Fine spiegato semplice.
Di Jacopo Brogi
Lo scorso 24 ottobre, il ministro della Sanità dei Paesi Bassi, Marie Fleur Agema ha rivelato in parlamento che la gestione Covid è stata – ed è decisa – da intelligence e NATO, alle cui direttive pure lei si attiene, così come si atterrà per le future “pandemie”.
Tutti ricordiamo le bare di Bergamo del marzo 2020 scortate dai militari comandati dal Generale Francesco Paolo Figliuolo, in passato Comandante delle forze NATO in Kosovo, poi nominato da Draghi commissario straordinario per l’emergenza Covid, dal 2021 a capo della campagna vaccinale.
Un vaccino che, per l’ematologo Corrado Perricone, può arrivare a causare il cancro: “In Italia, in tre anni dal post pandemia l’incremento di casi è stato di 18.400 diagnosi”. Lo scienziato cita un recente studio dell’Università di Stoccolma, secondo cui il vaccino anti Covid può alterare il DNA:
“Sopprimendo il meccanismo naturale di riparazione del DNA nel corpo, noto come NHEJ (Non Homologous End Joining), rende le persone altamente suscettibili a mutazioni cancerose devastanti anche se esposte a livelli molto bassi di radiazioni ionizzanti come l’esposizione alla luce solare. Con NHEJ soppresso dalla proteina spike, il corpo non può riparare il DNA danneggiato e le cellule mutano senza controllo, devastando l’intero corpo e provocando la disintegrazione genetica dell’organismo. Lo studio mostra che l’efficienza di NHEJ crolla in presenza della proteina spike del vaccino covid ad mRNA. Nessun organismo vivente sul pianeta può sopravvivere senza integrità genetica.
Mentre le persone normali e sane possono riparare il danno al DNA causato da bassi livelli di esposizione a radiazioni ionizzanti, le persone vaccinate riescono a malapena ad eseguire le riparazioni. Pertanto i tassi di cancro saliranno vertiginosamente tra i vaccinati. È molto improbabile poi che gli individui vaccinati siano in grado di produrre una prole vitale a causa del danno al DNA.
Per concludere possiamo ipotizzare che solamente coloro che non si sono sottoposti al vaccino covid ad mRNA sono esenti anche da danni futuri potendo conservare l’integrità genetica” (1).
Pochi giorni fa, ll Capo di Stato Maggiore dell’Esercito italiano, il Generale di Corpo d’Armata Carmine Masiello, è stato piuttosto chiaro:
“L’esercito è fatto per prepararsi alla guerra. Punto. Quindi questo deve essere un messaggio molto chiaro che dovete avere tutti in testa: fino a qualche anno fa, era una parola che non potevamo utilizzare.
Oggi la realtà ci ha chiamato a confrontarci con la guerra, questo non vuol dire che l’esercito vuole la guerra ma vuol dire che noi ci dobbiamo preparare e più saremo preparati per la guerra e maggiori probabilità ci saranno che ci sia la pace.
Non penso che i nostri uomini in Libano vogliano la guerra. Sono nei bunker, sono i primi a volere la pace. Ma sono pronti a fare la guerra. E per questo motivo, sto valutando il ritornare a chiamare il corso di Stato Maggiore con il nome che aveva una volta: scuola di guerra. Perché è quello alla quale ci preparavamo. (..).
La tecnologia rappresenta la proattività e la trasformazione continua ed è la nostra arma per sopravvivere vittoriosi sul campo di battaglia.
Oggi vince chi è più tecnologico. (..) Se guardiamo l’Ucraina, che prendo come esempio, vi è un mix di guerra antica – le trincee che avevamo completamente dimenticato, i campi minati, i rotoli di filo spinato, il fango – e poi c’è il futuro, la guerra cibernetica, la guerra spaziale: ci sono i droni e tutte le loro varianti, c’è la disinformazione, la guerra delle menti.
La mente nostra, dei militari e dei civili, è diventata ormai parte del campo di battaglia” (2).
Proprio per cercare di decifrare e capire “la guerra delle menti” e approfondire le connessioni tra ambienti militari, scienza, ingegneria genetica e multinazionali, abbiamo incontrato la documentarista d’inchiesta Nathalie Signorini che, con la collega Amy Meyer, ha indagato i piani segreti del Dipartimento della Difesa USA e gli scenari che ci portano a comprendere gli obiettivi di quella ricerca scientifica che è ormai di stampo militare e che punta a rifare l’Uomo, ossia “Il soldato Perfetto”, questo il titolo del documentario appena uscito prodotto da Oval Rome, la casa di produzione italiana.
Un soldato perfetto per combattere le guerre del presente e quelle del futuro, ma anche un “suddito perfetto”, il cittadino modello di una nuova umanità transumana, forgiata da quei poteri globalisti che si credono onnipotenti.
- Buongiorno Nathalie, il vostro film mette in connessione le strategie della Difesa USA, il Sars Cov 2 e la tecnologia mRNA utilizzata per i farmaci anti Covid e sperimentata su 5 miliardi di persone. Cosa avete scoperto nella vostra inchiesta?
“Mettendo ordine tra i fatti più salienti abbiamo collocato la pandemia su quella linea prospettica che vede i militari americani, forti delle scoperte scientifiche più recenti, ancora protagonisti della scena mondiale sia nelle guerre manifeste che in quelle sottotraccia.
Nel film, abbiamo rivelato due cose, due “colpi di scena”: uno riguarda la fine che hanno fatto gli scienziati (americani e cinesi) legati agli studi sulla Sars e l’altro, la piega che hanno preso le loro ricerche negli ultimissimi anni, guarda caso in linea con le esigenze espresse dalla sezione della difesa chimico-biologica del Ministero USA.
Senza rovinare la “sorpresa” agli spettatori, possiamo dire che risulterà chiaro come mai i pipistrelli sono oggi, come ieri, al centro della ricerca microbiologica, non solo virologica, e quali siano di base gli obiettivi della ricerca militare dell’esercito più finanziato al mondo.
Tutto si riassume nel titolo “Il Soldato Perfetto”, obiettivo perseguito in ogni ambito della ricerca scientifica militare. Per avvicinarci al tema ci siamo fatte accompagnare da un neuroscienziato militare statunitense, il Prof. James Giordano che, fra dribbling e mezze verità, ci ha raccontato, a modo suo, la mentalità che sorregge la ricerca scientifico-tecnologica della DARPA, la famigerata agenzia del Ministero della difesa americano.
L’imperativo tecnologico, identificato dal filosofo tedesco Hans Lenk, è il paradigma seguito dal famigerato complesso militare-industriale quello verso cui ci metteva in guardia Eisenhower e che recita più o meno così: se lo puoi costruire, costruiscilo; se lo puoi usare, usalo; se lo usi, usalo negli ambiti più svariati così da ottimizzarne l’esistenza”.
- In piena “emergenza covid”, il Nobel per la chimica 2020 fu assegnato alle scienziate Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna per lo sviluppo del metodo CRISPR-Cas9. Secondo le motivazioni ufficiali: “le forbici genetiche CRISPR/Cas9 possono portare a nuove scoperte scientifiche, a colture migliori e a nuove armi nella lotta contro cancro e malattie genetiche“. Il vostro documentario ne fa l’epicentro di ciò che sarà: cosa significa questa tecnologia e come, secondo lei, verrà utilizzata?
“Crispr-cas9 è una delle scoperte più rivoluzionarie del mondo, perché permette la manipolazione del DNA. Non è costosa né troppo difficile da utilizzare e si applica su qualunque DNA: da quello dei virus, a quello delle piante, dagli insetti agli esseri umani.
Darà la possibilità di cambiare il mondo, di crearne uno nuovo a immagine e somiglianza di chi lo governa. Essendo uno strumento messo a punto da poco ed essendo il DNA un universo ancora da esplorare, non si sa che effetti reali possa avere, quali danni collaterali potrà generare. Ciò che ci pare molto plausibile è un uso eugenetico.
Partendo dal desiderio condivisibile di disinnescare i geni che favoriscono le malattie più devastanti, poi da lì la strada si aprirà a tutto il resto, anche al “soldato perfetto” “.
- Guerra in armi tra Ucraina e Medio Oriente e guerra psicologica Covid: il “soldato perfetto” che vogliono corrisponde magari anche al cittadino modello del futuro?
“Sì. Il soldato perfetto è colui che da un lato viene molto rinforzato nel realizzare i compiti che gli vengono attribuiti (ad esempio aiutato da organi bionici come l’occhio bionico, l’orecchio bionico, o da un’interfaccia neurale che dà, per esempio, la possibilità di guidare un drone con il pensiero), ma al contempo completamente hackerabile, dunque senza un vero controllo su se stesso. È effettivamente prossimo al “suddito perfetto”, al cui modello abbiamo iniziato ad avvicinarci durante la pandemia. Non solo per le restrizioni alle libertà a cui ci siamo piegati, ma per l’enorme impulso alla digitalizzazione di tutto ciò che riguarda la nostra vita che dalla pandemia in poi si è ingigantito.
Concentrando tutti i nostri dati privati ed i nostri beni su un pass o una card, imposti e monitorati chissà da dove e chissà da chi, non siamo più in grado di proteggere ciò che è solo nostro”.
- Già da inizio crisi Sars Cov 2 si parlava del pipistrello: secondo questa tesi, esso avrebbe avuto un ruolo nella catena del contagio. Il film ne fa un simbolo ed una metafora. Seguendo la chiave narrativa del documentario, potremmo definirlo come il “mammifero perfetto”?
“Sì, è proprio così. È il mammifero perfetto perché ha tre caratteristiche che l’essere umano smania di possedere per sé: è longevo, è immune ai virus e immune al cancro. Anche simbolicamente è speciale, essendo l’unico mammifero che può volare. Persino l’aeronautica lo studia per carpirne i segreti: le sue ali non sono e non funzionano come quelle degli uccelli e nemmeno come quelle degli insetti. Dal punto di vista narrativo, nel film, lo abbiamo usato a tutti i livelli: letterale e simbolico. È diventato un personaggio come il coniglio bianco di Alice che abbiamo inseguito imitandone la traiettoria “svolazzante”, non perfettamente lineare, cosa che ci ha permesso di sorvolare vari ambiti della scienza militare all’avanguardia, non solo quello più pertinente a lui.
Oltre agli studi su virus e DNA abbiamo toccato le neuroscienze, settore decisivo nell’ambito bellico, su cui oggi tutti i più ricchi magnati che trafficano con il Pentagono puntano (pensiamo a Elon Musk e Neura Link fra gli altri).
La mente è il luogo della formulazione delle decisioni, il luogo in cui chi per primo ne capisce il funzionamento può prendere il controllo e dirigerci dove vuole.
Come dicono i neuroscienziati stessi, la mente è il “campo di battaglia” per eccellenza nell’immediato futuro.
In “The Perfect Soldier”, il nostro film, il mondo della ricerca sull’infinitamente piccolo prende molto spazio, perché è un universo che, se ben conosciuto, dà accesso ai neuroni e al DNA.
Qui l’imperativo tecnologico, di cui sopra, si potrebbe declinare più o meno così: se lo comprendi, ti ci inserisci e una volta dentro, lo hackeri: vale per la mente, e prima ancora per il cervello, vale per il codice genetico”.
- Chi spinge per il Grande Reset, chi per un mondo multipolare. Secondo lei, tra queste diverse società e blocchi geopolitici, ci sono differenze nello sviluppo, nella gestione di questo tipo di scienze, tecnologie e biotecnologie e nella loro implementazione nella realtà?
“Le differenze che possiamo vedere tra i due mondi, militarmente parlando, sono al momento solo economiche.
Nessuno è ai livelli degli Stati Uniti/Israele, fatta eccezione per la Cina. Ma anche considerando le diversità enormi tra le due maxi-potenze, non crediamo che la ricerca militare cinese sia meno spregiudicata di quella statunitense. La scienza nelle mani del potere persegue il Potere”.
- Emergenza Covid: secondo la vostra inchiesta il Sars Cov 2 è una delle tante armi biologiche da laboratorio. Al contempo, secondo l’OMS, durante gli anni dell’emergenza Covid l’influenza stagionale era sparita dai radar delle statistiche ufficiali, mentre spadroneggiavano i risultati massivi dei test pcr e dei tamponi rapidi positivi, sotto il bombardamento dei media. Secondo lei, un cittadino palermitano o ligure, positivo al covid, è stato infettato dall’arma biologica Sars Cov 2 o dalla paura di una robusta sindrome influenzare malcurata?
“Per rispondere a questa domanda, le raccontiamo un piccolo aneddoto: abbiamo coinvolto nel documentario il neurologo militare James Giordano dopo aver visto su YouTube una sua lezione a dei militari datata 2017 (la trovate sul canale ovaldoc su YT); in questo video lo scienziato spiegava come un terrorista X potrebbe far impazzire di angoscia una popolazione Y: è facile – dice Giordano – basta procurarsi un virus influenzale leggero e spargerlo in punti chiave come stazioni, aeroporti, cinema, stadi… (Già qui si capisce quanto questo neuroscienziato nel 2017 considerasse facile procurarsi un virus. E possiamo immaginare che se qualunque terrorista è capace di farlo, figuriamoci un esercito…).
Ma questo è solo l’inizio dell’aneddoto, perché il prof. Giordano aggiunge: a quel punto, qualche ipocondriaco noterà un numero consistente di influenzati e darà l’allarme su internet, il vero diffusore virale (altro che l’influenza!). In quel momento, le istituzioni, ignare, negheranno tutto e questo farà impazzire non solo gli ipocondriaci, ma allarmerà tutti gli altri che, da quel momento in poi, faranno particolarmente caso a quelli con l’influenza; e poiché ce ne saranno un numero rilevante, avranno ragione di sviluppare la psicosi”.
- Il documentario fa capire che, attualmente, grandi possibilità e grandi tecnologie, sono molto probabilmente nelle mani sbagliate. Che cosa può fare il cittadino, una collettività di fronte a tutto questo?
“Intanto, rendersi conto che il mondo scientifico militare è debordato in quello civile. L’esempio nel nostro film è il laboratorio di Terni (Italia) dove è stato condotto uno studio per conto della DARPA (USA) per vedere come ripristinare il gene drive della fertilità della zanzara dopo che era stato “disattivato”. È necessaria una profonda e onesta riflessione sull’invadenza della miliardaria ricerca militare che si è infiltrata ovunque, persino in Cina, come abbiamo visto a Wuhan. Teoricamente, la politica, insieme a quella parte della scienza che ha a cuore il bene degli esseri umani, dovrebbe spingere perché la ricerca ed i suoi effetti vengano regolati, ma è una situazione molto compromessa ormai. Si pensi all’OMS, a chi lo finanzia e si capirà che è molto difficile tenere a bada gli interessi intrecciati di filantropi capitalisti, case farmaceutiche e Pentagono”.
- Nel 2022, Google vi ha chiuso i canali YouTube. E voi gli avete fatto causa. Può raccontarci come è andata e quali prospettive state elaborando per il futuro?
“Quando stavamo per prendere il largo con un canale che in 7 mesi, da poche centinaia, aveva attirato trentaquattro mila spettatori e generato conseguenti donazioni per sostenere il programma Narrative (insieme ad altri format), a quel punto si è abbattuta la mannaia della censura. La chiusura del canale da parte di YouTube è stato un duro colpo per OVAL Rome. Ora siamo in causa col colosso pur sapendo che le chances di vincere contro Golia sono scarse, ma non possiamo non provarci. Per questo, invito le persone interessate al nostro lavoro a seguire ovaldoc.com e a sostenerci.
La cultura e la ricerca “alternative” hanno bisogno di sostegno economico, altrimenti non resterà che una sola voce, quella nella bolletta della luce relativa al canone RAI.
Sul nostro sito i visitatori potranno trovare il trailer di The Perfect Soldier, ma anche anticipazioni sul nuovo progetto: vorremmo realizzare una serie di episodi tra cui “L’arma perfetta” sull’uso della psicologia come arma nella guerra; “La natura perfetta” sulla trasformazione della natura in un ambiente parallelo totalmente controllato, e “La vita perfetta”.
Sa qual è la “vita perfetta” secondo alcuni scienziati transumanisti? Quella senza la morte. In ognuno di questi episodi, la serie tende a mostrare come l’inarrestabile sviluppo tecnologico ci stia portando sull’orlo di una rivoluzione antropologica.
Come ci hanno preannunciato i più grandi e visionari scrittori di fantascienza è la prima volta nella storia dell’umanità che la tecnologia permette non tanto di modificare la natura esterna, ma i fondamenti della natura umana che sono stati tali per decine di migliaia di anni”.
- L’essere umano, secondo questa impostazione scientista – meccanicista – è solo una macchina da gestire e pilotare a seconda dei voleri di chi può. Siamo certi di esseri costruiti solo in carne e ossa da poter amministrare e controllare a piacimento? Magari c’è un bug da qualche parte che si chiama sentimento, o emozione. Secondo lei, siamo fatti solo di materia?
“No, abbiamo anche uno spirito. Il nostro, nella fattispecie, è foscoliano, “rugge”.”
- Come è stato possibile realizzare “Il Soldato Perfetto” e dove è possibile vederlo?
“Il documentario è stato prodotto grazie ad un crowdfunding fatto l’anno scorso. Abbiamo iniziato a far girare il film in Italia attraverso proiezioni pubbliche e presto inizieremo anche in Germania.
Chi è interessato a organizzare proiezioni può scriverci qui: [email protected]
Ringraziamo Nathalie Signorini per aver partecipato a questa intervista.
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Articolo a cura di Jacopo Brogi
IL TRAILER DEL DOCUMENTARIO
NOTE
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10.11.2024
Fonte: comedonchisciotte.org