughinel Vicino Oriente, ha denunciato la sospensione dei finanziamenti, che causerà quindi l’impossibilità di continuare ad operare nella Striscia. Nel comunicato stampa del WFP si legge che tra le cause vi sono episodi come quello successo lunedì: «Il viaggio del secondo convoglio verso nord ha dovuto affrontare il caos e lapiù totale a causa del crollo dell’ordine civile. Diversi camion sono stati saccheggiati tra Khan Younis e Deir al Balah e un camionista èpicchiato. La farina rimanente è stata distribuita spontaneamente dai camion nella città di Gaza, tra alta tensione e rabbia esplosiva». Per quanto riguarda l’UNRWA, invece, il commissario generaleha dichiarato che tutte le riserve si esauriranno a marzo, che molti colleghi hanno già cessato le loro attività nelle regioni settentrionali e che l’Agenzia ha subito una grave carenza di fondi internazionali in seguito alle accuse di aver aiutato Hamas a preparare gli attacchi del 7 ottobre. In difficoltà poi ci sarebbero anche le attività dell’ONU, che ha rivelato come nelle prime sei settimane solo 12 delle missioni tentate nel nord di Gaza siano state pienamente agevolate dalle autorità israeliane.

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