Soleimani: perchè il suo esempio vale per tutti noi

Spiegato semplice

Il testo parla del generale Soleimani, un importante leader iraniano che è stato ucciso cinque anni fa. Soleimani credeva che la Siria fosse molto importante per aiutare i musulmani oppressi e combattere il terrorismo. Criticava i paesi che volevano far cadere il governo siriano, dicendo che alcuni di loro sostenevano anche gruppi pericolosi. Dopo la sua morte, altri leader, come Khamenei, hanno detto che è importante conoscere i nemici e unirsi per combattere l’oppressione. Soleimani è visto come un esempio di lotta per ideali alti e di tra le persone.

Fine spiegato semplice.

Di Hanieh Tarkian

“Ti andrebbe di scrivere un pezzo in memoria ed in ricordo del generale Soleimani, attualizzandone magari la figura ad oggi?”, mi chiedono dalla redazione di CDC.

Mentre cerco di scrivere qualche riga manca una settimana al quinto anniversario del suo martirio, avvenuto il 3 gennaio 2020 a Baghdad, su ordine diretto di Trump, e sembra per un attimo di tornare indietro nel tempo:eletto nuovamente presidente, la questione siriana tra le notizie principali dopo la caduta del governo di Bashar al-Assad, l’ennesimo crimine israeliano in Palestina e in Libano…

Tutti temi in qualche modo legati alla figura del generale Soleimani.

Trump fu definito dal generale Soleimani “giocatore d’azzardo”, personaggio egocentrico e narcisista che voleva – e tutt’ora vuole – dimostrare al mondo intero di saper governare meglio degli altri politici americani, perfetto specchio della politica americana di imposizione di se stessi e dei propri interessi sugli altri, su cosa punterà questa volta Trump per dimostrare di essere più capace degli altri?

La questione siriana era per il generale Soleimani di importanza strategica, egli, in un discorso in cui rispondeva a coloro che criticavano il sostegno dell’Iran allae alla sua lotta al terrorismo, affermò:

“La Siria è la prima linea della Resistenza e questa è una realtà che non si può negare, noi abbiamo il dovere di sostenere i musulmani, poiché sono sotto pressione e oppressi. Quando la Siria è stata attaccata, sette Stati, ossia Qatar, Turchia, Arabia Saudita, Francia, Inghilterra, Stati Uniti e Israele erano in prima linea e in realtà volevano la caduta di Bashar. In quel momento i capi del regime sionista e di altri Stati della regione insistettero particolarmente sul fatto che Bashar dovesse andarsene e affermavano addirittura che al-Qaeda fosse meglio di Bashar. Jabaht al-Nusra è il covo di agenti di vari Stati, compie azioni selvagge, alcune sono talmente tragiche da essere inenarrabili”.

In tale discorso il generale Soleimani definiva la Siria di Bashar al-Assad come la prima linea della Resistenza per il ruolo che aveva nel sostegno allasia palestinese che libanese, era questo il motivo principale dell’ostilità degli Stati Uniti, Israele e dei loro alleati nei confronti del governo di Assad, e notiamo come siano state profetiche le parole del generalequando disse che “i capi del regime sionista e di altri Stati della regione insistettero particolarmente sul fatto che Bashar dovesse andarsene e affermavano addirittura che al-Qaeda fosse meglio di Bashar”.

Tutti loro hanno accolto con favore la caduta del governo di Assad e sono subito volati in Siria per offrire il loro sostegno ai leader della nuova Siria “libera”: individui che una volta venivano considerati terroristi, oggi sono stati “purificati”, le taglie sulle loro teste sono miracolosamente sparite.

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2019, Teheran: la Guida suprema della Rivoluzione islamica Sayyid Ali Khamenei, il segretario generale di Hezbollah Hassan Nasrallah e Qassem Soleimani

E come non ricordare la figura di Sayyid Hassan Nasrallah cui il generale Soleimani era fortemente legato?

Di lui il generale diceva: “[…] Sayyid Hassan Nasrallah, che è un semplice studioso [di scienze islamiche]. Perché il nemico lo teme? Tutto ciò per un solo motivo: ‘Chi teme Iddio, Iddio fa in modo che qualsiasi cosa lo tema, e chi non teme Iddio, Iddio fa in modo che tema qualsiasi cosa’”, e il nemico temeva tantissimo Nasrallah, tale da essere disposto a radere al suolo un intero quartiere di Beirut pur di ucciderlo, tanto chi ha il coraggio e la capacità di fermare Israele? Sicuramente non la così detta comunità internazionale, sicuramente non i paesi occidentali, così fieri di essere i principali sostenitori di democrazia, libertà e diritti umani… Possono i popoli riporre le loro speranze in costoro? Secondo me no, la comunità internazionale ha fallito, il futuro è dei popoli, che devono riuscire ad acquisire consapevolezza politica e riconoscere il nemico.

La Guida suprema dell’Iran, Sayyid Ali Khamenei, cinque giorni dopo il martirio del generale Soleimani affermò:

“Il popolo deve conoscere il nemico, il suo modus operandi e come reagire a questi metodi. […] Dico questo con determinazione: i nemici sono gli Stati Uniti, il regime sionista e il sistema oppressivo, che non è costituito solo dagli Stati Uniti, non sono solo i governi, ma un gruppo di multinazionali, saccheggiatori del mondo, oppressori globali e simili, che ostacolano qualsiasi realtà che si oppone all’oppressione e al saccheggio, questi sono i nemici. […] è necessario capire il piano del nemico, e di fronte a lui occorre prestare attenzione alle questioni principali, rappresentate dalle basi ideologiche – sia quelle islamiche che le questioni riguardanti la Rivoluzione – e l’unità della nazione, quest’unità, che fortunatamente abbiamo potuto osservare tra la gente dietro il feretro della pura salma del martire Soleimani e dei suoi compagni martiri, dev’essere salvaguardata, deve rimanere preservata, dev’essere questo l’orientamento della gente, l’orientamento rivoluzionario, cioè onorare gli uomini della Rivoluzione, onorare i martiri, onorare tutto ciò che rievochi i valori della Rivoluzione”.

Vero è che l’imam Khamenei parla in specifico del popolo iraniano e della Rivoluzione iraniana, tuttavia i suoi valori spirituali, morali e di lotta all’oppressione possono essere un modello anche per gli altri popoli, come pure può essere un esempio per tutti la dottrina e la strategia del generale Soleimani, basate sull’unire le forze e lottare per ideali elevati.

Di Hanieh Tarkian

03.01.2025

Hanieh Tarkian. Italo-iraniana, ha completato il corso di dottorato in Scienze islamiche presso il Jamiat az-Zahra, il più importante centro femminile di studi islamici dell’Iran, e ha terminato un Master in Relazioni Internazionali e Studi Strategici. Scrive di politica, religione e geopolitica, ed è docente di Studi islamici.

Fonte: comedonchisciotte.org

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