Fine spiegato semplice.
di Clara Statello per l’AntiDiplomatico
Esercito ucraino nel caos, i soldati disobbediscono agli ordini o fuggono dal fuoco dell’artiglieria russa. In media un militare ucraino su 14 ha disertato o abbandonato la sua posizione senza autorizzazione dall’inizio del conflitto. Non si tratta di propaganda filorussa, né di un’ esagerazione: è quanto emerge dai resoconti pubblicati dalla CNN, Deutsche Welle e da Repubblica.
Il fenomeno ha assunto una dimensione così critica e incontrollabile che la Verkhovna Rada (il parlamento ucraino) è stata costretta a modificare le sanzioni previste contro diserzione e abbandono non autorizzato (SOCH), depenalizzandoli se commessi per la prima volta.
Alla base della fuga dal fronte ci sta sia l’inferiorità numerica delle forze di Kiev, sia il morale basso e la stanchezza delle truppe, sia la mobilitazione forzata di uomini che sono stati portati a forza e contro la loro volontà al fronte e che, in buona sostanza, non hanno alcuna intenzione di morire per difendere l’Ucraina dall’invasione russa. Molto comprensibilmente, senza una forte motivazione o un forte odio contro il mondo russo, dieci anni di carcere sono un’opzione migliore della morte.
I numeri che mettono in difficoltà Kiev
La CNN riporta che nei primi quattro mesi dell’anno sono stati aperti 19.000 procedimenti contro soldati, per diserzione o abbandono. La rivista tedesca DW riporta che nei primi sei mesi dell’anno il fenomeno ha riguardato quasi 30.000 militari:
“Nella prima metà del 2024, le forze dell’ordine in tutta l’Ucraina hanno avviato quasi 29,8 mila nuovi procedimenti penali riguardanti la fuga di personale militare: 18,6 mila per abbandono non autorizzato di un’unità militare e 11,2 mila per diserzione, secondo le statistiche della Procura generale. Numeri che hanno già superato quelli dell’intero 2023 (quando furono avviate 24,1mila nuove indagini) e più di tre volte quello del 2022 (9,4mila casi)”, si legge in un report di DW pubblicato il 2 agosto 2024.
In totale stima che dall’inizio della guerra su vasta scala, la procura abbia aperto circa 63,2mila procedimenti per abbandono o diserzione su un esercito di 880.000 uomini. Ovvero un soldato ogni 14.
La punta dell’iceberg
Il fenomeno però è sottostimato, tutte le fonti condividono che i numeri ufficiali dovrebbero essere moltiplicati per tre o addirittura per quattro.
Secondo il parlamentare ucraino Ruslan Gorbenko sono più di 80mila i casi di diserzione e SOCH in due anni e mezzo di guerra. Il giornalista Vladimir Boyko, arruolato nelle forze armate ucraine, smentisce drasticamente questi dati e spiega la ragione della forbice tra i numeri ufficiali e quelli reali.
Quasi 80mila (più precisamente 78.330) è solo il numero dei procedimenti aperti ai sensi degli articoli 407 e 408 del codice penale ucraino. Il numero reale di chi fugge dal fronte sfiora quota 200mila. La questione è che, molto semplicemente, solo un terzo delle denunce viene accolto dalla SBY, l’ufficio di investigazione nazionale.
Situazione fuori controllo
Dal momento in cui un militare abbandona la sua postazione a quando il suo caso viene iscritto nel Registro unificato delle indagini preliminari (EDPR) possono passare anche 5 anni. Le difficoltà sono dovute al fatto che il fronte dista centinaia di chilometri dagli uffici dell’SBY e gli investigatori non possono recarsi in loco per le verifiche. La procedura è affidata agli avvocati delle unità militari, che hanno 30 giorni per condurre un’indagine ufficiale e inoltrare i risultati all’Ufficio investigativo statale. Solo in questo caso le forze dell’ordine registreranno un procedimento penale. La maggior parte delle denuncie si disperde come l’acqua che gocciola da un secchio bucato. Non è detto, poi, che le procedure aperte vengano poi effettivamente prese in esame.
“Nessuno cerca i disertori”, scrive con rabbia Boyko.
Un’altra ragione è che molto spesso gli ufficiali non segnalano i SOCH ai superiori per non mostrare i problemi dell’unità. Nascondere la polvere sotto il tappeto non risolve il problema, anzi.
La risposta di Kiev
Boyko avverte che la diserzione di massa provocherà il crollo del fronte e se la prende con il ministro della Difesa Umierov, il procuratore generale Kostin e il direttore dell’Ufficio per la sicurezza dello Stato Sukhachev. La verità è che situazione è talmente fuori controllo che Kiev ha deciso di usare il guanto di velluto, davanti all’incapacità di adottare delle contromisure.
Il precedente capo delle Forze Armate, Valery Zaluzhny aveva chiesto alla magistratura un aumento della pena, ma il provvedimento è stato cassato perché estremamente impopolare. Al contrario il 20 agosto ha approvato una legge che depenalizza il reato di abbandono se il SOCHniki (il soldato che abbandona il suo posto) intende tornare.
Secondo Gorbenko circa il 25-30% dei combattenti ritorna in prima linea. La fuga è la prima reazione davanti all’orrore di finire sotto il fuoco dell’artiglieria. Dopo lo choc coloro che sono fuggiti si “riposano “e “acquisiranno la saggezza che arriva con il tempo”, afferma cinicamente il deputato ucraino.
La diserzione è talmente capillare ed endemica, che i soldati stessi ci scherzano su, riempiendo i social con video e meme dei SOCHniki.
Le ragioni della fuga dal fronte
Un comandante intervistato sotto anonimato ha dichiarato alla CNN che il suo battaglione da 800 uomini è stato dimezzato, tra morti e feriti gravi, nelle feroci battaglie al fronte. Non vuole più vedere i suoi soldati morire, perciò si è licenziato e si è rintanato in ufficio.
L’esercito ucraino si sta dissanguando. I combattimenti sono cruenti e molti soldati semplicemente scappano dalle loro posizioni per non morire sotto il fuoco dell’artiglieria russa. Molti restano sotto choc e hanno bisogno di cure psicologiche. Non vogliono più tornare a combattere. Soprattutto se fanno parte delle reclute arrivate con l’ultima ondata di mobilitazione.
A differenza dei volontari, i mobilitati non hanno avuto altra scelta che arruolarsi. Molti di loro sono stati presi con la forza, strappati dalle auto, dalle braccia delle proprie mogli o madri, sequestrati per strada, picchiati e caricati sui furgoni militari, poi sbattuti al fronte senza addestramento. Adesso rifiutano di combattere. La maggior parte abbandona la propria posizione e non torna più, ha spiegato un comandante alla CNN.
Nonostante la mobilitazione, le truppe ucraine sono in inferiorità numerica e l’estensione del fronte nel territorio russo ha peggiorato la situazione. La proporzione è di 10 russi per ogni militare ucraino, riferisce la CNN. I problemi di rotazione mantengono gli uomini esausti ed il morale basso. Il ricambio può essere molto pericoloso se le vie di rifornimento sono sotto il tiro di fuoco russo. A volte la barriera di droni russi impedisce di effettuare le rotazioni, i soldati restano in prima linea anche per venti giorni.
Non c’è molto da capire sui motivi dell’abbandono delle proprie posizioni. Davanti alla morte certa e ai brandelli dei propri compagni fatti a pezzi dall’artiglierei nemica, i soldati scappano. E’ istinto di sopravvivenza. Gorbenko parla di uomini sotto choc, che vengono affidati alle cure psicologiche per superare lo stress post-traumatico. E’ comodo dal proprio divano sancire che gli ucraini vogliono combattere e che le guerre sia giusta e buona, quando non si sacrifica la propria carne sotto una pioggia di piombo fuso.
Fonte: lantidiplomatico.it