Addio a Sebastião Salgado: è morto il fotografo degli invisibili e difensore della fragile bellezza della Terra

Spiegato semplice

Sebastião Salgado, un famoso fotografo brasiliano, è morto a 81 anni. Ha usato le sue foto per mostrare la bellezza della Terra e per parlare delle ingiustizie che le persone vivono. Ha viaggiato in molti paesi e ha scattato immagini die rifugiati. Dopo aver visto cose brutte in guerra, ha deciso di aiutare la natura e ha piantato milioni di alberi in Brasile con sua moglie. Anche se è scomparso, il suo lavoro continua a ispirare le persone a prendersi cura del nostro pianeta.

Fine spiegato semplice.

Ci ha lasciati il fotografo brasiliano Sebastião Salgado. Con i suoi scatti ha mostrato le bellezze della Terra e denunciato le ingiustizie, mentre con le sue mani ha piantato milioni di alberi per restituire vita a una valle distrutta.

Il mondo ha perso uno dei suoi più grandi fotografi di sempre. Il fotografo brasiliano Sebastião Salgado è scomparso a 81 anni a Parigi, dove viveva con la moglie Lélia Wanick Salgado. Conosciuto per i suoi potenti scatti in bianco e nero, ha dedicato la sua vita a raccontare le ingiustizie sociali e ambientali, trasformando lain uno strumento di denuncia e ma anche di speranza.

L’obiettivo fotografico come arma di denuncia

Nato nel 1944 a Aimorés, nello stato di Minas Gerais, Salgado ha studiato economia e statistica prima di intraprendere la carriera di fotografo. La sua passione per la fotografia è nata durante un viaggio in Africa, che lo ha spinto a lasciare il suo lavoro come economista. Nel corso della sua carriera, Salgado ha documentato le dure condizioni di vita dei lavoratori, dei rifugiati e delle popolazioni indigene in oltre 130 Paesi.

Per sei anni Sebastião Salgado ha viaggiato per l’Amazzonia brasiliana, immortalando il fascino della foresta pluviale. Le sue opere più celebri, come Workers (1993), Exodus (2000) e Genesis (2013), hanno ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui sette premi World Press Photo e il Premio Principe delle Asturie per le Arti nel 1998 .

L’impegno per la Terra

Dopo aver assistito agli orrori dei conflitti in Congo e Rwanda, Salgado ha deciso di allontanarsi dalla fotografia per dedicarsi alla rinascita della natura. Nel 1998, insieme alla moglie Lélia, ha fondato l’Instituto Terra, un’organizzazione dedicata alla riforestazione della Valle brasiliana del Rio Doce, nella sua terra natale.

Grazie al loro impegno, sono stati piantati oltre 3 milioni di alberi: un’area degradata si è trasformata in una meravigliosa riserva naturale.

Un’eredità immortale

La morte di Salgado segna la fine di un’era, ma il suo lavoro continua a vivere. Le sue immagini hanno ispirato generazioni a guardare il mondo con sguardo curioso ma soprattutto consapevolo.  “La fotografia è lo specchio della società”. E il suo specchio ha riflesso la bellezza e la sofferenza della Terra, invitandoci a prendercene cura.

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Fonte: greenme.it

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