Il Kenya in rivolta contro il carovita: la polizia spara

 

Spiegato semplice

In Kenya, molte persone sono molto arrabbiate perché il governo ha deciso di aumentare le tasse, in particolare sul carburante, e questo ha fatto salire i prezzi di molte cose che la gente compra tutti i giorni. A causa di questo, molte persone sono scese in strada nelle città per protestare. Purtroppo, queste proteste sono diventate violente e laha dovuto intervenire. Alcune persone sono state ferite e altre sono morte. Anche molti bambini sono stati portati in ospedale perché la polizia ha usato gas lacrimogeni per cercare di fermare le proteste. Il leader dell’opposizione politica in Kenya ha detto alle persone di continuare a protestare. Il presidente del Kenya dice che l’aumento delle tasse è necessario per aiutare il paese a pagare i suoi debiti e creare nuovo lavoro. Ma molte persone non sono d’accordo e dicono che queste nuove tasse rendono la vita ancora più difficile per loro.

Fine spiegato semplice.

Caos nelle strade di Nairobi e di altre città del Kenya, dove migliaia di persone sono scese in strada a protestare contro l’aumento delle tasse e il carovita. Le immagini diffuse via social testimoniano la folla che ha eretto barricate, dato fuoco a copertoni e attaccato le forze di polizia lanciando pietre. La repressione è stata brutale: la polizia ha ammesso la morte di cinque manifestanti, tre alla periferia di Nairobi dove era in atto un blocco autostradale e due a Kitengela, durante l’assalto ad una stazione di polizia. A questi si aggiunge almeno un’altra vittima, uccisa dai proiettili della polizia nella cittadina di Emali, secondo quanto riferito dal quotidiano keniano The Star.  Una cinquantina i bambini ricoverati ieri all’ospedale, svenuti a causa dei lacrimogeni lanciati nella loro scuola. Decine di arresti e altre decine le persone portate in ospedale. La rabbia è stata scatenata dalla decisione del governo di raddoppiare le imposte sul carburante dall’8 al 16%, aggravando in questo modo la spirale inflazionistica. Il leader dell’opposizione, Raila Odinga, ha invitato la popolazione a continuare nelle proteste.

Il 7 luglio sono scoppiate le prime proteste per le strade di Nairobi, la capitale, dove la popolazione é scesa a protestare contro l’aumento delle tasse e del costo della vita, con l’inflazione alle stelle che ha visto aumentare i prezzi dei beni di prima necessità. Ieri 12 luglio, la giornata più dura: scontri e manifestazioni in diverse città del paese, dove la polizia ha aperto il fuoco contro manifestanti che lanciavano pietre e bloccavano alcune arterie del paese. Sei i morti per ora accertati.

Le manifestazioni sono state indette dal leader dell’opposizione Raila Odinga, che ha invitato la popolazione a protestare contro l’aumento delle tasse che vede raddoppiare l’imposta sulla benzina oltre che aumentare il prezzo dei beni di prima necessità. L’inflazione é aumentata di circa l’8%; misure necessarie, secondo il presidente William Ruto, per far fronte ale per creare nuovi posti di lavoro. Viene introdotta anche un’imposta per finanziare alloggi a prezzi accessibili. Tasse che però ricadono sulle fasce di popolazione più fragili e già in crisi economica.

Il presidente Ruto è stato eletto ad agosto 2022 con l’obiettivo dichiarato in campagna elettorale di aiutare i lavoratori poveri del Kenya, ma i suoi critici sostengono che gli aumenti delle tasse da lui firmati il mese scorso aggraveranno la situazione dei kenioti che già faticano a permettersi beni di prima necessità, come la farina di mais. Alla fine di giugno l’Alta Corte del Kenya aveva ordinato di sospendere l’applicazione delle nuove imposte in attesa di un ricorso legale, ma il governo ha comunque aumentato i prezzi della benzina. Pochi giorni dopo, sono scoppiate le prime proteste.

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