Fine spiegato semplice.
Una rete di basi segrete sotterranee, allestite e finanziate dalla CIA e costruite a ridosso del confine con la Russia, si trova in territorio ucraino da almeno otto anni. La loro costruzione è avvenuta a seguito del colpo di Stato del 2014 (che ha cacciato l’allora presidente ucraino Viktor Janukovyč) grazie alla collaborazione tra servizi segreti statunitensi e britannici e apparati di sicurezza ucraini, che ha anche permesso l’addestramento di centinaia di ucraini per azioni di intelligence. Il nome della massiccia operazione di spionaggio condotta nei confronti della Russia è Operazione Goldfish. Tra i membri del gruppo di élite inizialmente addestrato dalla CIA vi era anche il generale Kyrylo Budanov, attuale capo dell’agenzia di intelligence militare ucraina.
A rivelare l’esistenza di tali basi segrete, costruite nel 2016 grazie alla partnership iniziata nel 2014 tra CIA, MI6 e servizi segreti ucraini, è un’inchiesta del New York Times, condotta dai giornalisti Adam Entous e Michael Schwirtz, che hanno realizzato oltre 200 interviste a funzionari ed ex funzionari tra Ucraina, Stati Uniti ed Europa. Al centro di tutto c’è una collaborazione, iniziata nel 2014, tra USA, Gran Bretagna e Ucraina che ha portato alla costruzione di una rete di basi di spionaggio dislocate in 12 località differenti lungo il confine russo. L’Operazione Goldfish serviva per carpire i segreti russi attraverso l’utilizzo di sistemi tecnologici di spionaggio all’avanguardia forniti dalla CIA, oltre alle tradizionali infiltrazioni di agenti, per monitorare costantemente ciò che la Russia faceva a terra e nei cieli. Da queste basi sotterranee, gli agenti ucraini, insieme a quelli statunitensi e britannici, tracciavano le rotte dei satelliti spia russi, monitoravano la logistica di uomini, mezzi e armamenti all’interno della Russia e prendevano ogni tipo di informazione che erano in grado di rubare ai russi.
La partnership tra CIA e servizi segreti dell’Ucraina viene fatta risalire a due telefonate avvenute nella notte del 24 febbraio 2014, precisamente otto anni prima dell’invasione russa e due giorni dopo il golpe che ha deposto il presidente ucraino allora in carica, Viktor Janukovyč. il 24 febbraio 2014, Valentyn Nalyvaichenko, nuovo capo dello spionaggio a seguito del colpo di Stato, chiamò i capi locali di CIA e MI6 per chiedere aiuto per ricostruire l’agenzia da zero e propose una partnership a tre. «È così che è iniziato tutto», ha detto Nalyvaichenko. A questo punto sono pochi, dunque, i dubbi su un coinvolgimento degli Stati Uniti negli eventi di Euromaidan, che avvennero con la regia di Viktoria Nuland, la quale dal 2013 al 2017 è stata Assistente Segretario di Stato per gli Affari Europei e Euroasiatici. Fu lei a pronunciare la famosa frase «Fuck the Europe», proprio in merito alle vicende ucraine di quegli anni.
La collaborazione tra servizi segreti statunitensi, britannici e ucraini è stata definita come un “delicato gioco di equilibri”, poiché la CIA avrebbe voluto rafforzare le agenzie di intelligence ucraine ma al contempo non provocare troppo i russi. Nonostante questa relazione dipinta un po’ come litigiosa, in cui le linee rosse non sono mai state precise, portando spesso a delle tensioni, la partnership si è sviluppata ed espansa molto rapidamente nel corso degli anni, con evidente interesse per tutte le parti coinvolte.
Intorno al 2016, dopo una serie di viaggi di funzionari ucraini in Virginia (negli Stati Uniti), la CIA ha iniziato la costruzione della rete di basi segrete sotterranee a ridosso del confine russo ma anche la formazione e l’addestramento di una forza di commando ucraina d’élite – nota come Unità 2245 – che ha catturato droni russi e apparecchiature di comunicazione in modo che i tecnici della CIA potessero smontarli e studiarli per poi decodificarli e decifrare i sistemi di crittografia di Mosca. Uno degli ufficiali dell’unità era Kyrylo Budanov, ora generale a capo dell’intelligence militare ucraina (HUR). Budanov, che Zelensky ha scelto per guidare l’HUR nel 2020, ha detto della partnership: «Si è solo rafforzata. Cresceva sistematicamente. La cooperazione si è espansa in altri ambiti ed è diventata più su larga scala». Nell’ambito dell’Operazione Goldfish, la CIA ha anche contribuito ad addestrare una nuova generazione di spie ucraine che operano in Russia, in Europa e anche a Cuba.
La relazione ha avuto un tale successo che la CIA ha voluto replicarla con altri servizi di intelligence europei che condividevano l’obiettivo di contrastare la Russia. Come spiegano i giornalisti del New York Times (che però non specificano le tempistiche), il capo della Russia House, il dipartimento della CIA che sovrintende alle operazioni contro la Russia, ha organizzato una riunione segreta all’Aia insieme all’MI6 britannico, l’HUR ucraino, così come i servizi segreti olandesi e di altre agenzie di Paesi europei, che hanno concordato di iniziare a mettere insieme più informazioni sulla Russia. Il risultato fu una coalizione segreta contro la Russia, di cui gli ucraini erano membri vitali.
Insomma, l’articolo pubblicato dal New York Times non fa che legittimare le preoccupazioni più volte espresse nel corso degli anni da Putin e dalla Russia circa le azioni e le intenzioni occidentali, specie statunitensi, nei riguardi dell’Ucraina, Paese confinante con la Russia e con cui ha legami storici profondi, da sempre dichiarato la “linea rossa” da non oltrepassare da parte della NATO.
[di Michele Manfrin]
Fonte: lindipendente.online