I nipoti di Al Qaeda ora sono buoni

Spiegato semplice

Il testo parla di come alcuni gruppi che prima erano considerati terroristi, come quelli di Al Qaida, ora vengono visti come “ribelli” che lottano per la libertà. L’autore si chiede se sia giusto che questi gruppi prendano il potere, perché potrebbe portare a più caos e problemi, come un aumento di persone che scappano dalla guerra. Inoltre, parla di come gli Stati Uniti e altri paesi hanno vinto alcune battaglie, ma questo ha anche reso più forte lae potrebbe far aumentare le tensioni con l’Iran. Alla fine, l’autore si preoccupa che per risolvere un problema, ne stiamo creando molti altri.

Fine spiegato semplice.

di Paolo Desogus*

E improvvisamente anche i superstiti di Al Qaida sono diventati buoni: non più sanguinari terroristi ispirati alle follie di Bin Laden, ma “islamici moderati”. I giornali italiani li chiamano “ribelli”, un po’ come dei partigiani… il fatto che agiscano per conto di potenze straniere, Turchia in primis, ma anche USA e Israele non conta. Sono ribelli e in cuor loro agiscono in nome della che noi occidentali conosciamo bene e sappiamo riconoscere’meglio di chiunque altro.

Ora, non ho nessuna simpatia per Assad e il suo regime. Bisogna però avere il coraggio di chiedersi se sia veramente più auspicabile che, una volta deposto, nasca una nuova teocrazia. Non solo, la caduta di Assad porta con sé il caos in un paese già dilaniato dalla guerra. È probabile che una nuova ondata di profughi si diffonda tra i paesi mediorientali, cioè in un contesto già segnato dagli sconvolgimenti dellain Libano e a Gaza. Dal medi oriente punteranno all’Europa. E noi cosa faremo? Li respingeremo dopo essere stati fra le cause del loro esodo?

A questo si aggiunge un altro problema. Gli USA e Israele hanno vinto. Hanno sbaragliato Hezbollah, portato ai minimi termini l’influenza iraniana, costretto la Russia a ritirarsi (vedremo in cambio di cosa). Allo stesso tempo hanno però accresciuto il potere geopolitico della Turchia, che ha pilotato i “ribelli” e che ha già in mente di annettersi qualche altro pezzo di Siria (lo ha già fatto qualche anno fa ma nessuno si è scandalizzato). Era veramente il caso?

E poi c’è l’Iran, a meno di non pensare di infliggergli il colpo di grazia con una guerra sanguinosa, il paese degli Ayatollah accelererà i lavori di produzione dell’atomica. Sentendosi sempre più minacciato, la via nucleare è l’unica che gli resta per sopravvivere. Era il caso di arrivare a questo punto? Ci sentiamo più sicuri? 

Chissà poi se i reduci di Al Qaida sono veramente così moderati. Anche l’ascesa di Bin Laden è stata favorita dagli USA. Ma al Pentsgono se lo sono scordato. 

Per risolvere un problema ne creiamo mille altri. È ormai il nostro marchio di fabbrica occidentale.

*Post Facebook del 8 dicembre 2024

Paolo Desogus

Paolo Desogus


Professore associato di letteratura italiana contemporanea alla Sorbonne Université, autore di Laboratorio Pasolini. Teoria del segno e del cinema per Quodlibet.

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Fonte: lantidiplomatico.it

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