Fine spiegato semplice.
Da diversi mesi i lavoratori campani della GLS continuano a mobilitarsi per opporsi all’ingiusto sistema di appalti e subappalti, che domina nel settore del trasporto e della logistica, nonché per richiedere migliori retribuzioni, condizioni di lavoro e sicurezza.
Tale lotta vede contrapporsi i trasportatori e i facchini alla TEMI S.p.a., società che gestisce in franchising gli appalti della GLS nella provincia di Napoli. La mobilitazione è promossa e sostenuta dalla combattiva sigla Sindacato Operai in Lotta COBAS (SOL COBAS), sindacato di base che, dopo essersi già distinto nell’era Covid per aver condannato chiaramente e senza ambiguità gli obblighi vaccinali e il Green Pass, si riconferma ora una genuina realtà che promuove e difende con determinazione e coerenza l’interesse dei lavoratori.
Il fatto che questa mobilitazione parta ora da Napoli (1) sembra confermare l’idea che l’area partenopea riesca, talvolta, in relazione anche allo stato di generale passività della classe lavoratrice italiana, a manifestare in certi settori una genuina vitalità nel campo delle mobilitazioni dei lavoratori. Qui ricordiamo infatti come, tra le poche categorie mobilitatesi in forma collettiva e organizzata contro Green Pass e obbligo vaccinale, ci furono proprio gli addetti alla manutenzione stradale di Napoli e Caserta, i “Banchi Nuovi” (2).
La vertenza tra lavoratori e GLS/TEMI Spa, affrontata anche con decine di scioperi e che, tra le altre cose, ha portato le parti in causa a ben 7 incontri presso la Prefettura di Napoli, ha già dato i suoi frutti.
Il SOL COBAS riferisce infatti che, in questi mesi, nonostante molte promesse fatte dalla società per azioni non siano divenute realtà, sono comunque migliorati salari, orari e carico di lavoro, così come è aumentato pure il rispetto verso i lavoratori da parte delle aziende appaltatrici della GLS.
Ecco trovata una nuova conferma che la lotta, quando portata avanti in maniera seria ed organizzata, paga eccome (alla faccia di coloro i quali ripetono il mantra depressivo del “non si può fare nulla”, “tutto è inutile”).
Ogni lotta che si rispetti, però, richiede i suoi sacrifici e presenta un caro prezzo da pagare. Anche questo caso non fa eccezione, ed infatti la risposta della TEMI Spa, sferrata a partire dalla fine di ottobre, è stata quella di una vergognosa azione antisindacale di repressione: sospensione di 70 facchini e 38 corrieri e la messa in ferie forzate di altri 27 lavoratori, tutti iscritti al SOL COBAS.
In un recente comunicato della suddetta sigla, datato 21 novembre, si parla di 60 licenziamenti che colpiscono, selettivamente, gli operai iscritti al sindacato.
Un attacco gravissimo ai lavoratori, ai loro diritti e alla loro dignità. Un monito minaccioso rivolto a tutti gli operai sottoposti alla GLS e alla TEMI Spa, rei di aver alzato troppo la voce e strappato importanti concessioni.
Tuttavia la partita non è chiusa, in quanto SOL COBAS e lavoratori non intendono, fortunatamente, subire quest’offensiva a testa bassa. Oltre alle doverose azioni legali, infatti, sindacato e operai intendono esprimere concreta solidarietà di classe e riprendere azioni di lotta che rendano la mobilitazione contro la GLS diffusa e permanente, anche contando su iniziative e picchetti che altre sigle (USB e ADL COBAS) stanno conducendo contro la multinazionale della logistica in altre regioni italiane (Lombardia, Lazio, Piemonte ed Emilia-Romagna). Ciò non solo per continuare a chiedere il miglioramento delle condizioni lavorative e retributive, ma anche per ottenere il reintegro di tutti i lavoratori licenziati o colpiti dalle misure punitive.
In questo periodo ci sembra importante segnalare un episodio come questo, piccolo segno positivo di ripresa, di fermento sociale e di una lotta che non intende cedere di fronte alla repressione. Speriamo che esso possa essere d’esempio per il resto della classe lavoratrice italiana che purtroppo appare, con le dovute eccezioni, in uno stato di coma pluriennale.
In un periodo drammatico come quello che stiamo vivendo, tra crisi, guerre e sconvolgimenti d’ogni sorta, la reazione all’offensiva antiumana in corso, condotta da un sistema criminale e assassino che idolatra il Dio Denaro, non può che essere condotta a 360° (essendo ormai totale la portata dell’attacco). In questo contesto, tralasciare la lotta per il lavoro e ignorare le questioni di classe, come avviene da ormai troppo tempo, non è più un lusso che possiamo concederci. Il bengodi nel quale ci siamo illusi di vivere sta finendo e la portata della crisi è tale che nel mirino ora ci sono anche le masse dell’opulento occidente, con le loro condizioni di vita e i loro diritti, messi sempre di più sotto attacco.
Se i lavoratori campani della GLS riusciranno ad avere la meglio in questa vertenza, ciò dipenderà molto dalla loro capacità di resistere nella lotta e dalla solidarietà che, necessariamente (per la causa), dovrà provenire da fuori, dagli altri colleghi d’Italia e anche dalle altre categorie.
Quello che ci sentiamo di dire qui ed ora, confidando nella loro vittoria, è che essi rappresentano un piccolo esempio per tutta Italia, perché ci dimostrano che lottare adeguatamente per la giusta causa porta frutto, e che si può, anzi si deve, continuare a resistere anche di fronte alle dure controffensive di chi, dall’alto, non ha altro interesse che quello di sfruttarci.
Qui i link di tutti i comunicati del SOL COBAS sulla questione:
VERTENZA GLS – COMUNICATO STAMPA
GLS NAPOLI: AL VIA CON I LICENZIAMENTI POLITICI
Di Konrad Nobile per ComeDonChisciotte.org
26.11.2024
NOTE
(1) Città la quale situazione viene così descritta, in un comunicato del Sol Cobas: “Una città, Napoli, dove i giovani, così come in altre località del Mezzogiorno, fanno fatica a trovare un’occupazione e muoiono in strada per futilissimi motivi”.
Fonte: comedonchisciotte.org