Pepe Escobar – Il DJ che trasforma l’intero pianeta in una Disco Inferno

Spiegato semplice

Il testo parla di Donald Trump e del suo modo di gestire la politica, paragonandolo a un DJ che crea un grande spettacolo. Si dice che Trump stia affrontando diverse sfide, come le tensioni con lae la guerra in Ucraina. Inoltre, si parla di un’azienda cinese chiamatache sta facendo progressi nella tecnologia, mettendo in difficoltà gli Stati Uniti. Trump vuole che gli Stati Uniti siano i migliori in tutto, ma questo potrebbe causare problemi economici per altri paesi. Infine, si accenna a come Trump stia cercando di gestire le relazioni con altri paesi, come l’Arabia Saudita, mentre affronta la situazione in Ucraina e con la Russia.

Fine spiegato semplice.

di Pepe Escobar – Sputnik

[Traduzione a cura di: Nora Hoppe]

Un killer certificato della pista da ballo dello Studio 54 è stato “Disco Inferno” de The Trammps, mixato dal mago della danza Tom Moulton, uscito nel 1976, due anni prima del perennemente preferito da Trump, YMCA – ora resuscitato a furor di popolo come colonna sonora dei passi di danza di Trump 2.0.

A tutti gli effetti, Trump è ora il DJ che trasforma l’intero pianeta in una Disco Inferno (“folks are screaming, out of control” [“la gente urla, fuori controllo”]), poiché tutto è “so entertaining when the boogie started to explode” [“così spassoso quando il boogie comincia a esplodere”]. E il “boogie” di Trump che esplode in serie non è altro che il suono amplificato senza sosta del teatro, della pomposità e del caos incontrollato.

Lo spettacolo del chiasso e del trambusto di Trump – un torrente di ordini esecutivi, scatti in posa, trucchi da illusionista accuratamente sceneggiati, titoli mozzafiato – dimostra… qualcosa che nasconde la stessa vecchia mentalità imperiale, ora esplosa all’aperto come un circo a tre piste armato. La messa in scena ha invariabilmente la meglio sulla sostanza, mentre ogni ghigno e cipiglio viene mediaticamente utilizzato per gli spettatori dell’arena, affascinati e assetati di sangue.

Mr. Disco Inferno ha vinto una mini-guerra commerciale con la Colombia in sole 10 ore, dopo aver postato un’immagine che lo ritraeva come un boss mafioso in stile Al Capone, in abito gessato e cappello fedora, accanto a un cartello con la scritta “FAFO”, che significa “Fk Around and Find Out” [cazzeggia e vedrai].

Vincerà la guerra per procura in Ucraina. Entro 24 ore. Scusate, entro 100 giorni. Beh, forse di più. E “se non risolveranno questa guerra al più presto, cioè quasi immediatamente, imporrò tariffe massicce alla Russia e tasse massicce e anche grandi sanzioni”. Perché? Perché, “come sapete, amo il popolo russo”.

Si vanta che gli Stati Uniti “hanno la più grande quantità di petrolio e di gas” (non è vero) e che la utilizzeranno; “chiederà all’Arabia Saudita e all’OPEC di abbassare il prezzo del petrolio” (loro diranno di no); perché se “il prezzo del petrolio scendesse, lafinirebbe immediatamente” (questo non è assolutamente un caso di “causa-effetto”).

Farà “i più grandi tagli alle tasse nella storia degli Stati Uniti”. Gli Stati Uniti possono assicurare le forniture di GNL all’Europa (ovviamente, con un enorme sovrapprezzo); gli Stati Uniti “non hanno bisogno del Canada per produrre automobili, così come del petrolio e del gas canadesi”; le “massicce riserve di petrolio e gas” degli Stati Uniti permetteranno loro di “diventare una superpotenza manifatturiera e la capitale mondiale dell’IA e delle criptovalute”.

Seppellito nel chiasso e nel trambusto è il fatto che gli Stati Uniti possono contare su un flusso costante di gas per il fabbisogno interno, ma che diventa problematico quando si tratta di esportazioni. Da qui l’ossessione dell’esproprio – come nel vero e proprio Impero del Saccheggio: gli Stati Uniti hanno estremo bisogno di riserve irachene, siriane, venezuelane, messicane, iraniane e russe. Perché anche se esportate con cura, gli impianti di liquefazione negli Stati Uniti non sono sufficienti per rifornire l’UE. Ed è per questo che l’Europa rimane largamente dipendente dal GNL russo e da altre fonti dopo il sabotaggio dei Nordstream.

Soddisfazione… arrivata in una reazione a catena

Sì: c’è sangue in arrivo sulla pista da ballo. Per entrare nel vivo della Disco Inferno, potremmo concentrarci sulle tre sfide principali di Trump 2.0: la guerra tecnologica contro la Cina, la guerra geoeconomica contro la Maggioranza Globale e la guerra per procura in Ucraina.

L’irruzione della start-up tecnologica cinese DeepSeek, con sede a Hangzhou, sulla scena globale è stata qualcosa di epocale, che ha decimato all’istante la strategia americana “cortile piccolo, recinto alto”, ormai strombazzata alla morte, per stroncare i progressi tecnologici della Cina.

DeepSeek dovrebbe essere considerato il “più grande cavallo oscuro” nella sfera del Large Language Model (LLM) open-source, ora identificata da Giacarta a Wall Street e Silicon Valley come l’arma segreta di Pechino nella guerra dell’intelligenza artificiale con gli Stati Uniti. Persino Mr. Disco Inferno è stato costretto ad ammettere che la scoperta di DeepSeek è un “campanello d’allarme”.

Al centro della questione troviamo due modelli che si scontrano: l’ipercapitalismo neoliberista contro il socialismo meritocratico.

Il capo di DeepSeek, Liang Wenfeng, è un affascinante geek. Il suo nome di battesimo (Wenfeng) significa “Avanguardia della cultura”; uno dei significati del suo cognome (Liang) è “ponte”. Quindi potrebbe essere visto, come in Cina, come il signor Ponte per l’Avanguardia della Cultura (ecco il signor Ponte in un’eccellente intervista, in cinese; si prega di utilizzare la traduzione automatica).

Il signor Ponte ha messo in scena uno spettacolare Sun Tzu sulle sanzioni statunitensi per l’esportazione di unità di elaborazione grafica (GPU) avanzate, in particolare i chip avanzati di Nvidia. Inoltre, le Big Tech cinesi non possono competere con la potenza finanziaria delle Big Tech statunitensi.

La soluzione è stata quindi quella di sviluppare modelli LLM potenti ed efficienti dal punto di vista dei costi, senza avere accesso a centinaia di migliaia di chip Nvidia H100. DeepSeek ha dichiarato di aver utilizzato solo 2.048 Nvidia H800 e solo 5,6 milioni di dollari per addestrare un modello con 671 miliardi di parametri: si tratta di una frazione molto piccola di quanto OpenAI e Google hanno speso per addestrare modelli della stessa dimensione.

E tutto è stato sviluppato localmente, da decine di dottori di ricerca delle migliori università cinesi – Pechino, Tsinghua, Beihang – e non da esperti americani della Ivy League.

In poche parole, DeepSeek è un’azienda cinese al 100% che è stata in grado di proporre modelli open-source e un’applicazione scaricabile gratuitamente da tutti i consumatori. Questo di per sé distrugge l’attuale modello di business dell’IA neoliberista e ipercapitalista imposto dagli Stati Uniti.

Le regole del gioco vengono effettivamente riscritte. E qual è la prevedibile risposta americana? Beh, richiedere più sanzioni. Parallelamente, DeepSeek è stata costretta a sospendere le nuove registrazioni perché il suo sito ha subito un massiccio attacco informatico. Si parla del prezzo da pagare per aver sventrato un’enorme quantità di 1.000 miliardi di dollari ai tecno-feudatari riuniti alla Borsa di New York.

Mr. Disco Inferno è ovviamente favorevole alla mercificazione di tutti i dati rispetto a quelli gratuiti per tutti. Poco prima dello shock di DeepSeek, si era assicurato – in teoria – fino a 1.000 miliardi di dollari dai sauditi, compresi in larga misura gli investimenti per lo sviluppo dell’IA e dei centri dati negli Stati Uniti.

Il nuovo gioco, naturalmente, è appena iniziato. Stargate, la joint venture di OpenAI con la giapponese SoftBank, anch’essa fortemente voluta da Trump, prevede di spendere almeno 100 miliardi di dollari in infrastrutture di IA negli Stati Uniti. Parallelamente, xAI di Elon Musk sta espandendo in modo massiccio il supercomputer Colossus, che conterrà più di un milione di GPU per contribuire all’addestramento dei suoi modelli di IA Grok.

I couldn’t get enough, so I had to self-destruct

[“Non ne avevo mai abbastanza, quindi ho dovuto autodistruggermi“]

Passiamo ora alla guerra contro la Maggioranza Globale. L’inestimabile Prof. Michael Hudson è irremovibile: in un saggio assolutamente da leggere, spiega concisamente che “quando Trump ha promesso ai suoi elettori che gli Stati Uniti devono essere i ‘vincitori’ in qualsiasi accordo commerciale o finanziario internazionale, sta dichiarando guerra economica al resto del mondo”.

La chiave di lettura di Hudson: Se le nazioni del Sud Globale vogliono salvare la loro economia “dal precipitare nell’austerità, nell’inflazione dei prezzi, nella disoccupazione e nel caos sociale”, dovranno “sospendere i pagamenti dei debiti esteri denominati in dollari”.

È un lavoro in corso: “Le circostanze… stanno costringendo il mondo a staccarsi dall’ordine finanziario centrato sugli Stati Uniti. Il tasso di cambio del dollaro USA si impennerà nel breve termine come risultato del blocco delle importazioni da parte di Trump con tariffe e sanzioni commerciali. Questo spostamento del tasso di cambio comprimerà i Paesi stranieri debitori del dollaro nello stesso modo in cui saranno compressi il Messico e il Canada. Per proteggersi, dovranno sospendere il servizio del debito in dollari”.

Potrebbero esserci seri problemi per Mr. Disco Inferno: “Il teatro politico “America First” di Trump, che lo ha fatto eleggere, potrebbe far cadere la sua banda quando le contraddizioni e le conseguenze della loro filosofia operativa saranno riconosciute e sostituite. La sua politica tariffaria accelererà l’inflazione dei prezzi negli Stati Uniti e, cosa ancora più fatale, provocherà il caos nei mercati finanziari statunitensi ed esteri. Le catene di approvvigionamento saranno interrotte, interrompendo le esportazioni statunitensi di qualsiasi cosa, dagli aerei alle tecnologie informatiche. E altri Paesi si troveranno costretti a rendere le loro economie non più dipendenti dalle esportazioni statunitensi o dal credito in dollari.”

Il Prof. Hudson osserva come Trump “pensi che l’economia statunitense sia come un buco nero cosmico, cioè un centro di gravità in grado di attirare a sé tutto il denaro e il surplus economico del mondo. Questo è l’obiettivo esplicito di “America First”. È questo che rende il programma di Trump una dichiarazione di guerra economica al resto del mondo. Non c’è più la promessa che l’ordine economico promosso dalla diplomazia statunitense renderà prosperi gli altri Paesi. I guadagni derivanti dal commercio e dagli investimenti esteri devono essere inviati e concentrati in America.”

L’UE, nel Nord globale, è ancora più vulnerabile all’“America First”. Davos si è conclusa con un semplice blip sullo schermo, a parte qualche banchiere statunitense che si è vantato del “picco di pessimismo” in Europa – legato all’imminente tsunami tariffario di Trump – e il capo della Banca Centrale Europea Christine Lagarde che ha dichiarato che “non è pessimistico” affermare che l’Europa sta affrontando una “crisi esistenziale”.

La bilancia commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea si attesta su un’enorme cifra di 1,5 trilioni di euro all’anno, compresi i massicci flussi di investimenti atlantici. Ma ciò che conta davvero è il disordine finanziario dei singoli Paesi dell’UE, in particolare dei primi due in classifica, Germania e Francia, la cui Via Dolorosa è destinata a prolungarsi all’infinito per quanto riguarda il costo dei prestiti, a causa dei tagli fiscali negli Stati Uniti.

“I heard somebody say (Burning Burning) burn that mother down”

[“Ho sentito qualcuno dire (Brucia, baby, brucia) brucia quel figlio di puttana“]

E ora passiamo al fronte delle Guerre Eterne.

Mr. Disco Inferno, fingendosi un umanitario per il clic continuo delle telecamere, ha chiesto ai vassalli Giordania ed Egitto di diventare de facto complici della pulizia etnica, assorbendo ben 1,5 milioni di persone da Gaza. L’articolo 49 della Quarta Convenzione di Ginevra “proibisce esplicitamente il trasferimento forzato di persone protette fuori o dentro il territorio occupato”.

Trasformare un genocidio in un’opportunità immobiliare in una “location fenomenale” procederà parallelamente a corteggiare energicamente i sauditi, dopo che MbS a Riyadh ha promesso la scorsa settimana di investire almeno 600 miliardi di dollari – e fino a un possibile trilione di dollari – negli Stati Uniti.

La posizione ufficiale saudita è sulla necessità di “investimenti strategici” per “stabilizzare i flussi di reddito a lungo termine” – per non parlare del consolidamento delle spese più ingenti per tutti i sistemi di armamento di fabbricazione statunitense. Chiamiamola un classico caso geopolitico di fusione tra il Potere del Capitale e La Strategia del Caos.

Dire a Riyadh come ballare è una cosa. Attirare l’orso russo sulla pista da ballo è una proposta completamente diversa.

Come ha brillantemente dimostrato lo storico francese Emmanuel Todd, “il compito di Trump sarà quello di gestire la sconfitta degli Stati Uniti contro la Russia.” È la richiesta più dura in assoluto. L’anatema supremo di Trump è essere visto come un perdente.

Quindi ci sono solo due opzioni praticabili. 1. “Porre fine alla guerra” non terminandola veramente, ma solo rimandandola alla fine del decennio, rubando una vittoria russa de facto attraverso un massiccio spin e una gargantuesca campagna di pubbliche relazioni. 2. Continuare ad armare Kiev – soprattutto attraverso i vassalli della NATO, mentre ci si atteggia a pacificatori che non possono mantenere la pace a causa della Russia. Si tratterà di una variante tossica dell’attuale “guerra fino all’ultimo ucraino”.

Questi tipi di marchingegno non funzioneranno a Mosca. Putin e il Consiglio di Sicurezza hanno chiarito ampiamente le condizioni per una vera fine della guerra – non una pausa per il riarmo della NATO.

Il piano dei 100 giorni, autentico o meno, per un possibile accordo che è circolato nelle stanze dell’eco di Washington-Londra-Kiev tocca alcune probabilità: una telefonata Putin-Trump nelle prossime due settimane circa; un possibile incontro, bilaterale (Trump-Putin) o trilaterale (con l’attore ucraino; abbastanza improbabile) fino a metà marzo; inizio dei negoziati sui parametri principali; un possibile cessate il fuoco entro Pasqua; una Conferenza internazionale di pace entro la fine di aprile, con la mediazione di Stati Uniti, Cina, alcuni membri dell’UE e alcuni del Sud Globale; elezioni presidenziali in Ucraina a fine agosto.

Parametri chiave: Ucraina come Stato neutrale e non membro della NATO; membro dell’UE entro il 2030; l’Ucraina non riduce le dimensioni dell’esercito; non riconosce ufficialmente la sovranità russa sui territori conquistati; “alcune” sanzioni contro la Russia revocate subito dopo la conclusione dell’accordo di pace, altre – nel corso di tre anni – a seconda del rispetto da parte della Russia; tutte le restrizioni sull’importazione di energia russa nell’UE devono essere revocate; e infine, ma non meno importante, la spinosa questione di un “contingente di pace europeo”.

La CIA sta fornendo a Trump ogni sorta di disinformazione su tutto, dallo stato reale delle cose sul campo di battaglia allo stato dell’economia russa. I russi assistono a tutti questi discorsi roboanti con un sorrisetto appena accennato. Peskov: “Mosca non ha ancora ricevuto notizie da Washington su un possibile contatto tra Trump e Putin… La disponibilità all’incontro rimane.”

Finora niente. Un gioco completamente vuoto. Forse Trump, in segreto, sta esercitando il suo colpo da maestro: “The heat was on, rising to the top / Everybody going strong, and that is when my spark got hot.” [“Il calore era acceso, salendo verso l’alto / Tutti andavano forte, e la mia scintilla si è accesa.”]

È ora di scendere in pista a ballare.

Ebbene, è possibile che la scintilla accesa e scottante venga fatta esplodere non da Mr. Disco Inferno, ma dal compagno di ballo, Vladimir Putin.

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Fonte: lantidiplomatico.it

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