
Il Green Pass è, per le sue caratteristiche fondamentali, uno strumento perfetto per diffondere il virus il più possibile, soprattutto tra chi non è vaccinato. In questo senso è uno strumento quasi divino. Punisce i peccatori, che si infettano proprio per le conseguenze dello strumento a loro imposto per non far diffondere il virus. Un capolavoro – sia in senso pratico che “etico” – che solo dei geni potevano disegnare così perfettamente.
Il Green Pass infatti… a proposito… ci siamo mai fatti una domanda sul perché si chiami “Green” una cosa che, a oggi, non ha alcuna correlazione con ciò che da sempre orbita intorno all’universo “green”? Facciamocela. Proviamo a concedere nuovamente al nostro cervello il privilegio di farsi ogni tanto qualche domanda!
Il Green Pass, dicevo, consente a chi è potenzialmente contagioso (un vaccinato lo è, e lo dicono i più illustri scienziati “si-vax”) di infettare chi sicuramente non è contagioso (un non vaccinato che ha fatto il tampone) e ha maggiori probabilità di avere effetti gravi dal contagio (appunto perché non vaccinato). In sostanza, il Green Pass ha come obiettivo quello di riempire le terapie intensive, possibilmente di non vaccinati (magari morissero tutti, come i più illustri scienziati spesso ripetono sui mass media). Grazie al Green Pass si potrà finalmente dire: avete visto? Le terapie intensive sono piene di non vaccinati (che avete infettato voi tramite il Green Pass, ma questo – ovviamente – non lo direte).
In conclusione: il Green Pass non ha – in base alle affermazioni stesse di chi lo ha imposto – il benché minimo presupposto sanitario. Anzi, per le questioni sanitarie è drammaticamente dannoso. Dal punto di vista funzionale, è il passo logico finale. La quadratura del cerchio.
E, d’altra parte, malgrado la lettura che ci hanno indotto dicesse esattamente il contrario, quasi due anni di catastrofica gestione di una malattia pericolosissima (che ha effetti mortali su un’ampia fascia della popolazione) avevano in realtà questo obiettivo preciso, dovevano portare esattamente qui: all’imposizione di uno strumento che dica se tu puoi accedere a quei diritti che prima erano garantiti dalla Costituzione. Questo era l’obiettivo, e questo è stato raggiunto.
E non è un caso che sia l’Italia l’unico paese al mondo (di fatto) ad averlo spinto fino alla distruzione dei principi fondamentali ed inalienabili del suo sistema civile. Perché l’Italia è forse l’unico paese al mondo dove si sommano due effetti altamente nocivi. La “Sindrome di Stoccolma” e l’effetto “Pifferaio di Hamelin”.
La prima, è noto, è quella sindrome che porta la vittima ad innamorarsi del carnefice. Non trovo altro modo di descrivere l’infatuazione degli italiani, tutti, a tutti i livelli, per Mario Draghi. Attenzione perché non è un’infatuazione recente, eh? Ha origini antiche. Ha origini ai tempi del “whatever it takes”, che tutti hanno pensato fosse una formuletta magica di salvezza per il nostro paese, e invece era la costruzione delle fondamenta per la sua distruzione e per il suo asservimento totale e irreversibile alla speculazione economica e finanziaria. Ma Draghi a capo di un Governo privo di opposizione, sostenuto dai partiti che hanno vinto le elezioni perché nel programma avevano una fiera opposizione a tutto ciò che Draghi rappresenta ed è… come altro si può definire se non Sindrome di Stoccolma?
A questo effetto che, se diffuso a livello di popolazione è già pernicioso di per sé, in Italia – in una pulsione masochistica – aggiungiamo quello del “Pifferaio di Hamelin”. Questo, lo ammetto, l’ho creato io, ma descrive perfettamente la situazione. Di fronte ad un problema risolvibile, abbiamo invocato ed acclamato qualcuno che prima di tutto lo ha reso irrisolvibile (gestendolo in modo catastrofico) e poi ci ha imposto una cura che ha l’effetto contrario a quello sperato e che, di più, crea danni irreversibili al sistema sociale e civile, da cui sarà impossibile riprendersi. E niente. Anestetizzate dall’informazione di massa, che 24 ore su 24, 7 giorni su 7, continua a fare una narrazione divenuta vera solo grazie a questa ripetitività, rese sorde e cieche da una paura indotta da questa informazione, le persone si sono buttate a sostenere uno strumento che, quanto alle loro paure, ha l’effetto esattamente opposto a ciò che gliele farebbe passare e che, quanto alle conseguenze civili, crea ferite insanabili.
Non ascoltano, non si fermano a pensare, non provano neanche a guardarsi indietro.
Ci sono gli indifferenti, quelli ci sono sempre stati, quelli che non sanno cosa sia la Costituzione, che non hanno mai capito la sua importanza, l’importanza delle sue conseguenze, non hanno capito che se vivono come vivono e hanno ciò che hanno, lo devono anche (soprattutto?) a quella Costituzione di cui non conoscono l’esistenza.
Ma ci sono anche quelli che la Costituzione la conoscono bene. Quelli che nel tempo si sono opposti fieramente a chi cercava di stravolgerla. Quelli – per fare un esempio recentissimo – che si scagliarono con veemenza contro Renzi nel suo scellerato tentativo di sventrarne una parte. Li ricordo tutti. E questo è solo l’esempio più recente che mi viene in mente. Ma li ricordo, li ricordo tutti e ricordo benissimo le lotte e le insurrezioni. Tutto sparito, tutto cancellato. Quattro articoli della Costituzione (i primi 4, non 4 articoli a caso… e a limitarmi ai primi 4 sono ottimista) strappati e calpestati sotto i piedi, e niente: encefalogramma piatto.
Si continua a rispondere “vaccinatevi” rifiutandosi di pensare, di ascoltare, di capire. Rifiutandosi di vedere, in ambito sanitario, gli effetti reali del Green Pass. Ma soprattutto dimenticandosi che sopra ai diritti fondamentali e inalienabili di uno Stato non si può passare. Mai. Per nessun motivo. Senza alcuna eccezione.
Ogni tanto penso a quante persone si staranno rivoltando nelle tombe. Penso ai De Andrè e ai Bertoli, penso ai De Gasperi e ai Pertini, ai Tupini e ai Terracini (chi erano costoro? Andateli a cercare!), ai Pasolini e ai Rodotà, ai Falcone e ai Borsellino. E mi sento un alieno. Sento che il 95% del mondo che conoscevo, che credevo mi appartenesse, non esiste più, mi è ostile, non può più avere niente in comune con me, perché non ne condivide in alcun modo le radici.
Sento ogni tanto, e ho quasi un brivido, qualche vaccinato sostenere che non presenterà il Green Pass per lavorare, perché è una barbarie. Ma sono mosche bianche.
Non c’è niente da fare. La paura è una brutta bestia e, tra Stoccolma e Hamelin, si finiscono per fare errori enormi, arrivando a negare le proprie stesse radici.
Autore: Massimo Calisti