I Creatori di Contenuti stanno cambiando il mondo

Spiegato semplice

Il testo parla di come le persone, come Elon Musk e Donald Trump, usano iper comunicare direttamente con il pubblico, senza passare attraverso i giornali o la televisione. Questo nuovo modo di comunicare si chiama “disintermediazione”. Negli ultimi anni, molti politici hanno iniziato a usare i social media per condividere le loro idee e raggiungere più persone. Questo cambiamento ha reso più facile per chiunque esprimere le proprie opinioni e mostrare il proprio talento. Tuttavia, ci sono anche dei rischi, perché le grandi aziende possono controllare queste informazioni e raccogliere dati sugli utenti. In sostanza, i social media hanno cambiato il modo in cui comunichiamo, ma è importante essere attenti a come vengono usati.

Fine spiegato semplice.

di Glauco Benigni

E quanto è bravo Elon Musk, e quanto è bravo Travaglio…e quanto sono bravi i leader politici che fanno la “disintermediazione”. Bene e allora perché su qualche giornalone italiota si scandalizzano che Trump, grazie alle direttesul suo Truth, “dice cose assurde”, mentre semplicemente “scrive e dice quello che pensa” rivolgendosi direttamente a milioni di persone. E lo stesso vale per Elon Musk. Sono fatti straordinari? Anche NO! È solo il trionfo di una nuova pratica mediologica detta “videostreaming”.

Alcuni miei colleghi vanno a cercare CHI, secondo loro, ha cominciato a usare i Social Media in questo modo e rinvengono, in Italia, Grillo e Salvini e il loro amore per la Rete. E si meravigliano. Ma di che si meravigliano? E ci spiegano che la “comunicazione politica” è cambiata e definiscono questo fenomeno con una parola brutta e astrusa: DISINTERMEDIAZIONE.

Che vuol dire? Che si stanno accorgendo, con diversi anni di ritardo, che un maestoso fenomeno, quello che nel mondo anglosassone e nelle accademie, si chiama– User Generated Content, ovvero “Contenuti Generati dagli Utenti”, sta cambiando irreversibilmente la Comunicazione e in particolare la “comunicazione politica”? Ebbene sì! Il fenomeno UGC HA GIÀ CAMBIATO IL MONDO! E oggi, ognuno nel proprio orticello, sta cominciando a notare il cambiamento. E si meraviglia!

Certo che è bravo Chi lo usa al meglio…ma bisogna mantenere la consapevolezza che si può fare perchè i Boss di Internet, nel bene e nel male, hanno messo a disposizione di TUTTI l’accesso a tali pratiche. E lo hanno fatto 20 anni fa. Non l’anno scorso e non in occasione delle tornate elettorali. Lo hanno fatto per tanti motivi. E alcuni di questi motivi – senza una piena consapevolezza – restano in ombra e costituiscono un serio pericolo per il futuro delle democrazie.

In sostanza, come ho scritto in tante altre occasioni, i Boss della Silicon Valley lo hanno fatto per esercitare agevolmente “sorveglianza e controllo” e per “incartare” pubblicità a basso costo all’interno dei miliardi di Contenuti gratuiti forniti dagli Utenti. Comunque, il primo che usò gli UGC, per scopi politici e su grande scala, fu Barack Obama nelle elezioni del 2008. Da noi il fenomeno si conclamò 10 anni dopo. Meno male.

Bisogna studiare i protagonisti politici della pratica UGC, inclusi Salvini, Meloni, Di Battista, Renzi, Rizzo, etc…- che in questo caso, oltre a essere leaders politici, sono diventati Utenti di Social Media – per capire perchè questo fenomeno fa saltare le gerarchie della mediazione (ecco che vuol dire “disintermediazione”) e quindi offre a Chiunque la possibilità di non sottostare (troppo) alle vecchie censure. Bisogna riflettere sul fatto che l’UGC apre la strada alla manifestazione del “TALENTO”, ogni talento: politico, scientifico, artistico, commerciale, etc…e questo è il suo aspetto migliore, quello che ha reso il fenomeno dirompente.

Facciamo un po’ di Storia. I due acronimi: UGC (User Generated Content) e CGM (Consumer Generated Media) sono la definizione inglese di concetti già ben noti all’industria dei giornali e della radio da diversi decenni. Contrariamente a ciò che si può pensare, non sono stati inventati per il web o dal web, ma dalla stampa di massa. Quasi un secolo fa. Basti pensare alle “Lettere al Direttore”, che sono senza dubbio “Contenuto generato dagli Utenti”, per datare il concetto agli anni 30 del 1900. Ma soprattutto basta riflettere su pubblicazioni quali “Porta Portese” a Roma o “Exchange and Mars” a Londra o simili, per capire che molti media, anche importanti e di massa, hanno costruito il loro successo grazie a contenuti (testi e foto) inviati alle redazioni dai loro lettori-utenti. Nel caso dei Social Media, ovviamente il grado di complessità del rapporto interattivo “utente-editore- distributore-utente” è molto più alto, ma in definitiva l’architettura di base è rimasta quella originale.

Gli Editori, che oggi si chiamano anche YouTube o Facebook o X o Telegram (anche se non vogliono riconoscere tale ruolo ufficialmente), mettono un medium/piattaforma a disposizione – sia esso giornale o radio o tv o sito web – della propria Comunità, nella quale si rinvengono: creatori di contenuti e utenti passivi, clienti di servizi, ascoltatori, spettatori, consumatori, bloggers; e Costoro, da loro sollecitati, inviano in qualche modo i contenuti: a mezzo posta, fax, telefono, sms, email o Internet. L’Editore li ospita nel proprio medium/piattaforma e li rende – attraverso procedure tecnologiche, industriali e commerciali – accessibili, visibili o circolanti. Poi attende sereno che i suoi utenti comprino, sottoscrivano, leggano, ascoltino, guardino, sottopongano ad altrui attenzione ciò che compare nel suo medium, sostenendo in tal modo i suoi interessi e i suoi obiettivi di massimo profitto, distribuzione e diffusione.
Grazie alle tecnologie internet (vedi oggi lo streaming e il multi-casting) questo arcaico, talvolta lento processo, viene accelerato all’inverosimile. Al punto da rendere il Contenuto prodotto dagli utenti disponibile in un tempo che tende a zero. La grande innovazione è, tra le altre, il fatto che il Messaggio postato online da un utente, nella quasi totalità dei casi, resta e appare integro, non rieditato né tagliato. Un ulteriore esempio: sin dalla seconda metà degli anni 70, le radio cosiddette “libere”, poi definite apertamente “commerciali”, hanno usato e abusato di contributi in voce “generati dagli utenti”.

Oggi però i successi dovuti alla condivisione in rete di contenuti antisistema cominciano a destabilizzare l’Ancient Regime. Quindi, come sempre in questi casi, fioriscono le nuove norme repressive (vedi DSA) e si spolverano le vecchie forme di intervento “a monte”. Si mettono i vecchi occhiali nel cassetto e se ne inforcano di nuovi; si tiene conto della facoltà di fare ricerche molto mirate, si stressa il concetto, già peraltro noto, secondo il quale “il numero dei visionamenti (click o likes) è oggettivamente misurabile e ciò costituisce un dato rilevante, più rilevante delle proiezioni fatte su campioni”. In soldoni, se un videoclip sui Social Media viene visto N. milioni di volte significa che qualcuno ha “scelto” N. milioni di volte di vederlo. Cioè non l’ha visto per caso come poteva succedere in TV…

A quel punto i Servizi di Intelligence e i Pubblicitari drizzano le orecchie e mettono sotto i riflettori il cambio di paradigma storico e i suoi molti aspetti bivalenti. Da una parte si nota che è cominciata l’Era dell’Uso Politico – Sociale della Rete (Social Networking), della tagging strategy , della comunicazione virale…dall’altra le Elites si dotano di strumenti per la raccolta dei, per la misurazione di questi fenomeni e eventualmente per la repressione più brutale.

Dal 2005 a oggi, i Contenuti Generati dai Consumatori ormai apertamente definiti “Creatori di Contenuti”, hanno raggiunto volumi e importanza di massa, grazie alla proliferazione delle tecnologie che hanno cambiato il modo in cui gli utenti di internet rinvengono, condividono e creano i contenuti…questa considerazione, se non fosse bilanciata dai vantaggi per le Elites derivanti dalla raccolta dati, sarebbe insopportabile per i vertici degli Old Media/Mainstream e comunque fa tremare le vene ai boss dei grandi organi di informazione. Immaginate cosa accadrebbe se un social-web-network affiancasse o si sostituisse alle Agenzie di Stampa Internazionali con riconosciuta autorevolezza? Salterebbero una serie di “cordate” geopolitiche legate all’organizzazione del consenso su scala planetaria. È esattamente quello che fanno Elon Musk e Donald Trump dagli USA o quello che molti attivisti di Telegram avevano fatto prima che mettessero il bavaglio al Social Network definito “filorusso”!

La grande novità comunque, nel linguaggio del vasto panorama web, è senza dubbio costituita dalla collocazione, ricerca e visionamento di filmati. Dalla seconda metà del 2005 si è registrato un vero e proprio boom, determinato soprattutto dal debutto di molti nuovi soggetti sia industriali che amatoriali. Si rinviene inoltre che la stragrande maggioranza dei Social Media è frequentata da utenti al di sotto dei 35 anni, i quali rivelano di non aver alcun bisogno di essere informati o “intrattenuti” dai Vecchi Media. L’esplosione di contenuti generati dagli UTENTI (ANCHE LEADERS POLITICI) continuerà a crescere a dismisura. Diminuirà la distanza tra creatori e consumatori di contenuti, ma il contrappasso sarà l’aumento di volatilità dell’idea di consenso e anche del dissenso e conseguentemente l’avvento di una nuova categoria di riferimento: LA VERITÀ FLOTTANTE, come se fosse paragonata a un titolo azionario che oscilla nel tempo.

Di Glauco Benigni

14.03.2025

Glauco Benigni. Giornalista professionista e saggista.

Fonte: comedonchisciotte.org

COMMENTACommenta COMMENTA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna su