Fine spiegato semplice.
di Clara Statello per l’AntiDiplomatico
Mosca condurrà esercitazioni per l’utilizzo di armi nucleari tattiche. Lo ha annunciato lunedì mattina il ministero della Difesa in una nota ufficiale:
“A nome del Comandante in Capo Supremo delle Forze Armate della Federazione Russa, al fine di aumentare la prontezza delle forze nucleari non strategiche a svolgere missioni di combattimento, lo Stato Maggiore ha avviato i preparativi per lo svolgimento di un’esercitazione nel prossimo futuro con formazioni missilistiche del Distretto Militare Meridionale con il coinvolgimento dell’aviazione e delle forze della Marina”.
Il fine dell’esercitazione sarà quello di mantenere la prontezza del personale e delle attrezzature delle unità per l’uso bellico di armi nucleari non strategiche per rispondere e per garantire incondizionatamente l’integrità territoriale e la sovranità dello Stato russo. Durante gli addestramenti verranno svolte una serie di attività per preparare gli uomini all’uso di armi nucleari tattiche.
Nel comunicato viene specificato che l’annuncio è “in risposta a dichiarazioni provocatorie e minacce di singoli funzionari occidentali contro la Federazione Russa”.
I commenti dalla Russia
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha chiarito ai giornalisti di Ria Novosti che la decisione di preparare l’arsenale nucleare è una conseguenza delle dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron, nonché dei rappresentanti di Gran Bretagna e Stati Uniti sulla loro intenzione di inviare personale militare in Ucraina.
“In realtà la dichiarazione del Ministero della Difesa della Federazione Russa lo afferma in modo esaustivo. Non c’è nulla da aggiungere. Se mi chiedete a chi ci si riferisca, è ovvio che stiamo parlando della dichiarazione di Macron e dei rappresentanti britannici. E’ stato aggiunto anche un rappresentante del Senato degli Stati Uniti, se non sbaglio, che ha parlato della disponibilità e persino dell’intenzione di inviare contingenti armati in Ucraina”, ha specificato.
Il falco Dmitry Medvedev, ex presidente russo, in un tweet su X punta il dito contro “membri del Congresso degli Stati Uniti, dell’amministrazione francese e britannica, e alcuni pazzi provenienti dagli Stati Baltici e dalla Polonia” favorevoli all’utilizzo sul territorio russo dei missili a lunga gittata forniti all’Ucraina.
Se verranno inviati uomini “nessuno di loro – avverte – potrà nascondersi né a Capitol Hill, né all’Eliseo, né a Downing Street, 10. Sarà una catastrofe globale. Questo è qualcosa che Kennedy e Krusciov riuscirono a capire più di 60 anni fa, ma qualcosa che gli infantili idioti di oggi al potere in Occidente non vogliono comprendere. Ed è per questo che oggi lo Stato Maggiore ha avviato i preparativi per l’esercitazione militare che prevede esercitazioni di preparazione e utilizzo di armi nucleari non strategiche”.
L’avvio di esercitazioni nucleari è una mossa che precede un imminente utilizzo di queste armi.
“Chiediamo alla Russia di fermare l’escalation, la retorica irresponsabile e il comportamento irresponsabile”, ha detto il portavoce degli Affari Esteri europei Peter Stano in un briefing a Bruxelles.
Finora la possibilità di utilizzare le tattiche in Ucraina o addirittura contro i Paesi europei cobelligeranti, non sembrava essere neanche sul tavolo, dal momento che l’Ucraina non è una potenza nucleare e che l’operazione militare in corso non costituisce una minaccia esistenziale per la Russia. Siamo quasi arrivati al punto di non ritorno. Com’è potuto accadere?
Le minacce occidentali contro obiettivi esistenziali per la Russia
Durante la sua presidenza Medvedev ha avuto un atteggiamento amichevole nei confronti dei Paesi occidentali, che hanno potuto curare indisturbati non solo i propri interessi, ma anche condurre la guerra contro la Jamaria di Gheddafi in Libia. Forse per farsi perdonare di ciò agli occhi dell’opinione pubblica russa, da quando la Russia è entrata nella guerra in Ucraina, Medvedev sputa fuoco e fiamme contro l’Occidente ed i suoi leader. Tuttavia, al di là degli insulti irripetibili e dei modi inappropriati ad un politico di alto rango, qualcosa di giusto la dice.
Da quando gli Stati Uniti hanno approvato il pacchetto da 61 miliardi per l’Ucraina, rendendo noto l’invio segreto nel mese di marzo di un centinaio di missili ATACMS (peraltro già utilizzati), diversi esponenti europei si sono lasciati andare in affermazioni volutamente provocatorie nei confronti di Mosca.
L’ambasciatore lituano in Svezia Linas Linkevicius e l’inviato ucraino all’ONU Sergiy Kyslytsya hanno pubblicato sui social alcuni messaggi in cui annunciavano in modo ironico l’imminente distruzione del ponte di Kerch. Londra e Parigi hanno dato a Kiev il via libera per l’utilizzo dei missili a lunga gittata. Inoltre il ministero degli Esteri britannico Grant Shapps ha annunciato che Storm Shadow /Scalp di Regno Unito, Francia e Italia, verranno utilizzati contro la Crimea, rivelando che anche il nostro Paese invia missili a lunga gittata. Dunque potremmo diventare un obiettivo delle tattiche russe, se Kiev lanciasse i nostri missili contro il Ponte di Kerch? Le nostre autorità dovrebbero dare chiarimenti, dal momento in cui siamo l’unico Paese ad aver posto il segreto di Stato sulle forniture di sistemi di armi e munizioni per l’Ucraina.
L’ambiguità strategica di Macron e le sue conseguenze
In un’intervista al Messaggero, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha dichiarato che l’unico modo per porre fine alla guerra è con dei negoziati che portino prima ad una tregua e poi alla pace. Critica il presidente Emmanuel Macron, convinto che la sua postura possa portare ad un punto di non ritorno.
“Ha fatto una fuga in avanti che non so quanto giovi a lui stesso né a questa fase difficilissima”, che paragona a quelle precedenti che portarono alle due guerre mondiali.
Macron, poco prima dell’incontro a Parigi con il capo di Stato cinese Xi Jinping, ha rilanciato la proposta dell’ invio di truppe in Ucraina, enunciando i due casi in cui potrebbe avvenire: o uno sfondamento del fronte o se lo dovesse chiedere Kiev.
E’ questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Come già scritto, Mosca ha segnato una linea rossa: l’Occidente non deve mettere gli stivali sul terreno (boots on the ground). L’invio di truppe a sostegno di Kiev sarà inteso come un intervento diretto. Quei Paesi NATO che lo faranno da cobelligeranti diventeranno belligeranti. Pertanto la Russia si prepara ad uno scontro diretto con l’Europa e in Europa, che implicherebbe quanto meno l’utilizzo di armi nucleari non strategiche.
Per Macron, invece, le dichiarazioni sull’invio di truppe servono a creare un’ambiguità strategica, cioè a lasciare la Federazione Russa nell’incertezza sulle mosse che intraprenderanno i partner di Kiev. Nel dubbio Mosca ha risposto con la deterrenza nucleare. Un’escalation prevedibilissima.
Fonte: lantidiplomatico.it