Difendo il professor buscarini! difendo chi scrive false lettere di raccomandazione!

Spiegato semplice

Un uomo di nome Maurizio Buscarini ha cercato di ottenere unimportante fingendosi il nipote del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ha fatto questo perché pensava che le persone con buone raccomandazioni, anche se non meritevoli, ottenevano i posti migliori. Molti lo vedono come un eroe perché ha messo in luce un problema: spesso le persone che meritano non riescono a trovare lavoro, mentre altri, che conoscono le persone giuste, lo ottengono facilmente. Ora, però, Buscarini è in difficoltà e rischia di essere punito per quello che ha fatto. Alcuni pensano che le sue azioni siano state sbagliate, mentre altri credono che abbia solo cercato di cambiare un sistema ingiusto.

Fine spiegato semplice.

Di Ruggero Capone, pekoranera.it

Nelle ultime ventiquattr’ore la storia del finto nipote di Mattarella ha occupato l’attenzione di tutte le cosiddette testate “istituzionali”. I giornaloni hanno tutti dato in testa al povero Maurizio Buscarini nel solito stile “sbatti il mostro in prima pagina”. L’opinione pubblica s’è bella e divisa. Gli alti dirigenti di stato ed i loro servi, come del resto il polveroso ed ipocrita “salotto bene”, chiedono che Buscarini finisca i suoi giorni come l’Abate Faria nel Conte di Montecristo; di contro la gente normale, quella ridotta in povertà dal sistema e dalle istituzioni, vede inun vero e proprio eroe. Uno che ha avuto il coraggio di prendere per i fondelli leed i loro barocchi riti raccomandatori. Perché in ogni famiglia normale ci sono giovani e meno giovani con lauree sudate e a pieni voti: la cronaca quotidianamente ci racconta di medici, ingegneri e laureati che il sistema piega a fare il pony express, il fattorino in bicicletta, il parcheggiatore abusivo, il manovale.

E tutta questa gente concorda con la difesa di Buscarini, con le parole dell’avvocato Maria Letizia Sassi: “Il rinvio a giudizio la ritengo un’occasione persa; si potevano approfondire le ragioni che hanno indotto il mio assistito a compiere un gesto ai limiti del ridicolo e per questo ancora più sintomatico del suo malessere legato a un suo convincimento: che non vi fosse una possibilità di meritocrazia. L’attenzione invece è stata diretta solo al suo grossolano falso. L’auspicio è che il processo dimostri che le accuse non sono proporzionate alla realtà dei fatti”.

Di fatto Buscarini ha dato forma a tutto il male che la gente pensa della classe dirigente italiana: ovvero che i posti di vertice nelle università, nelle pubbliche amministrazioni, in Rai e nei giornaloni vengono assegnati secondo una logica clientelare; proprio come emerso dall’inchiesta dei PM di Milano sui concorsi truccati a Urologia, e come trent’anni fa emergeva nell’Ateneo di Bari, dove alcuni docenti selezionavano sessualmente studentesse e ricercatrici a cui spianare la carriera universitaria.

Da queste pagine difendo volentieri chi finisce a processo per “falsa lettera di raccomandazione” (perché questo dovrebbe essere il vero reato). Purtroppo, la magistratura romana sarà stata costretta ad arrampicarsi sugli specchi, inventando i reati di “sostituzione di persona”, “tentata truffa”, “falso materiale” e “contraffazione del sigillo dello Stato”. Maurizio Buscarini, medico specializzato in urologia e con importante curriculum, si è dovuto spacciare per il nipote del Presidente della Repubblica per vincere un concorso da primario al Policlinico Gemelli: questo dimostra che, se la lettera difosse stata autentica, non saremmo stati qui a scriverne.

Anzi, non si sarebbe saputo nulla, perché nessuno avrebbe messo in discussione la poltrona di Buscarini, vinta per consolidata prassi della raccomandazione. Invece il medico ha dimostrato quanto sia farlocca laitaliana. Soprattutto quella polverosa istituzionalità accademica, che chiama in cattedra e nelle migliori postazioni dirigenziali solo e soltanto i raccomandati, le amanti e gli amanti, i nani malefici e le ballerine scaltre e ladre. Buscarini ha pensato bene di sognare, di mettere le ali ai propri sogni: un po’ come Sordi dottor Terzilli ne “Il Medico della Mutua”, che assurgeva a professore e primario, perché chiamato in cattedra da importanti prelati e ministri; anzi e meglio, come Paolo Villaggio che, ne “L’Ispettore di Sanità” falsificava una raccomandazione per assurgere a dirigente nella sanità pubblica. Sarà stato il Fracchia o Fantozzi nazionale ad aver ispirato la burla (la goliardata) del dottor Maurizio Buscarini che, proprio come in un film della saga Fantozzi, trova il coraggio di fare la scherzosa telefonata “Pronto, sono il Presidente, vorrei segnalarvi mio nipote”. Anche nella nota commedia il collega di Fantocci Bambocci trova in sé la forza di autoraccomandarsi, ma viene pizzicato dal Megadirettoregalattico e per lui si aprono le porte della tortura a vita.

Maurizio Buscarini avrebbe ben imitato la voce del Presidente della Repubblica per telefono, e poi si sarebbe presentato al Gemelli fingendosi suo nipote: una finzione per ottenere il posto a concorso da “direttore dell’Unità operativa complessa di Urologia del Policlinico Gemelli di Roma”; vista la permeabilità delle istituzioni italiane, avrebbe allegato al suo curriculum una falsa missiva di raccomandazione firmata Sergio Mattarella, recante anche il sigillo contraffatto dello Stato italiano. Maurizio Buscarini, urologo d’origini marchigiane, è molto apprezzato a Roma: a dire di chi lo conosce “ama fare il medico”. Evidente non sopportava quel posto finisse nelle mani dei soliti raccomandati, così ha tentato la bella, come si dice nel gergo della mala. Ora si ritrova rinviato a rinviato a giudizio dal gip del Tribunale di Roma per una sequela di reati, e perché l’ipocrisia delle istituzioni italiane non ha il coraggio d’accusarlo di “falsa lettera di raccomandazione”: perché questo è il reato, e la giustizia all’italiana sente ora sulle proprie spalle il dovere di difendere le carriere di tutta la dirigenza di Stato tra ministeri, Rai, giornali, università, enti e grandi società, carriere fatte tutte con le raccomandazioni. Ovviamente a chiedere il fine pena mai per Buscarini c’è tutto il bel mondo dirigenziale romano e italiano. Infatti, si sono costituiti parte civile sia la presidenza della Repubblica che la presidenza del Consiglio dei ministri.

Un consiglio viene spontaneo dare a Maurizio Buscarini: vendi tutto e scappa con il contante in Russia, e lì cerca di passare in maniera tranquilla il resto della tua vita da buon medico quale sei. Perché l’impressione è che intendano processarti celermente e condannarti in tutti i gradi di giudizio, e come futuro monito a tutti i normali cittadini che tentino di procurarsi un lavoro ordendo false raccomandazioni: è inutile dirti (hai ottima assistenza legale) che il risarcimento in danaro verrebbe quantificato in proporzione al patrimonio morale e materiale di coloro che avresti offeso, e facendo quattro conti emerge che ti leverebbero più delle mutande…occhi, cuore, vita.

Quindi prendi i tuoi averi e scappa via dall’Italia. Perché si stenta a credere tu possa trovare in Italia un magnanimo Doge che, come nel Il Mercante di Venezia di Shakespeare, impedisca ti venga tolta la libbra di carne umana come risarcimento all’usuraio sistema.

Di fatto Buscarini ha solo sognato quando ha appreso che al Gemelli stavano selezionando il profilo di “direttore della Uoc di Urologia”. S’era messo in contatto Marco Elefanti (direttore generale della “Fondazione policlinico universitario Gemelli”) e con Giovanni Scambia (l’appena deceduto direttore scientifico) spacciandosi per un dipendente della presidenza della Repubblica e poi preannunciando la telefonata del Presidente Mattarella.

Nel corso della conversazione con Scambia, si legge nel capo d’imputazione, “comunicava l’asserito intento della Presidenza di inserirlo in una commissione di esperti del Quirinale”. Insomma, faceva intendere che una mano lava l’altra, un favore “onorifico” al professore Scambia in cambio dell’assunzione del finto nipote di Mattarella. E secondo l’accusa: “ricontattava telefonicamente sia Elefanti che Scambia spacciandosi questa volta per il presidente della Repubblica… e in questa veste caldeggiava l’assunzione presso il Policlinico Gemelli dell’urologo Maurizio Buscarini”. Poi, sempre secondo l’accusa, avrebbe consegnato a mano sia a Scambia che ad Elefanti la lettera di raccomandazione firmata dal Presidente della Repubblica e con sigillo contraffatto dello Stato italiano: insomma una di quelle lettere di raccomandazione stile Prima Repubblica.

Bellissima commedia, storia che nella Prima Repubblica sarebbe stata “aggiustata” per evitare la brutta figura ai vertici accademici ed istituzionali. Prima degli anni ’80, quando non c’era l’obbligatorietà dell’azione penale e la classe dirigente era garantista e perdonista, Maurizio Buscarini se la sarebbe cavata con una ramanzina, e forse lo avrebbero anche sistemato lavorativamente.

Nei nostri giorni, tanto grigi, bigotti e bacchettoni, l’ipocrisia borghese ed istituzionale vuole la testa di chi s’è burlato del sistema.

Di Ruggero Capone, pekoranera.it

18.05.2025

Ruggero Capone. Scrittore e giornalista professionista.

Fonte: https://www.lapekoranera.it/2025/05/18/difendo-il-professor-buscarini-difendo-chi-scrive-false-lettere-di-raccomandazione-mattarella-buscarini/

Fonte: comedonchisciotte.org

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