Gideon Levy sulla bizzarra difesa alla CIG sul genocidio

Spiegato semplice

Un uomo di nome Gideon Levy è molto triste e arrabbiato perché pensa che inposto chiamatoci siano cose molto brutte che succedono, comeeche soffrono molto. Alcune persone dicono che quello che sta succedendo a Gaza è come un genocidio, che è una parola molto grave che significa cercare di distruggere un gruppo di persone. Il paese di Israele sta dicendo che non è vero e che loro non hanno colpa, ma Gideon Levy non è d’accordo e pensa che stiano cercando di nascondere la verità.

C’è una grande discussione in un posto chiamato Corte internazionale di giustizia, dovesta cercando di difendersi dalle accuse. Gideon Levy dice che alcune delle cose che Israele sta dicendo non hanno senso, come quando dicono che stanno solo cercando di proteggersi e non fanno del male a persone innocenti, ma in realtà ci sono molte prove che mostrano che anche i bambini e altre persone che non combattono sono stati feriti o uccisi.

Inoltre, Gideon Levy parla di come in passato, quandoisraeliani hanno fatto cose sbagliate, quasi nessuno èpunito. Dice anche che una dottoressa ha detto che stanno spostando gliin un posto più sicuro, ma lui non crede che sia vero perché a Gaza non ci sono posti sicuri.

Infine, Gideon Levy parla di un uomo molto famoso e buono chiamato Nelson Mandela, che ha lottato per la nel suo paese, il Sudafrica, e ha detto che non poteva sentirsi veramente libero finché anche il popolo palestinese non era libero. Ora il Sudafrica sta cercando di aiutare i palestinesi facendo una causa contro Israele per genocidio, perché ilsa cosa significa soffrire e vuole aiutare ia essere liberi e sicuri.

Fine spiegato semplice.

PICCOLE NOTE

Addolorato il j’accuse di Gideon Levy riguardo laisraeliana sulle accuse di genocidio portate dal Sudafrica alla(Cig). Ne scrive su Haaretz, ne riportiamo ampi brani.

Se non è un genocidio a Gaza, allora cos’è?

Gaza, è genocidio?

“Come definire, in altro modo, i bambini moribondi sui pavimenti degli ospedali, alcuni dei quali non hanno più nessuno al mondo, e gli anzianiaffamati che fuggono per salvarsi la vita dall’incessante minaccia delle bombe che cadono ovunque?”

“La definizione giuridica cambierà il loro destino? Israele tirerà un sospiro di sollievo se la Corte respingerà le accuse? Per quanto riguarda il nostro Paese, se questa situazione non sarà giudicata come genocidio, la nostrasarà di nuovo pulita. Se L’Aia proclamerà che ‘non c’è un genocidio in atto’, saremo di nuovo gli uomini  più morali del mondo”.

Quindi, Levy ironizza sulla difesa esposta dai legali israeliani presso la Corte, ricordando anche l’accusa lanciata al Sudafrica di essere il “braccio legale di Hamas”, che riportiamo perché significativa della poca lucidità che stanno dimostrando nell’occasione gli esperti di pubbliche relazioni di Tel Aviv, che sperano di coprire quanto si sta consumando nella Striscia brandendo l’accusa di connivenza concontro chiunque devii dalla narrativa della Hasbara.

Israele e la Corte di giustizia internazionale

Levy segnala, in particolare, due passaggi della difesa, riguardo ai quali, annota, “era difficile decidere se ridere o se piangere. Come quando si è sostenuto che solo  Hamas è responsabile della situazione di Gaza. Israele non vi ha alcun ruolo né partecipazione. Dirlo a una prestigiosa istituzione internazionale significa mettere in dubbio e insultare l’intelligenza dei suoi giudici”.

“E che dire delle osservazioni del capo della squadra della difesa israeliana, professor Malcolm Shaw, il quale ha affermato: ‘Le azioni di Israele sono proporzionate e prendono di mira solo le forze armate?’ Che dire, appunto di quanto avviene realmente? Proporzionate con tutta la distruzione in atto? Se questo significa proporzionato, cos’è sproporzionato? Hiroshima?” [la cui devastazione, peraltro, è stata evocata da alti funzionari israeliani per quanto riguarda Gaza (New York Times), sulla quale si è abbattuta una potenza esplosiva doppia di quella di Hiroshima (al Jazeera)].

Inoltre, continua Levy, che dire delle altre affermazioni di Shaw, secondo il quale la nostra azione è rivolta “‘solo contro le forze armate’, quando si registra una moltitudine di bambini morti? Di cosa stava parlando? E poi quel ‘telefoniamo per evacuare le persone non coinvolte’; quante persone hanno ancora un telefono funzionante a Gaza e dove, esattamente, dovrebbero evacuare in quell’inferno, nel quale non rimane un solo angolo disicuro? E poi la conclusione definitiva: ‘Anche se i soldati violassero le leggi di guerra, il sistema legale israeliano si farà carico di questo”.

“Sembra che Shaw non abbia mai sentito parlare del sistema legale israeliano e ancor meno di quello che viene definito sistema legale militare. Non ha sentito che dopo l’operazione Piombo Fuso, ilcon Gaza del 2008-2009, solo quattro soldati sono stati incriminati per reati penali e solo uno di loro è finito inper il furto di una(!). Tutti gli altri, che hanno imperversato con bombe e proiettili contro degli innocenti, non sono stati incriminati, né mai lo saranno”.

“E che dire delle osservazioni della dottoressa Galit Rejwan, la scoperta del fine settimana – la quale senza dubbio sarà scelta per accendere la fiaccola di quest’anno alla cerimonia del Giorno dell’Indipendenza sul monte Herzl – che ha affermato: ‘L’IDF sta trasferendo gli ospedali in un luogo più sicuro’. Al Shifa verrà trasferita a Saba? Rantisi a Soroka? Di quali luoghi sicuri a Gaza sta parlando e quali ospedali sposterà l’IDF?”

“Niente di tutto ciò, ovviamente, prova che Israele ha commesso un genocidio. Lo deciderà il tribunale. Ma come sentirsi a proprio agio con tali argomenti a favore della difesa? Come sentirsi bene dopo L’Aia? Come sentirsi bene dopo Gaza?”

L’ombra di Mandela sulla causa del Sudafrica

Un’ultima annotazione la riprendiamo dall’Associated Press, che racconta l’incontro tra Nelson Mandela con Yasser Arafat, quando i due leader politici ebbero ad associare le rispettive cause, la fine dell’Apartheid e ladidel popolo palestinese.

Tanto che, quando tutto il mondo si felicitò con Mandela per la vittoria della sua causa, dopo aver ringraziato per le felicitazioni, aggiunse: “Sappiamo troppo bene che la nostra libertà è incompleta senza la libertà dei palestinesi”.

Così suona convincente il titolo che l’Ap ha inteso dare alla sua nota: “L’impegno di Mandela per lacontinua oggi con la causa intentata del Sudafrica a Israele per genocidio”.

L'impegno di Mandela per la causa palestinese continua oggi con la causa intentata del Sudafrica a Israele per genocidio

Per questo è così importante che a intentare la causa persia stato il Sudafrica, che ha conosciuto gli orrori dell’apartheid, condizione alla quale erano sottoposti i palestinesi ben prima del 7 ottobre e delladi Gaza, come denunciato da Amnesty international e come hanno affermato più volte tanti intellettuali israeliani, compresi tanti recalcitranti ad accettare tale accusa, e addirittura l’ex capo del Mossad Tamir Pardo, che sapeva perfettamente di cosa stesse parlando.

Fonte: lantidiplomatico.it

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