Fine spiegato semplice.
Di Riccardo Paccosi per ComeDonChisciotte.org
Sono tanti i cittadini che, da mesi, si sono mobilitati per difendere il Parco Don Bosco di Bologna che rischia di sparire per la costruzione delle nuove scuole medie “Fabio Besta” . Sono soprattutto i residenti del quartiere a protestare per salvare i pioppi in una zona dove il cemento prevarica sul verde.
Il progetto edilizio approvato dal Comune comporta, infatti, consumo di suolo, abbattimento di decine di alberi sani e il danneggiamento di un parco ricco di flora e fauna che è anche uno spazio ricreativo e di socialità frequentato da persone di ogni età, un prezioso polmone verde per tutta la città.
A protestare ci sono anche numerosi esperti ed agroclimatologi che ritengono che la prevista piantumazione di nuovi alberi al posto di quelli abbattuti non potrà comunque riparare il danno causato all’ambiente con l’edificazione della nuova scuola (energeticamente avanzata, ovviamente, grazie all’installazione di pannelli fotovoltaici) e di una nuova pista ciclabile.
Le manifestazioni di dissenso sono iniziate a gennaio 2024 quando sono apparse le prime transenne per delimitare l’area interessata dai lavori. I cittadini, che si sono riuniti nel Comitato Besta, hanno più volte richiesto un confronto con le istituzioni e hanno organizzato un presidio fisso al Parco Don Bosco. Le tensioni sono cresciute di mese in mese fino al 20 giugno quando il reparto antisommossa della polizia ha caricato i cittadini che protestavano per impedire il taglio degli alberi.
Si tratta di un evento che aiuta a fare chiarezza. Questo, infatti, è il vero volto della “emergenza climatica” e dell’ambientalismo tanto sbandierato dalle élite del World Economic Forum e dai loro referenti locali, quali il Sindaco di Bologna Matteo Lepore.
Quest’ultimo, in ossequio alle linee d’indirizzo messe nero su bianco al forum di Davos, ha tentato (senza per ora riuscirci) d’imporre a tutti gli automobilisti di andare a 30 chilometri all’ora col presunto intento di salvaguardare l’ambiente. Poi però, quando gli interessi dei costruttori premono, ecco che il medesimo “difensore dell’ambiente” non si fa problemi a distruggere un parco pubblico e rivendicarlo come atto necessario alla “transizione ecologica”.
A Bologna, il settantennale sistema di potere del PD deve assolutamente crollare perché coloro che – come gli esponenti del centrosinistra – prendono ordini da istituzioni sovranazionali non elettive, devono essere messi nelle condizioni di non potere amministrare più nemmeno un condominio di periferia.
A livello nazionale e internazionale, invece, dobbiamo prendere atto che non si sta strutturando una contro-narrazione efficace sul tema dell’ambiente, manca una politica che si contrapponga frontalmente all’ambientalismo padronale.
In altri paesi europei, a opporsi all’agenda green di World Economic Forum e Commissione Europea – un’agenda che molto presto sferrerà un attacco mortale ai piccoli proprietari di casa – sono figure anche molto diverse fra loro come Sarah Wagenknecht e Marine Le Pen ma, in Italia, non c’è alcuna forza politica rilevante che riesca ad arginare l’ennesimo stato d’emergenza con cui i governanti hanno deciso di muovere guerra ai propri popoli.
Di Riccardo Paccosi per ComeDonChisciotte.org
23.06.2024
Riccardo Paccosi è attore, regista teatrale e scrittore.
Fonte: comedonchisciotte.org