Fine spiegato semplice.
“Buonasera soldati, siete pronti spero”. Esordisce così un trafficante in un gruppo whatsapp su cui sono riuscito ad entrare nelle settimane scorse. Da alcuni mesi sto seguendo le chat che intercorrono tra i trafficanti in Tunisia e la moltitudine di ragazzi africani che lì si è diretta per imbarcarsi verso Lampedusa.
Ciò che ho scoperto in rete è un florilegio di gruppi social, pagine su Facebook o Instagram, di trafficanti che agiscono in Tunisia con diramazioni nell’Africa subsahariana. Tutti gli screenshot raccolti sono pubblicati sul canale Telegram del’Urlo: https://t.me/lurlo_
In Tunisia il meccanismo che si è formato nell’ultimo anno è tutto diverso rispetto alla Libia. Diciamo funziona un po’ alla vecchia maniera: vieni, paghi, parti (in tempi rapidi).
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Solo che ora sono i social ad accorciare e a velocizzare la catena di trasmissione.
“Nuove partenze ancora dalla Tunisia per Lampedusa a 2500 dinari tunisini (740 euro). Il prezzo non è da contestare! Solo per i soldati già pronti qui in Tunisia, partenza in settimana. Capitan Jack Sparrow & whatsapp +21….”.
“Barca di gomma (Zodiac) motore Yamaha 75, il viaggio partirà questa settimana, se Dio vuole, ma ho urgente bisogno di un capitano”.
In realtà molte pagine Facebook non sono gestite dai singoli trafficanti, ma funzionano come bacheche degli annunci.
“Il sovraccarico è la causa principale dei naufragi. Dobbiamo fermare i sovraccarichi in nome dell’avidità. Già quei passeggeri pagano un sacco di soldi. Tu che pratichi il sovraccarico, soffrirai per il resto della tua vita”.
“Salve a tutti, siamo pronti, ho solo bisogno di 4 persone per organizzare la partenza. Se non siete seri, non scrivetemi. Se siete pronti per martedì scrivetemi”.
“Sto organizzando un viaggio al miglio 34 attualmente invece del solito miglio 80, se siete interessati contattatemi”. Nel caso la polizia tunisina o persino il governo italiano volesse fare qualcosa, oltre ai numeri di telefono dei trafficanti, qui come in altri messaggi è indicato anche il punto della partenza.
Più seguo queste pagine e più mi rendo conto che i migranti in Tunisia pronti alla partenza non transitano dalla Libia, in fuga dall’inferno come negli anni scorsi e come raccontato nell’Urlo.
Questi ora passano dall’Algeria. La cosa mi sorprende e decido di mettermi in contatto diretto con il trafficante sul suo numero whatsapp. Funziona. Non sospetta nulla. Questa la nostra conversazione:
“Ma come è possibile attraversare l’Algeria e arrivare in Tunisia? Sapevo che la polizia algerina arrestava tutti i migranti. Forse ora chiudono gli occhi?”
“Ciao. Sì fermano sempre, ma è la guida o il contrabbandiere che ti dirige. Ma io non sono in Tunisia”.
Se attraversano l’Algeria, deduco erroneamente, verranno dall’Africa occidentale e quindi mi spaccio per un maliano.
“Ho capito. Ma se vengo dal Mali, quanto tempo ci vuole per arrivare in Tunisia?”.
“Non conosco questo lato, non ci sono stato. Sono camerunese. Ti metto in contatto con uno del Mali”.
“Ho capito. Ma per te che stai in Camerun dunque non c’è bisogno di passare per l’Algeria, è più breve passare dalla Libia, giusto?”.
“Devi passare per l’Algeria. La Libia è bloccata”.
“Capisco. Tanto meglio, perché sapevo che passare per la Libia era troppo pericoloso. Ho sentito che la polizia tunisina respinge le persone nel deserto e le lascia lì a morire. È vero?”
“Sì, ci sono stati dei problemi”.
“Quanto tempo passa tra il momento in cui entriamo in Algeria e il momento in cui arriviamo a Lampedusa?”.
“Non c’è un tempo. Tutto dipende da Dio”.
A giudicare dalle storie dei ragazzi le cui vicende ho seguito in queste settimane, bastano poche settimane ora dal paese di origine fino a Lampedusa.
“Buonasera soldati, siete pronti spero”.
“Ma è sicuro?”.
“Dimentica la storia dei rischi, anche in aereo c’è lo stesso rischio”.
“Non ci sono rischi, eh?”
“Senti: quali soldi ti faranno camminare sull’acqua? Quale trafficante ti farà evitare il caldo del deserto? C’è un rischio, ma se hai il denaro abbastanza, allora prenditi un aereo”.
“Quindi ci state vendendo il sogno allora?!”.
C’è una cosa che preoccupa il trafficante, l’unica a quanto pare.
“Attenzione al Niger”.
“Cosa c’è da quelle parti?”
“Rischiamo che chiudano le frontiere entro la settimana”. Strani soldati. Con una guerra di liberazione dal colonialismo europeo alle porte, preferiscono fuggire verso l’Europa.
Ecco il listino prezzi:
“Non impongo il mio prezzo a nessuno, tutti sono liberi di seguirmi oppure no. Camerun – Orano è 250k Cfa (380 euro). Orano – Algeri 100k (150 euro). Algeri – Sfax 350k (530 euro). Sfax – Tunisi 150k (230 euro).
Il pagamento si può effettuare via Moneygram, Western Union o Ria”.
Per ora nessuno scappa da guerre nei Paesi da cui provengono i partecipanti di queste chat.
Se poi ci sarà una guerra su larga scala in Niger, la situazione sarà certamente diversa.
Ma per ora si tratta solo di raggiro di persone e traffico clandestino di esseri umani, con la regia dei trafficanti, la compiacenza dei governi africani e la collaborazione del governo Meloni.
I trafficanti vecchio stile non hanno mai avuto giorni più felici e fecondi di questi.
Fonte: lantidiplomatico.it