La “doppia morale dei privilegiati” e il collasso della Sinistra occidentale

Spiegato semplice

Il testo parla di come alcune persone della sinistra democratica si arrabbiano per le loro sconfitte, specialmente negli Stati Uniti. L’autore dice che ci sono due problemi principali: una “doppia morale”, dove alcune persone possono dire cose offensive senza essere punite, mentre altri no, e una “sindrome paranoide”, dove si ignorano fatti evidenti. Porta due esempi: uno scrittore che è stato sospeso per aver usato parole brutte contro un ministro, mentre prima criticava gli altri per fare lo stesso, e una pugile che ha vinto una medaglia ma ha una situazione di complicata. L’autore conclude dicendo che finché la sinistra non cambia il suo modo di pensare, molte persone continueranno a votare per la destra.

Fine spiegato semplice.

Non so se suscita più rabbia o tenerezza la sinistra democratica che si sconvolge e straccia le vesti per l’ennesima sconfitta, stavolta nientemeno che nel paese guida dell’Occidente, gli Stati Uniti. Tralascio volentieri tutte le cause di tali sconfitte rintracciate dai media “diplomatici” (candidati sbagliati, incapacità comunicative, inefficacia nello spiegare il pericolo rappresentato da una certa Destra etc.). Preferisco di gran lunga dare un senso al nome di questa rubrica e soprattutto all’organo che la ospita. Quindi individuare le due cause profonde che stanno alla base della crisi di tutta l’area democratica in Occidente:e sindrome paranoide (o dell’ideologia distorta).

Per spiegarle mi avvalgo di due episodi. Il primo riguarda il caso dello scrittore e docente Christian Raimo, recentemente sospeso per tre mesi dall’insegnamento per aver utilizzato un(si è espresso in termini di luridezza, cialtronaggine, anello debole che va colpito) nei confronti del ministro dell’Istruzione (qualche tempo prima aveva detto che i fascisti andrebbero presi a bastonate). È pressoché unanime la difesa che la galassia intellettuale dem ha intrapreso nei suoi confronti, sostanzialmente in nome dell’intolleranza alla di cui darebbe prova il governo italiano. C’è di che restare basiti! Ma come, e la condanna ai vari esponenti del centrodestra (pensiamo a Salvini, ma anche altri esponenti di Fdi) per il loro linguaggio violento e offensivo verso avversari politici, immigrati, persone transgender etc., per quale ragione insondabile non dovrebbe riguardare un intellettuale di sinistra?! Senza contare che Raimo, fra i più solerti a condannare moralmente la Destra quando essa utilizza un linguaggio violento, è anche un docente scolastico e per questo risulta ancora più grave, irresponsabile e diseducativo l’esempio che fornisce agli studenti e non solo, non certo consono a un confronto politico e ideologico civile e pacifico. Qui emerge la “doppia morale”, ossia la condanna etica che vale per alcuni e non per un’élite intellettuale e democratica. Gli studenti del Liceo in cui Raimo insegna, mobilitatisi a suo favore, nonché le persone del popolo in genere verranno puniti e sanzionati per l’eventuale uso di linguaggio offensivo e violento utilizzato nella loro esistenza, mentre c’è da credere che lo stesso scrittore ne guadagnerà in termini di visibilità mediatica, ospitate televisive e forse anche premi letterari. Da una parte l’élite a cui tutto è concesso, dall’altra il volgo. Si parla di libertà di pensiero, dimenticando che questa è cosa nobile e ben diversa dai pensieri espressi in libertà da un gruppetto di persone privilegiate…

Il secondo episodio riguarda la pugile algerina Imane Khelif, recente vincitrice della medaglia d’oro olimpionica in una categoria femminile, ma oggetto di polemiche perché già squalificata da una federazione a fronte di un’identità cromosomica e sessuale quantomeno dubbia. Anche qui, prontamente è intervenuta l’intellighenzia della Sinistra dem, disposta a difendere a spada tratta la pugile algerine in nome dell’emancipazione sessuale e femminile. Sennonché, in questi giorni è uscito un articolo rilevante di una rivista femminista (https://reduxx.info/algerian-boxer-imane-khelif-has-xy-chromosomes-and-testicles-french-algerian-medical-report-admits/) in cui si citano studi e testimonianze apparentemente molto accurati e puntuali, dai quali si evincerebbe che Khelif è affetta da una sindrome sessuale che colpisce soltanto i maschi (5-alpha reductase deficiency). Insomma, Khelif avrebbe fatto registrare dei cromosomi maschili (XY), con tanto di annessi organi sessuali (seppure deformati), ma soprattutto sarebbe in possesso di un tasso di testosterone e di una muscolatura tipica di un essere umano di sesso maschile.

La struttura maschile di Khelif risultava evidente anche al semplice sguardo, ma l’oggettività è una delle prime vittime di epoche sciagurate e nichilistiche (“Non esistono fatti, ma soltanto interpretazioni”, scriveva il padre del nichilismo contemporaneo Friedrich Nietzsche). Una sorta di sindrome paranoide (o ideologia distorta) ha spinto larga parte della galassia dem a voler vedere soltanto ciò che esiste nella propria testa e ignorare quanto pur si presentava oggettivo già al semplice sguardo. Risultato: la parte politica che si arroga il nobile e sacrosanto dovere di combattere le discriminazioni contro le donne, avrebbe di fatto incitato un pugile uomo a prendere a pugni delle donne, ferendone la dignità oltre che il corpo, e mortificando i sacrifici di una vita per provare ad avere successo nella competizione olimpica.

Si spiega in questo modo l’apparente paradosso denunciato con vivo stupore dai media “diplomatici” per cui molte donne, ma anche latinoamericani, afroamericani e classi operaie hanno decretato la vittoria schiacciante di un signore come Trump, miliardario non alieno da pronunciamenti sessisti, razzisti e quant’altro, ma almeno disposto a promettere soluzioni rispetto alla crisi economica e sociale in cui versa larga parte del popolo.

Finché la cultura dominante della Sinistra sarà quella della doppia morale da privilegiati o delladi chi non distingue le proprie convinzioni dalla realtà, il popolo preferirà sempre a larga maggioranza votare a destra o tutt’al più astenersi. Se non altro perché, non mi stancherò mai di ripeterlo, una brutta realtà risulterà sempre politicamente più credibile di una magnifica fantasia.

Paolo  Ercolani

Paolo Ercolani


Paolo Ercolani (Roma, 1972) è filosofo, scrittore e saggista. Docente dell’Università di Urbino «Carlo Bo», ha scritto libri e articoli scientifici. Iscritto all’Ordine dei giornalisti, è autore di numerosi articoli per varie testate, tra cui «La Lettura» del «Corriere della Sera», «il manifesto» e «MicroMega». Fra i suoi ultimi libri, “The West Removed. Economics, Democracy, Freedom: A Counter-History of Our Civilization” (2016), “Contro le donne. Storia e critica del più antico pregiudizio” (2016), “Figli di un io minore. Dalla società aperta alla società ottusa” (2016). 

Fonte: lantidiplomatico.it

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