Morire di Propaganda

Spiegato semplice

Recentemente è stata approvata una nuova legge sulla sicurezza che parla della canapa, una pianta che può essere sia una droga che utile in molti modi. La legge vieta di produrre e vendere i fiori di canapa che contengono una sostanza chiamata THC, che può far male. Tuttavia, la canapa produce anche CBD, che è utile e non fa male.

La canapa è stata usata per migliaia di anni per fare tante cose, come tessuti, carta e cibo. In passato, l’Italia era un grande produttore di canapa, ma poi è stata abbandonata a causa dell’industria chimica. Oggi, la canapa potrebbe aiutare a risolvere problemi come la crisi energetica e alimentare, ma la legge si concentra solo sui rischi della droga.

Se non si permette di coltivare canapa, molte persone perderanno il lavoro e ci saranno danni all’economia. La legge sembra più interessata a proteggere la sicurezza pubblica che a considerare i benefici della canapa.

Fine spiegato semplice.

Di Daniele Ioannilli per ComeDonChisciotte.org

Da qualche giorno è stato approvato, mediante decreto legge, l’ultimo DDL Sicurezza tanto discusso. Rispetto il testo varato dalla Camera le varianti sono poche. E’ interessante qui riflettere sull’articolo avente oggetto le inflorescenze prodotte dalla famosa Canapa, pianta potenzialmente psicotropa e quindi considerata da tutti “stupefacente”, anche se con diversa intenzione.

Mediaticamente e direi anche propagandisticamente affermare “la droga fa male” garantisce indubbiamente un giusto consenso. Lo “spinello” non deve essere tollerato perchè anche se non ce ne accorgiamo i suoi effetti tossici sul cervello ci sono. Quindi un buon legislatore deve impedirne il consumo, sia sanzionando l’utilizzatore sia il produttore e distributore di tale sostanza.

Ma la pianta denominata Canapa è particolare: è classificabile come droga ma anche come non droga. E come non droga è una pianta dalla versatilità quasi infinita, e un buon legislatore dovrebbe obbligatoriamente tenerne conto.

È il THC, la sostanza psicotropa della canapa che si vuole combattere vietando come recita il decreto legge “l’importazione, la cessione, la lavorazione, la distribuzione, il commercio, il trasporto, l’invio, la spedizione e la consegna delle inflorescenze dellacoltivata anche in forma semilavorata, essiccata o triturata e i prodotti contenenti o costituiti da tali inflorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli olii da esse derivati”.

Ma il fiore che produce THC, la droga, produce anche CBD, ovvero la non droga. E questo CBD ha infiniti usi di grande valore.

Brevemente, la Canapa può essere una pianta maschio o femmina. Il maschio giunto a maturazione produce sostanzialmente polline utile alla femmina. La femmina a maturazione produce fiori che possono essere impollinati per fare i semi o non impollinati. Il THC e il CBD sono presenti dunque solo nei fiori della femmina. Una pianta femmina impollinata ha prevalenza di CBD, una non impollinata di THC, ragione questa che spinge i produttori di droga a eliminare nelle coltivazioni i maschi non appena li riconoscono.

Da questo cosa capiamo? Che per un produttore è impossibile non far fiorire la pianta (non avrebbe i semi per la nuova produzione oltre che prodotto da vendere), è impossibile sapere in anticipo quanti maschi e quante femmine ci saranno, ed è impossibile soprattutto sapere in anticipo la quantità dipresente nella pianta. Può solo indirizzare la maturazione della pianta alla minor produzione di THC possibile.

Il legislatore, trattando l’inflorescenza in sè come droga, considera implicitamente il produttore di Canapa e tutti gli attori della filiera come trafficanti di droga. Si crea una particolare situazione per cui una cosa è legale e illegale allo stesso tempo! Si potrebbe dire: io avvio la produzione, poi quando le piante matureranno distruggerò le inflorescenze considerate droga… peccato che in quel momento si è già nell’illegale perché la droga non può essere prodotta né maneggiata.

Il legislatore ha così distrutto un comparto economico con uno schiocco di dita.

Cosa invece avrebbe dovuto fare un buon legislatore? Anzitutto conoscere la storia della Canapa.

Il più antico manufatto di canapa risale a 8 mila anni fa, il primo foglio di carta fatto di canapa a 2500 anni fa. Cina, Egitto, Antica Grecia, mondo musulmano: tutte le civiltà hanno usato la canapa con soddisfazione ed in molteplici ambiti. A differenza della maggioranza delle piante la Canapa cresce ovunque, indipendentemente dal clima. E’ stata un “petrolio” ante litteram con l’aggiunta di essere anche commestibile.

Dalla Canapa è stato ricavato di tutto: fibre tessili (prima del cotone); cordami per le navi; carta (prima che dagli alberi); mangime per gli animali e concime per la terra; alimenti per l’uomo come Thè, Infusi, Tisane o usata come ingrediente in cucina come farina o olio, semi commestibili; materiale per l’edilizia da costruzione e isolante; prodotti energetici come il Pellet (di ottima qualità); materie plastiche pienamente biodegradabili; e, non ultimo, ne ha tratto immensa utilità il settore medico e cosmetico grazie ai suoi principi attivi.

Nel 1973 si è anche scoperto che nel cervello dei mammiferi (quale l’uomo è) esistono dei siti recettoriali cannabinoidi che rispondono ai principi attivi contenuti nella Canapa. Nel 2007 un decreto ministeriale italiano indica la Canapa come “sostanza con potenzialità terapeutiche”.

La Canapa potrebbe essere considerata alla stregua di una pianta “miracolosa”.

In passato, l’Italia era il secondo produttore mondiale di Canapa e il primo fornitore della Marina britannica.

E allora quando è stata abbandonata se era così miracolosa? Quando è nata l’industria chimica moderna, quella che sintetizza artificialmente le sostanze. Grazie al petrolio e alla nascente industria chimica si fu in grado di creare artificialmente sostitutivi della Canapa, dal basso costo e producibili in laboratorio.

Il concetto di biologico, oggi tornato in auge, altro non era che la prassi sino a quando l’industria chimica non si impose con i suoi prodotti in agricoltura. La Canapa sparì dai terreni nel 1975 con la “legge Cossiga” (n.685 del 22 dicembre 1975) che disciplinava gli stupefacenti e le sostanze psicotrope. È solo nel 2017 che si ritorna a coltivarla (per uso industriale), distinguendo quella buona (non droga) da quella cattiva (droga).

La narrazione del Mainstream ci parla ogni giorno di crisi energetica, climatica, alimentare. La Canapa risponderebbe in modo pieno e sostenibile a ognuna di queste problematiche. Il legislatore sceglie però di non fare alcuna considerazione e di vedere solo il pericolo THC. Non è un buon comportamento nell’interesse collettivo. Come avviene per il vino e l’alcool, un buon legislatore avrebbe dovuto valutare ciò che c’è di buono e di cattivo in una sostanza e valorizzare la parte valida. È incontestabile che la Canapa ha potenzialità e versatilità d’uso notevoli.

Se davvero la filiera della Canapa deciderà di non produrre più verrà perso PIL e occupazione. Si fermeranno coltivatori, distributori e trasformatori di Canapa. Un danno incalcolabile: ma se altri settori come l’agricoltura o l’automotive stanno subendo la stessa sorte, è chiaro che al legislatore poco importa del benessere di coloro che è chiamato a regolamentare. Il legislatore “sembra” più interessato a fare autopromozione di se stesso quale difensore di legalità, intendendo evitare che l’assunzione di prodotti da inflorescenza della canapa possa favorire comportamenti che mettano a rischio la sicurezza e l’incolumità pubblica o la sicurezza stradale, nonostante evidenze mostrino che ciò non è affatto automatico.

Come in molte altre occasioni, il legislatore – che è anche il Potere – non ha come obiettivo l’interesse collettivo ma la propria stabilità. Il legislatore non è mai “stupido”.

Di Daniele Ioannilli per ComeDonChisciotte.org

12.04.2025

NOTE

https://pagellapolitica.it/articoli/che-cose-rimasto-del-ddl-sicurezza-diventato-un-decreto

http://www.attidellaaccademialancisiana.it/299/19/articolo/La-pianta-della-canapa-una-storia-una-realta

https://www.enecta.it/blogs/news/storia-della-canapa-in-italia

https://www.usidellacanapa.it/canapa/risorsa.php

https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/04/08/canapa-droga-aziende-fuga-estero/7943699/

Fonte: comedonchisciotte.org

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