Fine spiegato semplice.
Jared Taylor,
amren.com
Non può essere divertente avere paura dei propri dati.
La scienza è dalla nostra parte. È sempre stata dalla nostra parte. Ogni progresso nella genetica e nella biologia conferma ciò che i nostri nonni avevano sempre saputo: la razza esiste veramente, le razze sono diverse ed è sciocco fingere il contrario.
I biologi e i genetisti lo capiscono, ma per lo più tacciono perché sanno cosa succede se si parla.
Le prove scientifiche si stanno accumulando così rapidamente e in modo così convincente che alcuni liberali temono che possano trapelare al pubblico, dove persone cattive potrebbero farne un uso improprio.
Uno di questi liberali è David Reich, professore di genetica e biologia evolutiva umana ad Harvard.
Non è un divertente grafico dell’evoluzione? Le scimmie scendono dagli alberi, iniziano a camminare, imparano a usare il fuoco e poi brandiscono lance. Il professor Reich dirige uno dei laboratori più importanti al mondo per lo studio del DNA antico.
Il grafico a destra mostra l’aumento negli anni del numero di persone vissute migliaia di anni fa il cui DNA è stato ora sequenziato. Il numero aumenta continuamente e ora possiamo avere un’idea sempre più precisa di come erano queste persone: da quanto erano intelligenti a quanto grasso corporeo avevano, fino alla probabilità di essere schizofrenici. Lo so. Sembra quasi un miracolo, non è vero?
In realtà i miracoli sono due. Uno è quanto si può sapere di una persona unicamente analizzando il suo DNA. Questo grazie a una tecnica chiamata Genome-Wide Association Studies o GWAS. Cinque anni fa avevo recensito un libro intitolato Blueprint che ne spiegava il funzionamento.
I risultati diventano sempre più precisi.
Il secondo miracolo è che possiamo applicare i risultati del GWAS al DNA di persone vissute migliaia di anni fa!
E, per l’orrore degli egualitari, i dati sulla razza si stanno accumulando in modo allarmante. Cosa deve fare un buon scienziato di regime? Nel 2018, il professor Reich aveva lanciato un avvertimento in un articolo del New York Times intitolato “How Genetics Is Changing Our Understanding of ‘Race‘” [Come la genetica sta cambiando la nostra comprensione della “razza].
In primo luogo, [Reich] si preoccupa che la scienza “possa essere usata impropriamente per giustificare il razzismo. Ma, come genetista, so anche che non è più possibile ignorare le differenze genetiche medie tra le ‘razze‘”. ”
E proseguiva: “Temo che le persone ben intenzionate che negano la possibilità di sostanziali differenze biologiche tra le popolazioni umane si stiano trincerando in una posizione indifendibile, che non sopravviverà all’assalto della scienza“.
“Sarà impossibile – anzi, antiscientifico, sciocco e assurdo – negare queste differenze [tra i gruppi razziali]“.
La prova genetica delle differenze razziali è così grande che le persone che la negano sembreranno ignoranti e i “razzisti” avranno libero sfogo per distorcere i fatti.
Più tardi, nello stesso anno [2018], il professor Reich aveva scritto questo libro, Who We Are and How We Got Here [Chi siamo e come ci siamo arrivati], su tutte le cose sorprendenti che abbiamo imparato applicando i risultati del GWAS al DNA antico. Ammette che le diverse “popolazioni” (si potrebbe anche chiamarle razze) si riveleranno “diverse dal punto di vista comportamentale e cognitivo” per ragioni genetiche. Ma poi, a pagina 264, si lascia andare a questa affermazione clamorosa: “Non abbiamo davvero idea, in questo momento, di quale sarà la natura o la direzione delle differenze geneticamente codificate tra le popolazioni“.
Nessuna idea? Io ho un’idea. Voi avete un’idea. I geni dimostano che gli ebrei sono intelligenti, gli asiatici orientali hanno un buon controllo degli impulsi, gli amerindi si ammalano di diabete e gli africani – beh, si comportano come africani.
Se guardate bene, potete vedere il punto esclamativo che avevo messo a margine quando mi era imbattuto in questa sciocchezza.
Povero David Reich. Non può farne farne a meno. Continua a fare scienza. È troppo interessante per smettere, anche se così continua a scavare la tomba delle fantasie egualitarie.
Lui e un team, per lo più di Harvard, hanno appena pubblicato la prestampa di un documento intitolato “Pervasive findings of directional selection realize the promise of ancient DNA to elucidate human adaptation” [I risultati pervasivi della selezione direzionale mantengono la promessa del DNA antico di chiarire l’adattamento umano].
Il team ha studiato il DNA di 8.433 persone che avevano vissuto negli ultimi 14.000 anni nelle aree indicate in questa mappa.
Il grafico a barre colorato sulla destra mostra il numero di esseri umani esaminati dal team per i diversi periodi e le aree della mappa da cui provenivano.
Come si può vedere in alto, non ci sono molti campioni di DNA che risalgono a più di 10.000 anni fa, e i più antichi provengono dall’Europa occidentale e dal Mediterraneo.
Questo studio ha confrontato questi profili di DNA con quelli di 6.510 persone contemporanee provenienti dalle stesse aree per determinare come le frequenze di alcuni modelli genetici siano cambiate nel corso dei millenni. [I ricercatori] hanno anche raffinato i dati per aumentarne l’accuratezza con metodi che non cerco neanche di capire.
Ecco alcuni dei risultati. Questi tre grafici mostrano un aumento costante della frequenza dei modelli genetici che oggi sappiamo essere associati, da sinistra a destra, all’intelligenza, al reddito familiare e agli anni di scolarizzazione.
Ovviamente, non sappiamo nulla del reddito di queste persone antiche e probabilmente non andavano nemmeno a scuola. Ma oggi conosciamo i modelli genetici associati a questi aspetti. In generale, le persone più intelligenti rimangono a scuola più a lungo, quindi gli anni di scolarizzazione sono un segno di intelligenza. Qualunque cosa facessero queste persone – caccia, agricoltura, pastorizia – c’era una chiara pressione evolutiva che favoriva l’intelligenza e anche il talento e le personalità che oggi aiutano le persone a fare soldi. I cerchi colorati rappresentano le frequenze, in determinati momenti, di tre popolazioni ancestrali degli attuali europei: I cacciatori-raccoglitori occidentali sono arancioni, i primi agricoltori europei sono verdi e i pastori delle steppe sono blu.
Ecco le frequenze attuali, in calo, dei modelli genici associati al disturbo bipolare, alla schizofrenia e all’essere fumatore.
L’evoluzione seleziona contro le malattie mentali, per ovvie ragioni. Gli antichi europei non avevano tabacco da fumare, ma i tratti che oggi fanno fumare le persone, qualunque essi siano, tendevano a essere eliminati.
Ecco i modelli genetici associati al colore della pelle più scuro.
I nostri antenati stavano chiaramente diventando più chiari. L’ipotesi comune è che le persone che vivevano nei climi settentrionali e che non potevano assimilare la vitamina D dal pesce abbiano sviluppato una pelle più chiara per ottenere più vitamina D dal sole. Anche la pelle chiara poteva essere attraente per i potenziali compagni.
Questi tre grafici mostrano un costante declino dei modelli genici associati alla percentuale di grasso corporeo, alla circonferenza vita e al rapporto vita/fianchi.
Questi risultati sono del tutto coerenti con il colossale cambiamento delle pressioni evolutive – e della velocità dell’evoluzione – dopo che i nostri antenati avevano iniziato a praticare l’agricoltura e avevano smesso di essere cacciatori-raccoglitori.
Era un bene che i cacciatori avessero un po’ di grasso.
Potevano passare giorni prima della prossima uccisione. Una volta che agricoltori avevano capito come conservare il cibo durante l’inverno, i loro corpi potevano contare su pasti regolari e non avevano bisogno di molto grasso corporeo.
Inoltre, la loro dieta era passata dalla carne ai cereali, che contengono molti carboidrati. Quando le persone il cui corpo si è evoluto per mangiare carne iniziano ad introdurre carboidrati, è probabile che si ammalino di diabete di tipo 2. I gruppi umani che avevano iniziato per primi a praticare l’agricoltura avevano avuto molti millenni di selezione per diventare resistenti al diabete di tipo 2. Inoltre, le popolazioni che si sono avvicinate all’agricoltura tardivamente o addirittura non lo hanno fatto – eschimesi, aborigeni australiani, amerindi, boscimani – spesso si ammalano di diabete quando passano a una dieta ricca di carboidrati.
Non si sono evoluti per gestirlo.
Inoltre, quando gli esseri umani iniziano a coltivare i cereali, scoprono la fermentazione. Le popolazioni i cui antenati non hanno bevuto alcolici nelle ultime migliaia di anni non hanno sviluppato una tolleranza per l’alcol.
Hanno anche un terribile problema di alcolismo e di sindrome fetale da alcol.
L’ultimo studio di David Reich non ha analizzato le differenze razziali. Tuttavia, è un duro colpo per una delle idee più care a chi sostiene che il cervello umano non è cambiato molto dalla comparsa dell’homo sapiens moderno. Alcuni studenti universitari sono ancora costretti a leggere “The Mismeasure of Man” [venduto in Italia con il titolo: Intelligenza e pregiudizio: le pretese scientifiche del razzismo] di Steven Jay Gould, che Amazon definisce fantasiosamente “la confutazione definitiva dell’argomentazione della Curva di Bell“.
Gould aveva una teoria che chiamava “equilibrio punteggiato”, secondo la quale l’evoluzione a volte si ferma per un po’, almeno per quanto riguarda il cervello.
In questo modo, l’evoluzione potrebbe produrre persone diverse come gli aborigeni australiani e gli europei, ma il cervello dei due gruppi potrebbe essere esattamente lo stesso.
Si tratta di un’idea così palesemente campata in aria che solo chi si vuole deliberatamente auto-ingannare potrebbe crederci, ma, credere a cose impossibili, fa di te un buon bianco.
Ecco un altro libro, intitolato “The 10,000 Year Explosion” [L’esplosione dei 10.000 anni], scritto nel 2009, che parla della rapidissima evoluzione di diversi gruppi – in direzioni diverse – da quando gli esseri umani avevano iniziato a coltivare la terra. L’agricoltura non aveva cambiato solo la dieta. Per la prima volta, le persone potevano stare nello stesso posto, costruire case e possedere più cose di quante ne potessero portare con sé.
Le persone intelligenti e capaci di pianificare il futuro si erano ritrovate con più cose rispetto alle persone meno intelligenti e senza prospettive. Le popolazioni erano esplose ben oltre le dimensioni delle bande di cacciatori. Questo aveva dato un premio evolutivo alla resistenza alle malattie e alla capacità di non farsi fregare dai truffatori.
Gli autori Gregory Cochran e Henry Harpending spiegano che [con il passaggio all’agricoltura] l’evoluzione aveva accelerato a una velocità 100 volte superiore a quella dell’età della pietra, che stava “galoppando follemente in tutte le direzioni” e che “l’uguaglianza biologica delle razze umane” è “tanto probabile quanto una manciata di dollari d’argento che si fermano tutti di costa quando vengono lasciati cadere“.
Il team di David Reich si rifà al lavoro pionieristico di Cochran e Harpending di 15 anni fa? No, non lo fa. Nel libro precedente che vi ho mostrato sul DNA antico, il Prof. Reich vi avverte che le affermazioni di Harpending sono razziste.
David Reich è chiaramente un uomo intelligente e, da quello che posso capire, un bravo scienziato.
Ma che vita deve condurre, preoccupandosi di come distorcere le sue scoperte in modo da compiacere le persone che votano per Kamala Harris. Continui però a fornire dati, professore. Anche se non ha il coraggio di spiegarci cosa significano, ne saremo felici.
Jared Taylor,
Fonte: amren.com
Link: https://www.amren.com/videos/2024/09/david-reich-reluctant-scientist/
27.09.2024
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org
Fonte: comedonchisciotte.org