Chi offre di meno?


Alla ricerca dei benefici da vaccino perduti.


È assurdo constatare come, per quel che riguarda la strategia per uscire dalla pandemia, si sia andati verso una sorta di asta a ribasso, compiuta da coloro che avevano sentenziato che l’unico modo per uscire dalla “peste” fosse quello di trovare un vaccino, ignorando, attaccando e infine ghettizzando quella parte di scienza che puntava a trovare cure contro la Covid-19.

Ricordo ancora la storia del “una cura implica che ti prendi la malattia, un vaccino non te la fa prendere: questa è la differenza tra cura e prevenzione“.

Iniziarono con la storia dell’immunità di gregge, poi scesero di un gradino affermando che comunque un vaccinato aveva poche o nulle possibilità di contagiare ma comunque doveva rispettare le stesse regole di distanziamento di un non vaccinato.

Piano piano iniziarono a dire che anche il vaccinato può normalmente contagiarsi (e di conseguenza contagiare) ma evita la malattia grave.

Ora siamo all’ipotesi terza dose dopo i vari episodi che vedono gruppi di persone completamente vaccinati ammalarsi, anche con conseguenze severe, gravi e addirittura mortali.

Premettendo che ovviamente nessuno spera nel fallimento dei vaccini, è ovvio che qualcosa non vada nel filo logico della narrazione a senso unico che vede CTS vari e organi di stampa sempre più somiglianti a slinguazzanti “orgasmi di stampa”.

La verità, sotto gli occhi di tutti, è che il vaccino non serve a immunizzare, non serve a proteggere gli altri, non serve a creare un ambiente sicuro.

Il vaccino serve solo e soltanto (non sto dicendo che sia poco) a proteggere sé stessi in maniera preventiva. In pratica una cura che qualcuno si somministra prima ancora di ammalarsi ma a tutti gli effetti una cura.

Dunque allo stato attuale e visti i risultati dei vaccini, qual è la differenza tra “cura” e “prevenzione”?

Se vogliamo parlare di prevenzione bisogna capire che tutti i milioni che si sono spesi per una “cura vaccinale”, si potevano spendere in potenziamento di infrastrutture, strumenti e soprattutto personale medico.

Questa è vera prevenzione poiché fa sì che una Nazione potrà trovarsi pronta per la prossima pandemia, perché, se è vero che attualmente l’indice sul quale ci si basa per alzare o togliere le regole di distanziamento evari è quello della proporzione “terapie intensive occupate/libere”, è pur vero che questo indice lo puoi abbassare non soltanto dimettendo i pazienti ma anche aumentando i posti letto.

Senza contare il fatto che questo potenziamento gioverebbe sia in situazioni normali (che in Italia risultano comunque emergenziali… oppure solo io ho aspettato sei mesi per una lastra?) che in altre eventuali pandemie.

Andrà tutto pene


Autore: Dimitri Pizzati

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