Fine spiegato semplice.
La Commissione capitolina, all’unanimità, ha dato il via libera alla proposta di delibera di concessione della cittadinanza a Julian Assange presentata dall’ex sindaca di Roma e attuale consigliera d’opposizione del M5S Virginia Raggi, insieme ai gruppi consiliari capitolini M5S e Lista Civica Raggi. Entro un mese il testo dovrà passare dal voto del Consiglio comunale per l’ok definitivo. «Ringraziamo la maggioranza – ha detto Virginia Raggi – e le altre forze politiche che hanno sottoscritto la proposta e stanno combattendo questa battaglia con noi».
«La vicenda di Assange ci riguarda tutti perché come uomo, come giornalista e come difensore della libertà di manifestazione del pensiero non solo sta combattendo per ciò in cui crede, ma anche e soprattutto per la difesa di un valore fondamentale di uno stato di diritto e di un sistema democratico – hanno scritto in un comunicato i consiglieri capitolini M5S e Lista Civica Raggi -. Battaglia per la libertà di espressione e di parola tutelata, ricordiamolo, anche dalla nostra Carta costituzionale all’articolo 21 che dovrebbe portare avanti ciascuno di noi che ha avuto la fortuna di nascere in un paese democratico: spetta infatti a noi difendere sempre questo valore, e il luminoso esempio di Assange sta lì a ricordarcelo». Roma si aggiunge dunque a una lunga lista di grandi città e piccoli Comuni che si sono mobilitati per conferire al giornalista australiano la cittadinanza onoraria, ovvero Pinerolo, Marcellinara, Pescara, Castelnuovo Cilento, Passignano sul Trasimeno, Catania, Monterotondo, Montegabbione, Chiusi, Campobasso, Castelfranco Emilia, Ferrara, Modena, Savona, Strambinello e Vicovaro.
Al netto di imprevisti, dunque, il conferimento della cittadinanza onoraria di Roma Capitale a Julian Assange avrà presumibilmente luogo poco prima di una data fatidica: quella del prossimo 20-21 febbraio, quando i giudici dell’Alta Corte di Londra si riuniranno per la decisione sull’appello finale contro l’estradizione del giornalista – che ora è detenuto nel carcere londinese di Belmarsh – negli Stati Uniti. Se arrivasse il via libera all’estradizione, Julian Assange, accusato per la aver pubblicato sul portale WikiLeaks, nel 2010, file riservati del governo americano che hanno svelato i crimini di guerra consumati dagli USA nella prigione di Guantanamo Bay, a Cuba, in Iraq e in Afghanistan, rischierà di incorrere in una condanna fino a 175 anni di carcere.
[di Stefano Baudino]
Fonte: lindipendente.online