Boom di scomparsi: oltre 15mila persone hanno fatto perdere le tracce nel 2023

Spiegato semplice

C’è un rapporto del governo che dice che ci sono molte persone che sono scomparse e non sono state ancora ritrovate. L’anno scorso, circa la metà delle persone che sono scomparse sono ancora da trovare. Ogni giorno, circa 80 persone sono state segnalate come scomparse, e molte di queste sono bambini o ragazzi sotto i 18 anni. Anche molti adulti stranieri sono scomparsi, e solo un terzo di loro è stato ritrovato. La Sicilia è il posto dove più persone scompaiono, soprattutto perché è un luogo dove arrivano molti migranti. Alcune persone anziane scompaiono anche perché hanno problemi di memoria come l’Alzheimer. Il rapporto parla anche di persone che scompaiono più volte e di circa 1000 corpi trovati che nessuno ha riconosciuto.

Fine spiegato semplice.

Sono oltre 15mila le denunce ancora attive riguardantinello scorso anno, pari a circa la metà delle sparizioni formalmente segnalate. È quanto emerge dalla XXX Relazione del Commissario Straordinario del Governo per le Persone Scomparse, che sottolinea come questo dato sia fortemente in aumento rispetto al 2022, avendo fatto segnare addirittura un +20,3%. Lo scorso anno, infatti, sono state registrate 29.315 denunce totali – una media di 80 al giorno, contro le 67 dell’anno precedente – e 14.159 ritrovamenti. Quasi l’80% del totale è costituito da minori di 18 anni (21.951 casi), mentre il 21,7% sono persone tra i 18 e i 65 anni. Solo il 3,4%, infine, ha più di 65 anni. A essere maggiormente interessati dal fenomeno sono i cittadini stranieri, che rappresentano il 67% delle denunce. Di questi, solamente il 34% è stato ritrovato. Al 31 dicembre 2023, inoltre, sono mille i cadaveri non identificati inseriti nel Registro Nazionale.

Il dato più evidente che affiora dal report concerne la grande incidenza che, sul totale degli scomparsi, hanno gli stranieri e i minori di 18 anni. Tra le persone di cui è stata denunciata la scomparsa, infatti, ben due su tre sono cittadini di nazionalità estera, e di questi solo 1 su 3 è stato ritrovato (6.737 su 19.646). Un dato assai diverso da quello riferito ai soggetti di nazionalità italiana che hanno fatto perdere le loro tracce, che nel 76,8% dei casi (7.422 su 9.669) sono stati ritrovati. Nella relazione si spiega che le statistiche riepilogative in merito alle motivazioni registrate in sede di denuncia di scomparsa dei soggetti stranieri “stimano l’allontanamento volontario nell’88% dei casi (17.286 su 19.646)” e, dai riscontri effettuati, “le scomparse registrate come allontanamento volontario avvengono sovente da istituti o comunità, soprattutto nel caso di minori strani”. Su tale focus, l’Ufficio ha deciso di avviare un monitoraggio. Non è forse un caso che l’esame dei dati sui cittadini stranieri a livello regionale confermi, come avvenuto nelle annate precedenti, che la Sicilia – principale approdo di migranti nel Mediterraneo, anche di quelli il cui obiettivo non è la permanenza nella Penisola – sia quella con il maggior numero di denunce di scomparsa, pari al 35% del totale (6.883 su 19.646), con solo 1.975 persone ritrovate su 6.883. A seguirla, ci sono poi Campania e Lombardia. Le regioni in cui si attesta il minor numero di scomparse sono la Valle d’Aosta il Trentino-Alto Adige, il Molise e la Sardegna, con meno dell’1% dei casi. Passando in rassegna i dati riferiti alle fasce anagrafiche, si scopre che 4 persone su 5 tra quelle scomparse sono minori. Una categoria che vede, peraltro, la minor percentuale di ritrovamenti, pari al 40,6% (8.914 su 21.951), mentre quella della fascia 18-65 anni si attesta al 70% (4.467 su 6.376) e quella over 65 al 78,7%. Nell’ultimo caso, come certifica il report, si tratta spesso della scomparsa di persone affette dalla sindrome dio da altre forme di deficit cognitivo, che a causa di queste patologie si trovano ad allontanarsi dalle strutture di pronto soccorso, di accoglienza o dalla propria abitazione. La relazione ha inoltre introdotto, per la prima volta, l’analisi delle “denunce di scomparsa ripetute”, in cui vengono enumerati i casi di soggetti che scompaiono e vengono più volte rintracciati: si parla, nello specifico, di 1.746 persone. Gli eventi di scomparsa hanno infatti interessato, in tutto, 26.494 soggetti.

Una questione toccata dal Commissario Straordinario del Governo per le Persone Scomparse che può ovviamente avere un diretto collegamento con il fenomeno dei mancati ritrovamenti è quella inerente l’identificazione dei cadaveri senza nome, che all’interno del rapporto viene definita come un “obiettivo di impatto strategico per l’attività dell’Ufficio”. Al 31 dicembre 2023, infatti, all’interno del Registro Nazionale istituito a tal fine nel 2007 dal Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, si contano circa 1.000 salme non identificate. Nell’elenco, in cui si trovano le segnalazioni di rinvenimento di cadaveri non identificati, si possono consultare specifiche informazioni in merito ai particolari fisionomici, ai segni e ai contrassegni presenti sul corpo dei defunti rimasti senza nome, con la notazione di tutta una serie di circostanze legate al ritrovamento delle salme che possono risultare utili al fine del loro riconoscimento.

[di Stefano Baudino]

Fonte: lindipendente.online

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