Fine spiegato semplice.
Mike Whitney
unz.com
Le assurde tariffe di Trump non hanno mai riguardato il deficit commerciale, la reindustrializzazione o il ritorno in America dei posti di lavoro. Si è sempre trattato della Cina. Ora che Trump ha alleggerito o revocato i dazi su altri 90 Paesi, possiamo vedere cosa sta realmente accadendo. Trump sta usando il “paravento delle tariffe” per attuare la sua politica di disaccoppiamento, una strategia progettata per isolare, accerchiare e infine schiacciare la Repubblica Popolare Cinese. Questo è il motivo che guida la politica. I dazi sono solo un mezzo per raggiungere il fine. Questo è quanto riportato dalla CNN:
Il presidente Donald Trump ha annunciato una pausa di tre mesi su tutte le tariffe “reciproche” che sono entrate in vigore a mezzanotte, con l’eccezione della Cina, una sorprendente inversione di rotta da parte di un presidente che aveva insistito sul fatto che le tariffe storicamente elevate erano destinate a rimanere.
Rimarranno invece enormi dazi sulla Cina, la seconda economia mondiale. Infatti, Trump ha dichiarato che saranno aumentati dal 104% al 125% dopo che la Cina, mercoledi scorso, aveva annunciato ulteriori tariffe di ritorsione contro gli Stati Uniti. Tutti gli altri Paesi che mercoledi erano stati sottoposti a tariffe vedranno le tariffe tornare al tasso universale del 10%, ha detto.
“Sulla base della mancanza di rispetto che la Cina ha mostrato nei confronti dei mercati mondiali, aumento la tariffa applicata alla Cina dagli Stati Uniti d’America al 125%, con effetto immediato”, ha dichiarato Trump nel suo post sui social media. “Ad un certo punto, si spera nel prossimo futuro, la Cina si renderà conto che i giorni in cui fregava gli Stati Uniti e altri Paesi non sono più sostenibili o accettabili”, ha scritto. Trump announces 90-day pause on ‘reciprocal’ tariffs with exception of China, CNN
“Mancanza di rispetto” da parte della Cina? Quindi, Trump sta definendo la politica commerciale degli Stati Uniti sulla base di presunte offese?
Questa non è una spiegazione credibile. C’è qualcos’altro sotto.
La Cina viene presa di mira perché la sua ascesa fulminea e la sua crescita esplosiva l’hanno resa una minaccia per l’egemonia globale dell’America. Ecco perché la Cina è entrata nel mirino di Washington. Imponendo tariffe proibitive del 125% sulle esportazioni cinesi, Trump sta indicando che l’era dei mercati integrati in un sistema globalizzato è finita. Il mondo viene suddiviso in blocchi in lotta tra loro controllati dai ricchi capitalisti occidentali, che non possono competere con il modello cinese, a guida governativa, che controlla le industrie critiche della nazione e ricicla gli enormi profitti in infrastrutture vitali, istruzione, R&S e tecnologia. Il modello altamente finanziarizzato dell’Occidente – che dipende sempre più dalla scrematura dei titoli tossici e dai riacquisti di azioni – non può trasformarsi in una potenza manifatturiera in grado di competere con la Cina su un piano di parità. Deve invece usare la sua declinante influenza per scuotere il sistema con qualche inaspettato spettacolo pirotecnico (i dazi) per far traballare il sistema e mandare in panico i mercati. Questi spettacoli artificiosi, che sfiorano il terrorismo economico, fanno parte del repertorio dello Zio Sam, utilizzato per sottomettere l’opposizione e mantenere la tenue presa di Washington sul potere.
Funzioneranno?
Trump sembra pensare di si. Ecco Trump e i suoi amici miliardari che discutono del “colpo di fortuna” che hanno avuto quando ha alleggerito i dazi e i mercati sono saliti.
NEW:
🇺🇲 Donald Trump was caught on video explaining that his billionaire friends made billions yesterday with tariffs and stock market manipulation. pic.twitter.com/ku1J7Ke1pa
— Megatron (@Megatron_ron) April 10, 2025
Avremmo dovuto capire fin dall’inizio che era una bufala. Dopo tutto, se Trump fosse seriamente intenzionato a riportare i posti di lavoro negli Stati Uniti, non avrebbe convocato una commissione di alto livello di esperti del settore ed economisti per creare una politica industriale che fornisse una tabella di marcia su come procedere? Non avrebbe esaminato la fattibilità della reindustrializzazione in un Paese che ha già chiuso la maggior parte delle sue fabbriche e non ha più una forza lavoro preparata a svolgere i lavori che dovrebbero essere creati? E non avrebbe forse sollecitato il sostegno di ricchi capitalisti che potessero essere convinti a fare gli investimenti a lungo termine necessari per un progetto industriale di questa portata?
Sì, l’avrebbe fatto. Ma non ha fatto nulla di tutto ciò, perché non è serio. L’intera vicenda delle tariffe doganali è solo un trucco da illusionista volto a creare un pretesto per attaccare la Cina. Ecco perché è stato così facile per Trump porre fine alla farsa come se nulla fosse accaduto. Perché non è successo nulla. Si è trattato di uno sfarzoso spettacolo di luci privo di qualsiasi sostanza reale.
E nessuno meglio del braccio destro di Trump, il segretario al Tesoro Bessent, può dimostrare che “si trattava solo della Cina”. Guardate questo filmato in cui Bessent si vanta di come ha ingannato la Cina.
Treasury Secretary Bessent just revealed that President Trump laid a trap and China fell into it.
“This was driven by the president’s strategy… You might even say that he goaded China into a bad position. They responded. They have shown themselves to the world to be the bad… pic.twitter.com/JNjiMzemG9
— George (@BehizyTweets) April 9, 2025
Bessent è ovviamente soddisfatto del fatto che lui e Trump siano stati in grado di “giocare un brutto scherzo” nei confronti della Cina. Bessent ritiene che questa sia una buona politica. E, ovviamente, il popolo americano – la maggior parte del quale è diffidente nei confronti della Cina – è d’accordo. La Cina ci sta derubando”, dice il Presidente di un Paese che ha il conto in banca scoperto di 36.000 miliardi di dollari e che vive grazie alla “generosità degli stranieri”. “La Cina ci sta rubando il lavoro”, dicono gli imprenditori che hanno chiuso le loro aziende e le hanno spedite in Cina per approfittare della manodopera a basso costo e della sicurezza gratuita. Ma ora la Cina deve essere schiacciata perché aspira a competere con i “loro superiori” negli Stati Uniti. Ora la Cina deve essere “messa alle strette”.
Non è forse questo ciò che sta realmente accadendo? (se siamo onesti con noi stessi) Non è forse un tipico caso di “non è ancora matura”?
In effetti, è così. La Cina ha superato gli Stati Uniti come capitale manifatturiera del mondo grazie all’intelligenza, al duro lavoro, all’ingegno e a un modello organizzativo (che ricicla i profitti in attività produttive) frutto di un buon governo. Ecco perché la Cina sta rapidamente superando gli Stati Uniti in scienza, tecnologia, IA, informatica quantistica, robotica e quasi tutto il resto. Perché è governata da persone che aspirano a creare una civiltà in cui gli individui e la comunità raggiungono il loro pieno potenziale. È per questo che l’intero Paese è attraversato da ferrovie ad alta velocità che collegano tra loro città scintillanti e spaziali in una visione della modernità del XXI secolo che non ha eguali al mondo. Qualunque cosa si possa pensare della Cina, si deve ammettere che, come civiltà e società, essa sta andando nella giusta. direzione, mentre gli Stati Uniti, fatiscenti, logori e profondamente polarizzati, sono in forte declino.
In ogni caso, il successo della Cina ha generato una notevole invidia tra le élite occidentali, che ora sono determinate a fare tutto ciò che è in loro potere per riportare indietro le lancette dell’orologio all’era del dopoguerra, quando l’economia globale era il loro regno e l’”ordine basato sulle regole” era l’unico gioco in città. L’obiettivo è quello di “contenere la crescita della Cina”, in altre parole sovvertire lo sviluppo della Cina in ogni momento. Questa particolare strategia ha persino un nome. Si chiama “disaccoppiamento” e si riferisce al processo con cui gli Stati Uniti (e altri Paesi occidentali) riducono la loro interdipendenza economica, tecnologica e finanziaria con la Cina. In altre parole, le élite occidentali vogliono interrompere il più possibile gli scambi commerciali con la Cina, cosa che dovrebbe portare all’isolamento, all’accerchiamento e, infine, al cambio di regime. Vi suona familiare?
Il trucco consiste nel far sembrare il “disaccoppiamento” (isolamento economico) come se fosse imposto agli Stati Uniti, motivo per cui Trump continua a ripetere l’assurda frase “la Cina ci sta fregando”.
Per chiarire questo punto: la Cina offre ai consumatori statunitensi prodotti di qualità che richiedono risorse, fabbriche e investimenti costosi in cambio di fogli di carta verde di valore sempre più scarso. Da quale parte dell’affare preferireste stare?
Prendetevi un minuto e guardate questo breve video dell’economista Larry Summers che spiega che la Cina non sta imbrogliando nessuno producendo beni economici che è disposta a scambiare con dollari USA.
I’m normally not a big fan, but this is an absolutely brilliant answer by Larry Summers to the oft-repeated argument that China is somehow “cheating” in trade.
In fact it’s probably the best answer I’ve ever heard on this.
It goes back to the point I was making… pic.twitter.com/bnqRykzTGK
— Arnaud Bertrand (@RnaudBertrand) April 10, 2025
Lawrence Summers: “Se la Cina vuole venderci delle cose a prezzi molto bassi e l’affare consiste nell’ottenere pannelli solari o batterie da mettere nelle auto elettriche e nel mandare loro i pezzi di carta che stampiamo. Pensate che per noi sia un buono o un cattivo affare?”.
Il fatto che si tratti di un “imbroglio”, come dice giustamente Summers, dovrebbe essere respinto del tutto. In fin dei conti, chi è più “imbrogliato”: la parte che fa il duro lavoro di produrre beni a prezzi molto bassi con margini ridotti al minimo, o la parte che, semplicemente, stampa una quantità virtualmente infinita di denaro fiat per pagare tutta questa roba?
In breve, la “fiammata dei dazi” è stata solo un modo per dare il via alla nuova politica (il disaccoppiamento) che mira a intensificare l’ostilità tra Washington e Pechino. Alla luce di ciò, ho posto a Grok la seguente domanda:
Il Presidente Trump è favorevole al disaccoppiamento con la Cina?
Sì, l’ex presidente Donald Trump è stato un forte sostenitore del disaccoppiamento dalla Cina, sia durante la sua presidenza (2017-2021) sia nelle sue successive attività politiche a partire dall’aprile 2025….
Trump aveva iniziato una guerra commerciale con la Cina nel 2018 imponendo tariffe su beni cinesi per miliardi di dollari… Nel 2018, gli Stati Uniti avevano messo dazi su 50 miliardi di dollari di importazioni cinesi, seguiti da altri dazi per 200 miliardi di dollari nel 2019….Trump l’aveva definito come un passo necessario per “disaccoppiarsi” dall’economia cinese.
Trump aveva vietato alle aziende statunitensi di utilizzare apparecchiature di giganti cinesi delle telecomunicazioni come Huawei e ZTE, citando i rischi per la sicurezza nazionale. Aveva anche spinto per restrizioni su TikTok e WeChat, sostenendo che rappresentavano una minaccia per la privacy dei dati e che avrebbero potuto essere utilizzati per lo spionaggio… Aveva incoraggiato gli alleati a escludere Huawei dalle loro reti 5G, inquadrandolo come parte di uno sforzo più ampio per ridurre la dipendenza tecnologica dalla Cina…..
Durante la campagna per le presidenziali del 2024, Trump aveva ripetutamente chiesto misure ancora più dure contro la Cina, tra cui tariffe più elevate (proponendo aliquote fino al 60% su tutti i beni cinesi) e una revisione completa delle relazioni commerciali. In un discorso tenuto in Ohio nel marzo 2024, aveva dichiarato: “Ci distaccheremo dalla Cina come mai prima d’ora. Ci hanno fregato per decenni ed è ora di finirla”.
Trump ha sostenuto che il disaccoppiamento proteggerebbe i posti di lavoro americani, rafforzerebbe l’economia e ridurrebbe i rischi per la sicurezza nazionale. In un post del gennaio 2025 ha scritto: “La Cina si è approfittata di noi per troppo tempo. Dobbiamo tagliare i ponti e costruire tutto qui in patria”.
A partire dal 2025, tuttavia, il suo tono si è inasprito, ponendo meno enfasi sulla negoziazione e più sul confronto….
I post su X dell’inizio del 2025 mostrano Trump raddoppiare la sua posizione anti-Cina, con i sostenitori che lodano la sua “durezza”…. Grok
Dunque, Trump è un grande sostenitore del disaccoppiamento, il che dice tutto quello che c’è da sapere.
Inoltre, le dure politiche di Trump nei confronti della Cina vengono patriotticamente vendute come “nazionalismo economico”, come se i lavoratori americani potessero trarre qualche beneficio dall’aumento dei prezzi e dall’impennata dell’inflazione. In realtà, la gente comune soffrirà molto a causa del disaccoppiamento e vedrà il proprio tenore di vita ridursi ulteriormente. Questo perché questa politica non mira a creare posti di lavoro, ad aumentare i salari, a migliorare l’assistenza sanitaria o a fornire un’istruzione a basso costo. Il suo scopo è quello di preservare la presa di Washington sul potere globale, in modo che le corrotte élite occidentali possano creare ulteriori problemi e spingere il Paese ancora di più verso il debito e la disperazione. Ecco altre informazioni da Grok:
Molti economisti prevedono che questi dazi omnicomprensivi accelereranno l’inflazione e freneranno la crescita economica degli Stati Uniti, provocando una stagflazione, una condizione dove la crescita economica vacilla ma i prezzi rimangono dolorosamente alti…. Inoltre, è improbabile che la Cina abbassi i propri dazi per placare Trump; al contrario, il Paese ha reagito con tariffe del 34% sulle merci statunitensi. L’aumento delle tariffe da parte di entrambi i Paesi ridurrà il commercio bilaterale.
Mentre la Cina può sopravvivere senza importare la maggior parte dei 125 miliardi di dollari di merci americane, gli Stati Uniti e molti altri Paesi continueranno a fare affidamento sulla Cina per pezzi di ricambio e componenti vari. Anche se gli Stati Uniti importano beni da altri Paesi, questi ultimi continueranno a dipendere dalla Cina per la componentistica.
Potenziali contraddizioni e conseguenze economiche
È probabile che negli Stati Uniti le tariffe reciproche di Trump provochino una recessione, come anche confusione e conseguenze indesiderate… Sette anni fa, la prima ondata di tariffe di Trump aveva aumentato il costo dei beni cinesi del 20%, ma le importazioni statunitensi dalla Cina avevano continuato a crescere….
In futuro, anche se le tariffe sui prodotti cinesi dovessero salire al 54%, gli Stati Uniti continueranno a dover acquistare dalla Cina. Per contro, i prodotti americani, come la soia o il petrolio greggio, hanno una competitività limitata in Cina. Le tariffe di ritorsione della Cina nei confronti degli Stati Uniti costringeranno gli USA a trovare mercati alternativi, con conseguenti perdite per gli esportatori statunitensi di soia e di petrolio greggio….Grok
Quale parte dell’estratto di cui sopra sembra un “buon affare” per il popolo americano?
Nessuna. È tutto negativo. E l’unico spiraglio di luce in tutta questa triste vicenda è il fatto che il popolo americano si oppone a questa politica perché sa che ne sarà danneggiato. Date un’occhiata a questo sondaggio del PEW:
I dazi sulla Cina
Le tariffe sono un’altra parte fondamentale della politica estera di Trump. L’aumento dei dazi sulla Cina, nello specifico, riceve più valutazioni negative che positive…. Sono molti di più quelli che pensano che l’aumento dei dazi sulla Cina sarà negativo per gli Stati Uniti di quelli che dicono che sarà positivo, anche se circa un quarto non vede alcun effetto o non è sicuro.
Le opinioni sull’impatto personale delle tariffe sono altrettanto negative: “Gli americani sono circa cinque volte più propensi a dire che l’aumento delle tariffe sulla Cina sarà dannoso per loro rispetto a coloro che dicono che le tariffe saranno vantaggiose.”
I Repubblicani sono più propensi dei Democratici a dire che l’aumento dei dazi sulla Cina sarà positivo per gli Stati Uniti e per loro stessi. Tuttavia, quando si parla dell’impatto personale di queste tariffe, i Repubblicani sono più propensi a dire che l’impatto sarà negativo (30%) che positivo (17%), anche se quote consistenti esprimono incertezza o prevedono che le tariffe avranno un impatto personale limitato. Tariffs On China, PEW Research Center
Quindi, almeno esiste una risicata maggioranza di americani che si oppone al disaccoppiamento, alle provocazioni, ai continui incitamenti e all’inutile guerra di Trump alla Cina. Speriamo che questa maggioranza regga.
F4
Mike Whitney
Fonte: unz.com
Link: https://www.unz.com/mwhitney/trump-concocted-the-tariffs-hoax-to-decouple-with-china/
10.04.2025
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org
Fonte: comedonchisciotte.org