Fine spiegato semplice.
La lista Ippocrate si candida per rivoluzionare l’Ordine dei Medici di Roma: “No all’ideologia scientista, sì alla libertà di scelta”.
di Valentina Bennati
comedonchisciotte.org
A fine settembre, dal 27 al 30, si terranno a Roma le elezioni dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri.
È l’ordine professionale più grande d’Italia e d’Europa.
La novità è che stavolta si sono presentati con una lista propria alcuni professionisti che nel periodo difficile del Covid, mantenendo fede al giuramento di Ippocrate, sono andati a visitare e curare i malati a casa e che si sono adoperati per fornire alle persone informazioni complete per una scelta consapevole riguardo la vaccinazione.
In un periodo intenso e pesante che ha stravolto la vita di tante famiglie, pochi medici hanno scelto di rimanere sempre disponibili assistendo anche pazienti residenti a diversi chilometri di distanza, mostrando umanità, empatia, competenza nel gestire a domicilio anche le situazioni più delicate di persone già sofferenti per altre gravi patologie.
Questi Medici non sono stati premiati dagli Ordini professionali di appartenenza.
Anzi, spesso gli Ordini hanno agito contro di loro anche se, di fatto, avevano salvato pazienti.
Alcuni sono stati sottoposti a procedimento disciplinare per aver prescritto degli esami prevaccinali o per aver rilasciato certificati di esonero dall’obbligo delle mascherine.
Altri sospesi per essersi rifiutati di farsi inoculare sostanze in verità ancora non adeguatamente sperimentate.
Altri, invece, radiati per aver criticato apertamente la campagna vaccinale di massa dei cosiddetti vaccini anti COVID-19, farmaci che in sostanza non impedivano il contagio.
Difficile dimenticare quanto accaduto.
Come, del resto, è difficile non considerare che questi stessi Ordini hanno sostenuto la necessità di vaccinare le persone guarite, le donne in gravidanza e i bambini per i quali, in realtà, il COVID-19 non costituiva alcun un problema.
Queste elezioni, che si stanno svolgendo non solo a Roma, ma in diverse città (QUI la lettera aperta del dott. Cesare Atticciati al presidente dell’Ordine dei Medici di Siena e al Consiglio uscente) sono, dunque, molto importanti perché prospettano la possibilità di un cambiamento forte. Avvengono, tra l’altro, in un momento delicato di insicurezza e carenza cronica di personale medico, da un lato, e, dall’altro, di crescente sfiducia da parte della popolazione verso la classe medica, come testimoniano i numerosi episodi di violenza avvenuti nell’ultimo anno a Rimini, Foggia, Catania e in altre città.
Sarà possibile superare la diffidenza di buona parte della popolazione rinnovando i vertici degli ordini dei Medici?
È l’ultima domanda che ho rivolto al dottor Giuseppe Barbaro, dirigente medico ospedaliero, specialista in Medicina Interna e Cardiologia e candidato alle elezioni per il rinnovo dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Roma e Provincia per la ‘Lista Ippocrate’ insieme ad altri colleghi (QUI l’elenco completo dei candidati al Consiglio Direttivo e dei candidati Revisori dei conti e QUI il Manifesto della lista).
Ma cominciamo dall’inizio:
Dottor Barbaro, grazie per aver accettato questa intervista. La professione medica oggi è in crisi, il rapporto di fiducia con i pazienti è venuto a mancare, lo dimostrano anche le numerose minacce e aggressioni avvenute in diversi ospedali. Secondo il suo parere quanto ha influito su questo fenomeno il comportamento che medici e ordini professionali hanno tenuto durante il periodo della dichiarata pandemia?
“L’interpretazione politica del codice deontologico ha portato l’Ordine dei Medici ad essere esecutore di ordini istituzionali privi di base scientifica ed etica. La giustificazione data in qualità di organo sussidiario dello stato, ha di fatto trasformato l’Ordine da ente pubblico di tutela della professione medica in un organo inquisitorio e persecutorio del pensiero critico. L’umanità è stata calpestata in nome dell’ideologia scientistica a sostegno della strategia della paura negando al paziente sia le cure domiciliari (nella pandemia) che la corretta informazione del rapporto rischio/benefico e dei potenziali eventi avversi durante la campagna vaccinale. Questo ha portato alla progressiva perdita di fiducia da parte del paziente nei confronti del medico e gli aumentati episodi di aggressione nei confronti dei sanitari, per quanto deprecabili, possono rappresentare l’espressione di una esasperazione da parte del paziente che non vede nel medico una figura cui fare riferimento, in quanto condizionato dai protocolli e dai controlli politici dell’Ordine pronto ad imporre, pena procedimenti disciplinari, le disposizioni riportate nelle circolari ministeriali al di fuori di ogni logica clinica e scientifica.”
Oggi si parla di daspo, quindi di penalizzazione delle aggressioni ai medici, e al contrario di depenalizzazione dell’atto medico. La violenza è certamente sempre da condannare, ma chi tutela i pazienti inficiati da procedure mediche errate o danneggiati dai vaccini? Benché le testate principali non ne parlino, sono moltissimi. Quale è la sua esperienza a riguardo? Cosa ha potuto osservare negli ultimi quattro anni durante l’esercizio della sua professione?
“Sono assolutamente contrario al daspo, sia perché incostituzionale, sia perché inasprirebbe ulteriormente la rabbia dei pazienti. È davvero sconcertante rilevare come l’Ordine invece di cercare di ristabilire il rapporto medico-paziente, attraverso la corretta interpretazione del codice deontologico e del dialogo basato sull’umanità con il paziente, punti alla depenalizzazione dell’atto medico (il medico è sempre responsabile dei suoi atti nei confronti del paziente) e alla penalizzazione del paziente che, al contrario, merita rispetto e comprensione. In questi anni è mancato il dialogo con il paziente e il medico, per disposizione dell’Ordine, è stato limitato nelle sue capacità professionali e nella sua possibilità di corretta informazione al paziente per sostenere esclusivamente l’ideologia dogmatica e la strategia della paura definite dai poteri politico-finanziari, spesso con palesi conflitti di interesse.”
Recentemente AIFA stessa ha riconosciuto che i preparati mRNA non impediscono il contagio e i dati pubblicati dalle riviste internazionali suggeriscono che addirittura la loro efficacia diventa negativa dopo pochi mesi, di conseguenza i vaccinati si ammalano e contagiano di più rispetto ai non vaccinati. Gli ordini professionali hanno chiesto scusa ai medici sospesi o messi sotto procedimento? Hanno riconosciuto gli errori?
“Assolutamente no. Paradossalmente, i consigli direttivi uscenti, nel ripresentarsi rivendicano con orgoglio le menzogne che hanno dichiarato a sostegno della propaganda ideologica. Del resto, quanto riportato dall’AIFA era riportato anche nella prima versione della scheda tecnica del profarmaco genico. Questo aggrava la posizione dell’Ordine in quanto, essendo costituito da medici, doveva interagire con le istituzioni e fare presente, per la sua specifica competenza, queste limitazioni. In aperta violazione degli art. 13,15,45 e 48, l’Ordine ha impedito che venissero garantite le visite e le terapie domiciliari precoci (violazione degli art.22 e 23), imposto un protocollo antiscientifico e non etico (paracetamolo e vigile attesa) e imposto il dogma ‘sicuro ed efficace’ in relazione ad un profarmaco sperimentale genico di cui non era disponibile idonea documentazione. La natura sperimentale del farmaco è dimostrata dalla continua revisione della scheda tecnica e il ritiro del farmaco Astra-Zeneca (che ha confermato l’insorgenza di casi di trombosi fatali), senza depositare la documentazione richiesta circa l’efficacia e la sicurezza, è un’ulteriore dimostrazione.”
‘Ippocrate’, un nome non a caso. Cosa si propone la vostra lista che si contrappone alla lista ‘Insieme’ attualmente in uscita? Quali sono i valori che ispirano i progetti che intendete realizzare?
“Accanto ai problemi noti della professione medica, che si intenderà affrontare in sede istituzionale, la lista Ippocrate rappresenta il simbolo del rinnovamento, rispetto al passato, in quanto parte dalla questione morale in nome del padre della Medicina e della Deontologia. È necessaria una rinascita dell’etica medica, basata sui principi ippocratici fondanti del codice deontologico, che in questi ultimi quattro anni è stata calpestata a favore della politica, annullando i fondamenti scientifici empirici a sostegno dell’ideologia scientistica e della strategia della paura. Il sostegno di quest’ultima ha annullato l’essenza della professione medica che deve avere il paziente come riferimento, con esclusiva tutela della sua salute, della sua vita e della sua qualità di vita.
La lista Ippocrate pone come primo elemento di rinnovamento il rispetto della libertà ed indipendenza del medico e la sua non condizionabilità (come riportato nel primo paragrafo del giuramento e nell’art.4 del codice deontologico) e il rispetto della libertà di scelta del paziente ripristinando quell’umanità, annullata negli ultimi quattro anni, che rinnovi il compromesso rapporto medico-paziente. Il rispetto e la giusta informazione al paziente, l’accesso e la continuità delle cure (art. 22 e 23 del codice deontologico), basati su un aggiornamento scientifico e clinico costante (art.6 e 19 del codice deontologico), sono fondamentali per il ripristino del decoro della professione medica che, al contrario, in questi ultimi quattro anni, si è piegata alla politica, con la complicità dell’Ordine dei medici, in funzione del concetto di organo sussidiario dello stato che, di fatto, lo ha trasformato in un organo inquisitorio e persecutorio nei confronti del pensiero critico. La lista Ippocrate intende ridefinire il concetto di sussidiarietà come condizione privilegiata di interazione con le istituzioni, a tutela della professione che rappresenta, per garantire le corrette strategie di prevenzione e terapia del paziente e non, come è stata finora considerata, una condizione di servile esecuzione di ordini politici, anche quando questi erano contrari ai principi basilari della scienza medica empirica, ad esclusiva garanzia e sostegno dell’ideologia dogmatica. L’obiettivo della lista Ippocrate, che mi auguro possa avere il maggior numero di consensi da parte dei medici di Roma e Provincia, sarà di garantire al medico di agire, nel rispetto delle reciproche competenze, senza alcuna discriminazione, in totale libertà ed indipendenza, secondo i principi deontologici dettati dal padre della Medicina.
Un reale ritorno alle origini della professione medica istituita, nei suoi principi etici, da Ippocrate sotto il secolare platano di Kos.”
Che priorità vi siete dati, nel caso di vittoria delle elezioni?
“Il rispetto della libertà e dell’indipendenza del medico e della libertà di scelta del paziente con il quale il medico deve stabilire un rapporto umano e al quale deve rispondere per i suoi atti. L’atto medico non deve essere condizionato dalla politica e i rapporti con le istituzioni devono essere finalizzati esclusivamente alla tutela e alla difesa della professione medica per la definizione delle misure di prevenzione e terapia più idonee per garantire la salute pubblica.”
Ci sono liste simili che condividono gli stessi ideali in altre città? Quali altri Ordini sono in rinnovo?
“In questo periodo diverse liste si presentano come alternativa al passato. Tuttavia, i consigli uscenti, invece di fare, come dovrebbero, un passo indietro, si presentano con arroganza e presunzione. Le nuove liste prendono le distanze dalla gestione politica degli Ordini che non esprimono la medicina etica al servizio del paziente non riconoscendosi nei componenti dei consigli direttivi uscenti dai quali non sono stati e non sono adeguatamente rappresentati.”
Perché è importante che i medici vadano a votare e perché queste elezioni devono interessare anche i cittadini?
“Mi auguro nell’attiva partecipazione dei medici alle elezioni in quanto è in gioco la loro dignità professionale, se vogliono rimanere liberi in funzione della verità clinica e scientifica, e perché i cittadini stessi vogliono che il proprio medico di fiducia sia tutelato da professionisti non condizionati dalla politica annullando sia la scienza, nella sua natura empirica, che l’umanità al fine di ripristinare un corretto rapporto medico-paziente.”
L’Ordine dei Medici di Roma è il più grande in Italia e in Europa: cambiare le cose all’interno di questa istituzione significherebbe poi influire sulle dinamiche attinenti alla salute anche nel resto d’Italia?
“Indubbiamente, potrà contribuire ad instaurare un corretto rapporto con le istituzioni a tutela della libertà del medico e della salute del paziente, annullando il servilismo politico che finora lo ha caratterizzato a danno sia del medico che del paziente.”
Il rapporto medico paziente è stato messo a dura prova negli ultimi quattro anni. Pensa che sarà possibile recuperarlo?
“È fondamentale tale recupero. Solo ripristinando l’etica negata in questi ultimi quattro anni, e permettendo al medico di agire secondo i dettami ippocratici, sarà possibile ripristinare tale rapporto.
Se l’Ordine non cambia, a garanzia degli errori del passato che non verranno confessati, condizionando negativamente l’attività professionale, non solo non verrà ripristinato il rapporto medico-paziente, ma si dovrà constatare la morte della medicina e il paziente non avrà più un riferimento concreto sia clinico che umano.
Mi auguro che questo non avvenga nell’interesse della professione e della salute del paziente e che non venga cancellato, per puro servilismo politico, quanto insegnato da Ippocrate nel IV secolo a.C.”
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Fonte: comedonchisciotte.org