Fine spiegato semplice.
di Giuseppe Masala per l’AntiDiplomatico
Ieri è stato il grande giorno delle comunicazioni al popolo francese di Emmanuel Macron sulla crisi ucraina. Non si è trattato del solito importante discorso dai toni retorici e roboanti tipici degli eventi bellici, ma di una più “confidenziale” intervista condotta da due giornalisti, ovviamente nel rispetto della parità di genere. Lo sottolineo perché purtroppo nell’occidente dell’ipocrisia farisaica woke gli elementi formalistici legati alla inclusività sono più importanti – evidentemente – della sostanza del rischio di far scoppiare una guerra termonucleare sul suolo europeo.
Venendo alla sostanza delle dichiarazioni di Macron, non mi pare azzardato definirle storiche. Molti commentatori, sfortunatamente, stanno già sminuendo quanto è stato dichiarato, provando ad ascrivere il discorso di Macron al campo dei bluff. No, signori, mi permetto di dire che Macron non sta bluffando, ma fa un discorso serio e razionale (sebbene non esplicitato in tutte le sue parti). Cosa questa che ha capito benissimo Tajani, il nostro ministro degli Esteri che non ha atteso neppure la fine dell’intervista per tuonare da Roma l’indisponibilità italiana a inviare truppe in Ucraina e dunque, di fatto, a entrare in guerra con la Russia.
Viene da sorridere amaramente, pensando alla posizione italiana, ancora una volta legata alla sostanziale “non belligeranza” mussoliniana che tutti abbiamo studiato nei libri di storia. E come accadde in quell’ormai remoto passato molto probabilmente la catena di eventi che si sta innescando spingerà l’Italia ad entrare direttamente in conflitto; tutto questo al di là delle buone intenzioni di Tajani, di Crosetto, di Meloni e certamente di Mattarella, che certamente sarebbero ben lieti di evitare il peggio.
La prima considerazione che possiamo fare sul discorso di Macron è quella relativa alla perfetta riuscita dell’effetto rana bollita, certamente voluto dagli spin doctors. L’intervento diretto delle truppe occidentali in Ucraina, che solo fino a due mesi fa veniva visto da tutte le opinioni pubbliche occidentali come assolutamente folle, è ora pienamente sdoganato e l’ipotesi appare come ragionevole e plausibile. Già questo è un innegabile successo per i Dottor Stranamore che da anni ormai architettano lo sbocco bellico sul suolo europeo.
Venendo al merito delle affermazioni di Macron, credo sia corretto focalizzarsi su alcune sue affermazioni – a mio modo di vedere – fondamentali.
La prima è la seguente: «Se la Russia vincerà questa guerra, la credibilità dell’Europa sarà ridotta a zero». Affermazione certamente vera, l’Europa da una eventuale vittoria della Russia sul suolo ucraino sarebbe devastata nella sua credibilità sotto ogni aspetto. Innanzitutto nei confronti degli altri paesi del mondo che sanno benissimo che l’Europa si è spesa diplomaticamente e militarmente per l’Ucraina ma ciò non sarebbe dimostrato sufficiente. Ciò costituirebbe un colpo molto duro per il prestigio e la credibilità europea nel mondo: i rapporti tra stati sono innanzitutto rapporti di forza, se ti sei dimostrato debole conti poco, questa è la realtà. Ma la credibilità dell’Europa intesa come credibilità delle élites europee ne uscirebbe devastata anche di fronte alle opinioni pubbliche interne, che vedrebbero i propri governanti come totalmente incapaci di guidare il continente europeo e che, dunque, sarebbero da sostituire nel più breve tempo possibile.
La seconda affermazione del presidente francese da sottolineare è certamente questa: «Se la Russia dovesse vincere questa guerra, la vita dei francesi e di tutti gli europei cambierebbe». Anche qui Macron non si può dire che abbia mentito. Non poteva essere più esplicito. Innanzitutto bisogna ricordare che a causa delle rovinose sanzioni inflitte alla Russia l’Europa ha perso la propria sicurezza energetica negli approvvigionamenti e la propria competitività a causa dell’aumento spropositato della bolletta energetica. Non solo, l’eventuale vittoria della Russia, significherà probabilmente oltre alla fine della Nato, anche la fine della UE e della fondamentale (per Parigi) unione monetaria europea. Infatti, è evidente come i paesi con una forte posizione finanziaria netta della Unione Monetaria, di fatto garantiscono la posizione finanziaria netta negativa dei paesi appartenenti all’eurozona. Si tenga conto che la Francia ha una posizione finanziaria in profondo rosso per il 32,3% del suo PIL (Fonte: Banque de France). Considerato che nel 2023 la Francia ha un pil di oltre 2700 miliardi di euro, possiamo dire che il NIIP è negativo per oltre 900 miliardi di euro. Giusto per dare un’idea, quando da Berlino chiesero all’Italia il rientro della posizione e fu varato il governo Monti, avevamo un NIIP negativo per meno della metà di quello che ha oggi la Francia. Il ritorno al Franco per Parigi sarebbe la morte economica con uno scenario di tipo argentino, peraltro amplificato dal fatto che alla crisi francese bisognerebbe aggiungere l’altrettanto enorme crisi inglese e americana che si verrebbero a creare per lo stesso motivo di un debito estero assolutamente insostenibile.
Credo che quanto ho illustrato chiarisca bene le sibilline (ma chiare) parole di Macron che non a caso ha aggiungo: «Oggi siamo pronti a utilizzare tutti i mezzi necessari per garantire che la Russia non vinca la guerra in Ucraina, compreso l’invio di truppe». Date le premesse illustrate questa affermazione non è, a mio avviso, da considerarsi come un bluff di un giocatore di poker o la minaccia di un pazzo, ma come l’ovvia considerazione di chi sta lottando per la sicurezza economica e sociale del suo popolo ormai in pericolo mortale.
Infine forse l’affermazione più sibillina e dai toni quasi oracolari: «La nostra capacità nucleare dà sicurezza ai francesi», Anche questa affermazione va saputa leggere. Macron non dice che le armi nucleari francesi danno sicurezza agli europei o più in generale agli alleati, ma che danno sicurezza ai francesi. Non si è trattato certo di un errore da parte del Presidente francese ma di una importante sottolineatura: l’ombrello nucleare francese serve solo per garantire la sicurezza dei francesi e a tale proposito verrà usato. Ancora una volta appare chiaro che Roma, Berlino, Varsavia, Praga, Vienna, Stoccolma ecc. sono totalmente prive di quella protezione che potrebbe essere data dalla possibilità di ritorsione garantita dalle armi nucleari francesi.
Come è evidente da questa ambigua affermazione il territorio europeo all’est del Reno, è per Macron sacrificabile in una guerra all’ultimo sangue con la Russia. E del resto solo degli sprovveduti potrebbero credere che la Francia sarebbe pronta a sacrificare Parigi per una delle altre capitali europee. Peraltro lo stesso discorso si può fare sui reali scopi del deterrente nucleare inglese e americano, tanto per essere chiari.
Ciò non di meno, questi paesi stanno spingendo gli altri europei a immolarsi in un confronto diretto con la Russia, così come hanno fatto immolare gli ucraini.
Fonte: lantidiplomatico.it