Fine spiegato semplice.
«Nell’Artico non ha mai fatto così caldo» scrive The Wall Street Journal, lamentando che Russia e Cina stiano vincendo la corsa per il dominio dell’Artico. «Lo scorso anno, i sommergibili nucleari russi hanno condotto esercitazioni con il lancio di missili da crociera vicino a paesi NATO quali Norvegia, Finlandia e Svezia. Le esercitazioni hanno fatto seguito ai giochi di guerra nell’Artico dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico, che contemplavano sbarchi di truppe in mari freddi. Il mese successivo, Russia e Cina hanno inviato motovedette nelle acque dell’estremo Nord».
Russia e Stati Uniti sono separati da appena 53 miglia dello Stretto di Bering, non lontano dal Circolo Polare Artico. Ma, sul piano geopolitico, sono più distanti che in qualsiasi altro momento degli ultimi decenni, osserva il quotidiano statunitense.
Anche i cambiamenti climatici contribuiscono al “caldo” politico. L’Artico si sta riscaldando più velocemente di altre aree del pianeta. A misura dello scioglimento dei ghiacci marini, l’Oceano Artico si sta aprendo alla navigazione globale su una scala mai vista prima.
Negli ultimi decenni, affermano i ricercatori, l’Artico si è riscaldato quasi quattro volte più velocemente che non il resto del pianeta, in base a un fenomeno detto di “amplificazione artica”. Arretrando i ghiacci marini, è aumentato il numero di transiti marittimi alle alte latitudini, nella regione artica. Così, TWSJ lancia l’allarme: se «il riscaldamento globale scioglie i ghiacci lungo la costa settentrionale della Groenlandia, questo potrebbe aprire una rotta per le navi da guerra russe, che potrebbero incrociare direttamente verso il Nord America».
Durante la guerra fredda, URSS e USA avevano dispiegato nella regione le armi e i sistemi di sorveglianza più potenti, osserva il quotidiano. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, gli USA hanno ridotto le loro basi in Alaska e anche le forze artiche russe sono calate. I due paesi hanno collaborato su questioni come ambiente, pesca e sicurezza marittima.
Ora, la crescente reciproca ostilità sta spingendo Russia e NATO a riprendere i dispiegamenti militari nella regione, che offre a ciascuna delle due parti una vantaggiosa piazzaforte per attaccare, ha dichiarato Rob Hubert, direttore ad interim del Centro per gli studi militari, strategici e di difesa dell’Università di Calgary.
Nel 2023, il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale USA aveva dichiarato che le capacità di Mosca di mantenere una forte presenza nell’Oceano Artico superano quelle di Washington, il che indebolisce la sicurezza americana.
«La Russia ha di nuovo aperto le sue basi artiche dell’epoca sovietica e può mobilitare imprese e risorse statali, il che le conferisce una significativa superiorità sull’Occidente», scrive il giornale.
Come esempio, TWSJ cita la base russa di Nagurskoe, la struttura militare russa più settentrionale. Prima del conflitto in Ucraina, nella base erano stati installati sistemi missilistici terra-aria “S-300” e sistemi antinave “Bastion”. La pista aerea può accogliere caccia a reazione e bombardieri strategici “Tu-95” in grado di trasportare armi nucleari. Di contro, sono assenti infrastrutture militari nell’estremo nord USA.
Il Norad, comando congiunto statunitense-canadese istituito nel 1958 per difendere il continente dagli attacchi dell’URSS, è progettato per rilevare qualsiasi attacco imminente da oltre il Polo Nord. Ma la sua rete di sorveglianza, composta da satelliti, radar terrestri e basi dell’aeronautica militare, è ormai invecchiata.
Russia e Cina schierano nuovi missili in grado di volare molto più lontano dei loro predecessori, superando di 5 volte la velocità del suono, la qual cosa potrebbe sovraccaricare i sensori americani, sostiene The Wall Street Journal, mentre USA e Canada stanno lavorando alla modernizzazione del Norad, sostituendo i sistemi radar e elevando le capacità di difesa. Il Canada, in ritardo rispetto alla maggior parte dei paesi NATO per le spese militari, ha da poco acquistato dagli USA 88 caccia F-35, che dispiegherà nelle basi del nord.
L’Artico è «la regione di un futuro potenziale conflitto», scrive TWSJ citando le parole del Comandante della Flotta russa del Nord, Aleksandr Moiseev.
(traduzione fp)
Fonte: lantidiplomatico.it