Se la nostra attenzione è guidata dall’Anima e quindi persegue un’intenzione di bene per me e per tutti, in termini buddisti parliamo di retta attenzione. Se, al contrario, la nostra attenzione è guidata dall’Ego, cioè dai nostri condizionamenti, sarà concentrata su ciò che genera in noi ogni forma di malattia e disturbo.
In questo secondo caso possiamo dire che il nostro io-governo ha perso la sovranità attenzionale, o sovranità del pensiero, non potendo più svolgere uno dei suoi compiti fondamentali: focalizzare l’attenzione su ciò che è più importante per la nostra felicità.
Perdere la sovranità attenzionale significa perdere anche quella percettiva e quella mnestica. Ciò significa che non siamo più noi a selezionare volontariamente gli oggetti della nostra percezione, e nemmeno i ricordi del passato.
Veniamo quindi invasi da percezioni e ricordi che non vorremmo avere. Percezioni e ricordi indesiderati non sono più fermati dal nostro sistema immunitario psichico, incapace di discernere tra ciò che ci fa bene e ciò che ci fa male.