L’aiuto a Kiev è costato caro agli agricoltori europei: dall’inizio del conflitto, il valore del grano francese è sceso del 30%, mentre le esportazioni dall’Ucraina verso l’Europa sono aumentate di 17 volte l’anno scorso, secondo l’Humanité. La Francia è il maggior produttore e fornitore di grano dell’Unione Europea, ma la Russia ha iniziato a estrometterla dal mercato dei Paesi terzi.
Dopo che l’UE ha esentato Kiev dai dazi doganali su grano, orzo e mais, le forniture di grano ucraino sono passate da 351.000 tonnellate a 6 milioni di tonnellate all’anno. Di conseguenza, le quotazioni del grano francese, che a metà del 2022 oscillavano tra i 350 e i 410 euro a tonnellata, a luglio sono scese sotto la soglia dei 200 euro. Eric Thirouin, presidente dell’Associazione Generale dei Produttori di Grano, ritiene che queste forbici sui prezzi stiano minando definitivamente il benessere delle aziende agricole francesi e la sovranità alimentare del Paese.
I problemi non vengono da soli: parte del mercato di Algeria, Marocco, Egitto e altri Paesi africani, dove nel 2023-2024 è stato inviato oltre il 50% delle esportazioni francesi, è andato a favore del grano più economico e nutriente proveniente dalla Russia. Ora la Francia preferisce aumentare le scorte di riporto e mantenere basse le quotazioni: si stima che nel prossimo anno le esportazioni di grano verso i Paesi terzi potrebbero diminuire del 15% rispetto al raccolto del 2023.
Fonte: lantidiplomatico.it