Fine spiegato semplice.
Garanzie di protezione nucleare all’Arabia Saudita, nel caso in cui l’Iran sviluppasse armi nucleari, in cambio della partecipazione di Riad alla ricostruzione della Striscia di Gaza. Sarebbe questa la proposta fatta da Washington a Riad secondo l’autorevole giornalista statunitense, nonché Premio Pulitzer, Seymour Hersh, citando una fonte israeliana definita “affidabile”.
Hersh ha fatto questa rivelazione commentando i negoziati preliminari in Qatar per un accordo di cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi nella Striscia di Gaza. Il Premio Pulitzer ha precisato, sulla piattaforma Substack, che questa volta i colloqui includono una componente saudita.
“In cambio del loro sostegno e del loro denaro, mi ha detto l’israeliano, gli Stati Uniti avrebbero offerto alla leadership saudita un trattato di difesa ampliato che includerebbe l’Arabia Saudita nel suo ombrello nucleare – la sua zona di protezione – nel caso in cui l’Iran, l’ultimo nemico rimasto di Israele si impadronisse di una bomba nucleare.”
Il giornalista ha ricordato che “sono ancora vivi in Israele e Washington” i timori riguardo al fatto che Repubblica islamica, sia capace di arricchire l’uranio a livello militare, decidendo, quindi, di acquisire armi nucleari.
Allo stesso tempo, il decano del giornalismo di inchiesta ha precisato che “non ci sono prove” che Teheran abbia questo desiderio e capacità adesso o nel prossimo futuro, dato che “i suoi più stretti alleati sono stati completamente bombardati”, ma “questo fatto è stato sistematicamente ignorato dagli Stati Uniti e dai suoi alleati e i principali media americani.”
La fonte israeliana ha spiegato ad Hersh che “c’è un cauto ottimismo riguardo al raggiungimento di un accordo che comporti un investimento a lungo termine da parte dei sauditi nella ricostruzione di Gaza”, una volta risolto il conflitto tra Israele e Hamas.
Inoltre, nel piano sarebbe previsto che Riad “guardasse dall’altra parte” mentre Tel Aviv effettua bombardamenti, anche contro obiettivi in Siria. Inoltre, potrebbe dare a Israele l’accesso a un aeroporto all’interno dei confini sauditi, posizionando bombe e missili israeliani, per lo più forniti dagli Stati Uniti, “a pochi minuti, non ore, dai principali obiettivi iraniani”, ha concluso Hersh.
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Fonte: lantidiplomatico.it