Andrea Zhok – Il Grande Fratello è buono

Spiegato semplice

C’era una volta un governo in Italia che ha deciso di vendere le cose importanti che servono per fare funzionare i telefoni e internet a una compagnia americana. Il capo di questa compagnia è stato un generale molto importante in America. Alcune persone pensano che questo non sia un problema, ma altre pensano che non sia una buona idea perché significa che l’Italia non controlla più completamente queste cose importanti.

Poi, c’è stata un’altra storia su un giornale che diceva che quasi tutti gli studenti si trovano meglio a studiare usando i computer e internet a casa invece che a scuola. Ma alcune persone pensano che questo non sia vero perché molti ragazzi hanno avuto problemi quando hanno dovuto stare a casa durante una malattia chiamata Covid.

Il governo vuole usare più tecnologia nelle scuole e in altre parti della vita, ma alcune persone hanno paura che questo significhi che altri paesi, come l’America, possano controllare o cambiare le cose che facciamo su internet.

Alcune persone pensano che chi si preoccupa di queste cose creda a storie strane e non vere, ma altre pensano che sia importante fare attenzione e non fidarsi sempre di tutto quello che ci dicono i governi o le grandi compagnie.

Fine spiegato semplice.

di Andrea Zhok*

Oggi, sfogliando un po’ di siti di informazione online sono incappato in due notizie, nessuna delle due del tutto nuova.

La prima è la notizia della cessione del governo italiano delledi telecomunicazione nazionali, prima TIM, al KKR Global Institute, fondo americano presieduto dall’ex generale David H. Petraeus, ex direttore della CIA. 

Niente di anomalo, niente che non rientri nella fisiologia di questo paese.

Il governo “sovranista”, quello che si imporpora d’orgoglio nazionale quando deve fare gli spottoni pre-elettorali, cede serenamente e sistematicamente ogni residuo di autonomia al capobastone americano. 

Per l’occasione, allarmi antifascisti non pervenuti.

I nostri sovranisti à la carte del “fascismo” hanno recepito più o meno solo il principio di cieca obbedienza gerarchica e un po’ di darwinismo sociale. 

La cieca obbedienza al capobranco oggi si esercita in direzione di un padrone con passaporto americano e il darwinismo sociale si traduce in mercatismo (il mercato ha sempre ragione, il mercato è efficiente, il mercato è buono, in particolare se a comprare è un padrone a stelle e strisce.)

E incidentalmente, queste due ombreggiature “fasciste” – cieca obbedienza ai caporali di Washington e mercatismo – sono principi abbracciati entusiasticamente anche dal centrosinistra. 

Ricordiamo, di passaggio, che la dismissione dellevenne inaugurata illo tempore dal centrosinistra, con Prodi: c’è qualcosa di esteticamente mirabile nel vedere che la parabola che si è aperta con Prodi viene oggi chiusa dalla Meloni.

La seconda notizia in cui sono incappato è un’articolessa su Repubblica, in cui si perorava la causa della didattica a distanza, spiegando nel titolo come “l’84% degli studenti si sente più sicuro e preparato grazie al mondo digitale”.

Assumendo di rivolgermi a persone intelligenti non mi metterò neppure a refutare questa corbelleria. 

Vi troviamo l’usuale sparata percentuale (l’84% eh, mica cai) che mima la retorica scientifica, attraverso la quale questi incartamenti per il pesce gabellano la propria propaganda come “autorevole”. 

Vi troviamo una balla sesquipedale, evidente a chiunque abbia constatato la mostruosa impennata dei problemi psichiatrici adolescenziali dopo la clausura (e la didattica a distanza) del covid.

Ma ci troviamo, soprattutto – e questo è ciò che fa venire i brividi – una quadratura mirabile – ancorché contingente – con la prima notizia.

Ricordiamo infatti cos’è esattamente la rete venduta agli americani. Riporto, a titolo di resoconto, un passaggio da fonte non sospettabile di antiamericanismo, una pagina del Corriere della Sera di qualche tempo fa: 

“La rete di telecomunicazioni di Tim è la più estesa d’Italia: è composta da oltre 21 milioni di chilometri di cavi in fibra ottica e copre l’89% delle abitazioni. È la principale infrastruttura per la trasmissione dei dati di cittadini, imprese e pubblica amministrazione. É considerata strategica per la sicurezza nazionale ed è lo snodo principale per ladel Paese, che passa per l’introduzione delle applicazioni digitali fondamentali per il futuro delle imprese italiane e per l’ammodernamento dei servizi al cittadino da parte della pubblica amministrazione previsto dal Piano di ripresa e resilienza.”

Dunque, in sostanza.

Il Piano di ripresa e resilienza, insieme a tutti i vari progetti europei di digitalizzazione forzata, preme per estendersi anche alla formazione scolastica (donde l’articolessa pubblicitaria di Repubblica).

Il quadro della società che emerge come un desideratum è dunque quello di un mondo di interazioni massimamente digitalizzate, i cui veicoli sono sorvegliati o sorvegliabili, manipolati o manipolabili, a piacimento da un comando estero con agenda militare. 

Aggiungo una notazione laterale. 

Conosco fin troppo bene le reazioni del liberale italiano medio (cioè dell’elettorato mainstream) per non anticiparne la reazione automatica di fronte a simili osservazioni.

La loro reazione naturale è di vedere in tutte queste osservazioni i germi di unche vede piani malvagi e intenzioni di nocumento ovunque. 

Invece bisogna fidarsi. 

Perché il soggetto politico qui è il Blocco-del-Bene (progressismo, liberalismo, dirittumanismo, globalismo, americanismo). 

Ciò che in qualche misura diverte in questa forma di cecità selettiva è l’inavvertita inconsequenzialità. 

Infatti, è parte della concezione antropologica di fondo del liberale l’assunto che tutti gli agenti siano mossi sistematicamente da agende di interesse autoaffermativo, da egoismo, ambizione autoreferenziale, pulsione ad appagare la propria curva privata di utilità.

Tra i tanti difetti di una visione così deprimente dell’umano, almeno un aspetto potrebbe tornare utile in tempi oscuri come i presenti: sotto tali premesse dovrebbe almeno essere diffusa un’allerta costante, una cultura del sospetto rispetto a intenzioni e dichiarazioni “idealiste”, una sfiducia nella “voce del padrone”.

E invece – potenza del bispensiero – niente di tutto ciò accade. Rispetto al padrone reale in carica vige solo infinita fiducia nella sua superiore nobiltà e lungimiranza. 

Perché il Grande Fratello è buono.

E chi ne dubita è un complottista.

*Post Facebook del 2 luglio 2024

Fonte: lantidiplomatico.it

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