No alla militarizzazione delle scuole

Spiegato semplice

Una maestra di nome Patrizia ha trovato una lettera che diceva che le scuole potevano andare a visitare una base militare per imparare di più su come lavora l’esercito. Ma Patrizia e altri 400 insegnanti non erano d’accordo perché pensano che la scuola dovrebbe insegnare ai bambini a vivere in pace e non a vedere le armi e le basi militari. Hanno scritto una lettera al Ministro dell’Istruzione per chiedere di non fare questa gita. Dicono che la base militare che volevano visitare ha aerei molto potenti e anche bombe nucleari, e che non è giusto far vedere queste cose ai bambini. Prima, in un’altra città, hanno fatto una cosa simile e hanno fatto salire i bambini sui mezzi militari, ma alcune persone non erano contente di questo. Infine, c’è un gruppo di donne che vuole la pace e che farà una manifestazione davanti alla base militare per mostrare che vogliono un mondo migliore senza guerre.

Fine spiegato semplice.

Di Stefano Becciolini

becciolininetwork.com

La docente Patrizia Londero dell’Istituto Bazoli-Polo di Desenzano, tra le varie circolari ministeriali dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia pervenute circa due settimane fa, ne ha trovata una dal titolo “Mettiamo le ali ai nostri sogni”. Il titolo tranquillizzante nascondeva l’iniziativa concordata tra l’Aeronautica Militare e il Ministero dell’Istruzione e del Merito, al fine di “scoprire i valori che ispirano il servizio al Paese” e di fornire ai giovani “uno spunto per l’orientamento della scelta professionale e occupazionale”.

In concreto, venivano invitate le scuole “di ogni ordine e grado” a partecipare il prossimo 16 aprile a una gita d’istruzione presso la base militare di Ghedi (Brescia). Prontamente, la docente Patrizia Londero ha proposto una lettera di protesta indirizzata al Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara. Ad oggi hanno aderito più di 400 docenti, non solo della regione Lombardia.

Nel testo della lettera si denuncia: “Mentre assistiamo impotenti allo sgretolarsi del diritto umanitario in numerose zone del mondo, vediamo un fiorire di iniziative che esortano le scuole a far partecipare gli alunni a mostre d’armi, basi militari, parate, addestramenti, alza-bandiera e incontri con l’esercito”, in una logica che nulla ha a che fare con valori come la “convivenza pacifica, democratica, centrata sul confronto e sul dialogo” che dovrebbero essere al centro dell’istruzione scolastica. Gli insegnanti chiedono quindi l’annullamento della gita a Ghedi, così come di ogni intrusione dell’immaginario bellico nella formazione dei bambini e dei ragazzi.

Inoltre, si ricorda nella lettera come la base di Ghedi, meta della gita in programma, non sia “un posto qualunque”, bensì una “base militare da cui più volte si sono alzati in volo aerei supersofisticati con il loro carico di morte da riversare su Paesi cosiddetti ‘canaglia’ (Iraq 1991, Serbia 1999)” e “dove sono notoriamente custodite armi a testata nucleare, che gli F35 dislocati nella base sono abilitati a trasportare ed utilizzare”.

Negli ultimi mesi, il Ministero dell’Istruzione e del Merito non è nuovo ad attacchi da parte di docenti per iniziative atte a pubblicizzare le Forze Armate negli istituti di ogni ordine e grado.

Lo scorso 24 gennaio si è svolta una manifestazione simile a Gioia del Colle (BA), durante la quale è stata effettuata una presentazione ai bambini delle scuole primarie, organizzata dal Reggimento logistico Pinerolo. Le modalità sono state le stesse della scuola svizzera: i bambini sono stati fatti salire sui mezzi e indossare giubbotti anti-scheggia. “Abbiamo semplicemente spiegato ai bambini perché è importante celebrare la bandiera”. Il sindaco di Gioia del Colle, Giovanni Mastrangelo, si è difeso così sui giornali locali dopo che Elisabetta Piccolotti, deputata di Alleanza Verdi Sinistra (Avs), aveva annunciato la presentazione di un’interrogazione ai ministri dell’Istruzione, Valditara, e della Difesa, Crosetto.

Ogni giorno ci chiediamo cosa possiamo fare per cambiare in meglio la nostra società e dare un futuro ai nostri giovani. Ci sentiamo impotenti e scoraggiati  ma c’è chi non lo è e lotta attivamente per le speranze di pace.
Il 16 Aprile, dalle ore 10 alle ore 11, le “donne in cammino verso la pace” organizzano un Presidio davanti all’ingresso dell’aereoporto militare di Ghedi.

Quindi, anche se siete lontani dal luogo dell’iniziativa, divulgate, condividete affinché la voce di queste coraggiose donne risuoni come un tamburo di pace.

Di Stefano Becciolini

becciolininetwork.com

07/04/2024

Fonte: https://www.becciolininetwork.com/no-alla-militarizzazione-delle-scuole/

Fonte: comedonchisciotte.org

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