[VIDEO] Ustica: perché ora dicono la verità?


Le affermazioni di Amato su Ustica stanno suscitando un terremoto. Ma perché Amato parla solo ora dopo 40 anni dall'evento?


Spiegato semplice

Un ex presidente del consiglio italiano, Giuliano Amato, ha detto che un aereo italiano precipitato in mare vicino all’isola dinel 1980 fu abbattuto da un caccia francese che cercava di eliminare Gheddafi, un leader libico. Questo causò la morte di 81 persone. Queste dichiarazioni stanno causando molte discussioni. Alcuni si chiedono perché Amato abbia aspettato 40 anni per dire queste cose. Alcuni pensano che abbia parlato ora perché è molto anziano e non ha nulla da perdere. Altri pensano che abbia parlato perché qualcuno gli ha detto di farlo. Queste dichiarazioni sono state riportate da molti giornali importanti.

Fine spiegato semplice.

Le affermazioni dell’ex presidente del Consiglio e della Corte Costituzionalesu Ustica stanno suscitando un terremoto. Amato ha affermato che ad abbattere l’aereo italiano, causando 81 morti, è stato un caccia francese che cercava di eliminare Gheddafi, in volo in quella zona nello stesso momento. Queste affermazioni non sono nuove ma confermano una serie di fatti, non solo su quell’evento ma sul potere in occidente e ine pongono dei quesiti. Ma perché Amato parla solo ora dopo 40 anni dall’evento? Proviamo a rispondere.

Trascrizione del video

Salve a tutti amici, ben ritrovati sulla Finanza sul Web. Oggi su tutti i giornali sono esplose le dichiarazioni bomba, sono riportate le dichiarazioni bomba di Giuliano Amato, ex Presidente del Consiglio ed ex Presidente della Corte Costituzionale di Ustica. Amato ha dichiarato che ad abbattere il 19 italiano uccidendo 81 persone sui cieli di Ustica è stato un missile lanciato da un caccia francese partito dalla Corsica che cercava di eliminare il colonnello Gheddafi, Presidente libico, nell’ambito di una finta esercitazioneche avrebbe dovuto rappresentare la giustificazione per quello che si voleva presentare come un incidente. Queste affermazioni ci danno una serie di conferme e ci pongono una serie di quesiti. Cominciamo con le conferme, innanzitutto lo scenario delineato da Amato conferma nella sostanza quella che è l’idea di fondo dei complottisti e cioè la presenza, l’esistenza di uno Stato profondo che in realtà determina e condiziona le istituzioni democratiche che sono in buona sostanza semplicemente un’apparenza. Perché? Perché secondo il racconto di Amato dei paesi nato hanno organizzato una finta esercitazione militare con lo scopo di compiere quello che tecnicamente è un atto diinternazionale e cioè l’uccisione di un capo di Stato, il tutto al di fuori della legge internazionale, al di fuori della Costituzione italiana e delle altre Costituzioni democratiche e al di fuori di quei valori che i paesi del cosiddetto occidente allargato affermano di professare e di portare avanti. Oltre a questo c’è un ulteriore elemento che emerge in termini chiarissimi e cioè il fatto che a governare di fatto i processi politici, mediatici, giudiziari all’interno delle cosiddette democrazie occidentali è appunto questo quacervo di interessi che possiamo chiamareche è in grado di determinare e di comandare tutte le altre istituzioni, le istituzioni politiche, la magistratura, i servizi segreti, i media eccetera. Se quello che Amato dice è vero e non abbiamo motivo di dubitarne, i servizi segreti italiani hanno lavorato alla cremente per 40 anni per nascondere la verità sulla morte di 81 cittadini italiani all’opinione pubblica, contestualmente la magistratura ha cercato di insabbiare, di nascondere, non è arrivata a purare, a accertare le responsabilità di un crimine così grave, nonostante gli elementi fossero tutti presenti sulla scena di questo crimine. I militari, l’esercito italiano non ha dato le informazioni, non ha raccontato quello che sapeva su questo evento, questa vicenda e infine la stampa, al di fuori di alcuni giornalisti particolarmente coraggiosi, ha evitato di portare all’attenzione dell’opinione pubblica tutte le informazioni che invece erano in qualche misura fruibili e quindi, nonostante gli sforzi delle famiglie e delle vittime, per 40 anni non c’è stata una verità ufficiale e la tesi dell’abbattimento tramite un missile dell’aereo all’interno di uno scenario di guerra, pur essendo presente, pur essendo sottotraccia per tutti questi decenni, è stata sempre derubricata a ipotesi complottista, non provata, senza elementi, fino a quando oggi un uomo di straordinaria importanza all’interno delle istituzioni e anche del Deep State italiano, pensiamo appunto Presidente del Consiglio, Ministro, Presidente della Corte Costituzionale, ha detto con estrema tranquillità che sapevano benissimo che il 19 di Ustica è stato abbattuto da un missile francese. Ci sono poi altri elementi che questa vicenda conferma e che tratteggiano uno scenario che la libera informazione racconta da tempo, innanzitutto che le istituzioni italiane rispondono a interessi di altri paesi, cioè l’Italia ha l’obbligo di obbedire a ciò che gli viene imposto dagli Stati Uniti e in misura minore da altri paesi come la Gran Bretagna, lae la Germania, perché di fatto questo attacco a Gheddafi era un attacco anche agli interessi italiani, laera un paese strettamente alleato di Roma e importantissimo tanto per la nostra sicurezza energetica quanto per la nostra sicurezza geopolitica. Qualche decennio dopo la stessa Francia, che non era riuscita a eliminare Gheddafi nell’ambito di questo attentato, ha poi provveduto a farlo fuori attraverso una guerra vera e propria illegale e condotta ancora una volta sulla base di palesi menzogne su stermini e fosse comuni che sarebbero stati presenti in Libia e che in realtà non c’erano e questo ha danneggiato enormemente il nostro paese. Nonostante questo l’Italia non solo non si è opposta all’attacco ai suoi interessi attraverso l’uccisione di Gheddafi e la guerra in Libia, ma addirittura ha partecipato, ha aiutato i francesi e la nostra stampa, i nostri servizi hanno avvallato la tesi del Gheddafi macellaio che stava massacrando il suo stesso popolo e che quindi andava fermato. La Francia, esattamente come la Germania, in questi anni ha attaccato costantemente gli interessi italiani senza che da Roma provenisse nessuna concreta risposta e anzi con la politica italiana, le istituzioni italiane e i media italiani che in qualche misura collaboravano all’attacco ai nostri interessi nazionali. C’è però anche un ulteriore elemento che va considerato e cioè che i politici della Prima Repubblica, seppur in maniera ambigua e sotterranea, non facevano questo, tutelavano i nostri interessi nazionali. Amato ha affermato che è stato Craxi ad avvertire Gheddafi del rischio consentendogli di salvarsi. Questa affermazione è stata smentita da Bobo Craxi, il figlio dell’ex Presidente del Consiglio, il quale ha affermato che nel 1980 Craxi non era ancora né Ministro né Presidente del Consiglio, era semplicemente il capo del Partito Socialista e che quindi non aveva, non poteva avere queste informazioni, ma soltanto qualche anno dopo, nel 1986 Craxi avvertì Gheddafi che avrebbero cercato di bombardarlo. Anche Debora, anche Debora Billi con la quale ci siamo sentiti questa mattina per commentare questa notizia bomba, ha detto la stessa cosa, non poteva essere stato Craxi a dare la soffiata a Gheddafi. Probabilmente Amato ha attribuito la responsabilità di questa azione a Craxi perché tanto ormai è morto, quindi non può smentire, ma soprattutto non può essere colpito. È possibile o è anche verosimile che quello che comunque era il Presidente di un partito fondamentale negli equilibri politici italiani di governo, avesse contatti, informazioni con qualcuno che lo ha messo al corrente a livello dei deep state internazionali, magari invitandolo ad avvertire il colonnello Gheddafi. Questo è tutto sommato poco rilevante. Quello che invece è significativo è che sia stato Craxi o non sia stato Craxi, che comunque l’ha fatto nell’86, i politici italiani della Prima Repubblica, nell’ambito della scarsa libertà di movimento che avevano a livello internazionale, comunque tentavano di difendere gli interessi fondamentali del nostro Paese. Quella stessa magistratura che per 40 anni ha guardato altrove e si è ben guardata dal accertare le verità processuali riguardo a Ustica, pochi anni dopo ha iniziato a smantellare attraverso l’operazione Mani Pulite i politici della Prima Repubblica, i quali appunto proprio per questo atteggiamento di difesa dell’interesse nazionale fondamentale, non erano graditi a Washington e nelle altre capitali che contano come Londra e Parigi. Durante tutta la prima fase della guerra fredda, l’autonomia della politica fortemente mediterranea che l’Italia aveva portato avanti, pensiamo a Mattei, pensiamo alla politica estera, filoarab, etc., era stato tortocollo tollerata dagli Atlantici per il fatto che l’Italia era un Paese importantissimo nello scontro tra Stati Uniti e Unione Sovietica in quanto porteri nel Mediterraneo e quindi hanno tollerato che i nostri politici facessero un minimo gli interessi nazionali. Poi, non appena l’URSS è implosa, con Mani Pulite hanno cancellato, si sono vendicati, hanno regolato i conti con quella classe politica, arrestandoli, distruggendoli attraverso un processo di attacco giudiziario e contestualmente attacco mediatico con tutti i giornali che denunciavano gli scandali della Prima Repubblica per sostituirli con un’altra classe politica molto più corrotta ma totalmente prona agli interessi degli Stati Uniti o di altri Paesi come la Francia, la Gran Bretagna e la Germania e questo lo abbiamo visto in maniera plateale con l’Unione Europea, con l’Euro, con l’austerità, con la graduale deindustrializzazione del nostro Paese e la partecipazione e l’appoggio a guerre come quella era Kena, che di fatto andavano esattamente come quella libica contro i nostri interessi nazionali. C’è però da sottolineare che queste affermazioni Amato le ha fatte soltanto adesso, perché proprio adesso? Qualcuno penserà che le ha fatte adesso perché ormai è molto, molto anziano e quindi non ha nulla da perdere e non ha molto di cui preoccuparsi, visto che la sua aspettativa di vita è piuttosto limitata. Io non credo che le cose siano andate così, credo che Amato parli ora perché qualcuno ora gli ha detto di parlare e chi può essere questo qualcuno? Oltretutto a riportare queste affermazioni con tutta questa enfasi è stata Repubblica, quindi un giornale totalmente schierato con le oligarchie atlantiche, con gli Stati Uniti d’America, con i poteri finanziari e anche gli altri giornaloni dal Corriere in Giù hanno rilanciato la notizia in maniera molto visibile, facendo un gran clamore mediatico, perché? Secondo me perché nel nuovo scenario gli equilibri tra le potenze atlantiche sono cambiati radicalmente, noi abbiamo visto come con la guerra scoppiata tra gli Stati Uniti da un lato e la Russia e la Cina dall’altro, ad andarci di mezzo sia stata in primo luogo la Germania e in secondo luogo la Francia, la Germania ha ricevuto da parte delle forze guidate di fatto e controllate dagli Stati Uniti, addirittura un attacco alle sue infrastrutture strategiche, cioè al North Stream, si trova ora in una situazione difficilissima perché non ha l’energia russa, quindi in profonda decadenza industriale e ha visto quello che di fatto è un atto di guerra letteralmente da parte dei paesi che obbediscono agli Stati Uniti. Contestualmente la Francia ha visto i suoi interessi fondamentali anche a livello energetico colpiti duramente in Africa, prima in Niger e successivamente in Gabon, ad opera di colpi di Stato che sono avvenuti se non proprio con la complicità degli Stati Uniti come abbiamo detto in altri video, comunque con l’ok da parte di Washington, cosa ci dice questo? Ci dice che verosimilmente gli americani hanno progettato insieme ai cinesi un mondo bipolare in cui le medie potenze, in particolare la Francia e la Germania, che erano in particolare la Germania emerse in maniera molto forte negli ultimi anni, vengano ridimensionate profondamente e quindi si colpisce la Germania e la Francia per aumentare la proiezione, il controllo degli Stati Uniti all’interno del blocco occidentale di cui sono i leader. In questo contesto l’Italia ha cambiato politica, perché come ha mostrato l’uccisione di Gheddafi e la tentata uccisione precedentemente, ma anche come hanno mostrato l’austerità, come hanno mostrato le norme europee, il non volere in nessun modo un’immersione, una crescita del nostro Paese, sono state in particolare Gran Bretagna, Francia e Germania. La Gran Bretagna è nel blocco con gli Stati Uniti, ma la Francia e la Germania ora sono in qualche modo cadute in disgrazia agli occhi di Washington e in questo senso sembrerebbe che l’Italia della Meloni o meglio incarnata dalla Meloni, rappresentata dalla Meloni, assolutamente filoatlantica, punti a avere un ruolo di maggior peso presso gli Stati Uniti e possa in questo modo andare a colpire, a rispondere agli attacchi economici della Germania e geopolitici della Francia, grazie al fatto di avere le spalle coperte dagli Stati Uniti. Se questa interpretazione è giusta, Amato parla ora non perché è vecchio e ormai non ha nulla da perdere, ma perché in questa maniera si rende strumento di un ulteriore attacco in questo caso politico alla Francia, dopo che lo stesso paese è stato attaccato nei suoi interessi fondamentali in Africa e questo può avvenire solo ed esclusivamente con l’Ok degli Stati Uniti, perché senza l’Ok degli Stati Uniti un uomo come Amato non parlerebbe e dei giornali come Repubblica o Il Corriere non riporterebbero con tutta questa enfasi le sue dichiarazioni. È quindi abbastanza probabile lo scenario di un’Italia che si appiattisce sugli interessi americani, che sono diversi e spesso opposti ai nostri, anche per avere un maggior peso nello scontro con quelli che sono i reali concorrenti, quelli che sono stati i reali nemici dell’Italia negli scorsi decenni e cioè i paesi come la Francia, la Germania e anche la Gran Bretagna che non hanno mai accettato che l’Italia potesse essere una potenza economica e politica che potesse sedersi come loro pari ai tavoli internazionali che contano. Quello che sta succedendo sembra confermare questo cambiamento negli atteggiamenti fondamentali del nostro paese nei confronti di Parigi, di Berlino e di Londra.

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