Acqua contaminata da batteri, pesticidi e Pfas: Nestlé nella bufera in Germania

Spiegato semplice

C’è un grosso problema con alcune bottiglie d’acqua della marca in Europa. In Francia hanno scoperto che l’acqua che doveva essere pulita e naturale in realtà aveva delle cose brutte dentro, come batteri e sostanze chimiche. Un gruppo di persone che si occupa di proteggere i consumatori in Germania ha chiesto che si faccia qualcosa subito, come togliere le bottiglie cattive dai negozi e dire chiaramente quanta acqua hanno venduto. Ma le persone che dovrebbero fare qualcosa in Germania non hanno ancora fatto molto. Anche se l’Europa ha delle regole su come deve essere l’acqua pulita, sembra che Nestlé e altre aziende in Francia abbiano preso l’acqua sporca, l’hanno pulita e poi l’hanno venduta come se fosse sempre stata pulita. Ci sono anche delle storie che dicono che il governo francese ha fatto un accordo con Nestlé per non dire niente di questo problema.

Fine spiegato semplice.

Si allarga lo scandalo sull’acqua Nestlé nel continente europeo. In seguito alle indagini aperte in Francia su casi di varie contaminazioni e sul filtraggio illegale dell’acqua minerale scoperchiati dai media d’oltralpe, infatti, gli ambientalisti tedeschi hanno richiesto alle autorità del loro Stato provvedimenti immediati. In prima linea c’è, in particolare, l’organizzazione non-profit Foodwatch, che ha indirizzato una lettera aperta – già sottoscritta da oltre 38mila consumatori – a Christoph Ahlborn, amministratore delegato di Nestlé Deutschland, in cui si richiede esplicitamente il tempestivo ritiro delle bottiglie contaminate dal mercato tedesco e una piena trasparenza sulla quantità di acqua venduta in Germania, con la finalità di tutelare la salute pubblica.

L’iniziativa di Foodwatch non sembra aver comunque ancora schiodato le autorità tedesche da un sostanziale immobilismo sul punto. L’Ufficio federale per la protezione dei consumatori e laha infatti reso noto di non reputarsi competente, mentre il dipartimento dell’ordine pubblico di Francoforte ha deciso di non mettere mano a misure speciali, sottolineando che la responsabilità dovrebbe spettare alle autorità francesi. Negli ultimi mesi le inchieste di organi di stampa francesi come Le Monde e France Info hanno rivelato che i pozzi utilizzati per imbottigliare la famosa acqua minerale Perrier di Nestlé erano contaminati, tra l’altro, da feci, batteri Escherichia coli, PFAS e pesticidi. Mentre la Commissione europea ha aperto un’indagine sul caso, che nei prossimi giorni dovrebbe sfociare nella pubblicazione di un rapporto, non si ha notizia di alcun richiamo pubblico o avvertimento alle autorità di altri paesi membri dell’UE. Secondo la direttiva europea in materia, l’“acqua minerale naturale” deve soddisfare determinati criteri, tra cui la sua “purezza originaria” e la provenienza da riserve idriche sotterranee protette dalla contaminazione. Sulla base di quanto emerso dalle inchieste, invece, Nestlé e altri produttori in Francia avrebbero contraffatto l’acqua minerale, prelevandola da fonti contaminate, purificandola e vendendola come “acqua minerale naturale”.

In un’altra inchiesta, Le Monde e Radio France avevano reso noto il contenuto di documenti da cui si era rilevato l’utilizzo negli impianti di Nestlé Waters di filtri nascosti all’interno degli armadi elettrici, nonché pubblicato i risultati di un corposo report dell’Igas (Ispezione degli affari sociali) redatto nell’estate del 2022, tenuto segreto e consultato dagli autori dell’inchiesta giornalistica, che indicava che almeno il 30% dei marchi francesi aveva utilizzato tecniche di filtrazione non conformi alla normativa. Secondo quanto appurato dai media, a entrare in gioco sarebbe stato anche il governo di Parigi, che – senza far passare la questione dal vaglio della magistratura o delle istituzioni europee – avrebbe deciso di trattare con Nestlé, indicando alle Prefetture di autorizzare tecniche di microfiltrazione al di sotto degli 0,8 micron in cambio della rinuncia, da parte dell’azienda, di una serie di trattamenti non regolamentari.

[di Stefano Baudino]

Fonte: lindipendente.online

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