Fine spiegato semplice.
di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)
All’interno di quella che ormai risulta chiaramente una riforma della giustizia volta a consolidare l’attuale sistema di potere che da oltre tre decadi si è impossessato delle nostre istituzioni, arriva come un fulmine a ciel sereno per coloro che intenderanno accedere alla professione di magistrato, l’introduzione dei test psicoattitudinali.
Il provvedimento in sé stesso sarebbe anche legittimo e dovuto, se non rappresentasse, come di consueto, l’ennesima pensata dei nostri governanti funzionale al sistema stesso, per pilotare ancora più facilmente le nomine verso la scelta dei soggetti più graditi. E la notizia sarebbe anche passata sottotraccia se non fosse per la forte e sempre diretta reazione del procuratore di Napoli Nicola Gratteri, fin dall’inizio ferreo oppositore di questa riforma della giustizia di chiara matrice massonica partorita a cavallo di due governi nel segno della continuità.
Lasciato solo a contrastare questa riforma dalle maglie sempre più larghe riguardo all’impunità di colletti e di chi gestisce la cosa pubblica – da tempo pianificata dal nostro deep state – il Pm più famoso d’Italia, non ha risparmiato dure critiche ad entrambi ministri che l’hanno confezionata: Marta Cartabia che ne ha avviato l’iter durante il governo Draghi e Carlo Nordio che la sta portando a conclusione con l’attuale esecutivo.
“Se vogliamo farli per tutti i settori apicali della pubblica amministrazione sono favorevole, però facciamoli anche per chi ha responsabilità di governo e della cosa pubblica” – tuona Gratteri, aggiungendo: “Facciamo anche il narco test e l’alcol test, perché uno che è sotto l’effetto di stupefacenti non solo fa ragionamenti alterati ma può essere anche sotto ricatto. Dunque, visto che ci troviamo, anche facciamo anche narco test e alcol test”. [1]
Se il primo capoverso delle dichiarazioni di Gratteri è un inno alla Giustizia con la “G” maiuscola, il secondo è certamente configurabile come una delle idee più brillanti, per portare a termine forse, quello che è uno dei sogni più ricorrenti di molti italiani che oggi non votano più: ovvero sbarazzarsi di questa classe politica.
E’ chiaro in primis, che se i nostri governanti avessero voluto essere credibili e giusti, in contemporanea all’introduzione dei test psicoattitudinali per i magistrati, avrebbero dovuto decretarli per legge anche nei confronti di qualsiasi soggetto che si trovi a gestire la cosa pubblica.
Ma quello che ha fatto più male a chi gestisce il potere non è certo la prima parte delle dichiarazioni di Gratteri, bensì la sua proposta successiva a dir poco provocatoria. Tanto forte e dirompente la proposta, al punto che le parole del magistrato più scortato d’Italia, pare addirittura siano state nascoste dal direttore di Rainews24 – il meloniano Paolo Petrecca – prontamente accusato dal sindacato dei giornalisti della testata all news di viale Mazzini, dopo una rivolta del Consiglio di direzione. [1-ibidem]
“sono un fatto di cui bisogna dare conto in nome della libera informazione; una notizia ampiamente raccontata dai principali tg e siti d’informazione. Un’informazione che i nostri utenti non trovano, e anche per questo motivo decidono sempre di più di informarsi altrove – riporta la nota del Cdr – A un certo punto nei nostri notiziari le dichiarazioni di Gratteri sono scomparse. Ci chiediamo perché? Sul sito RaiNews.it la notizia è stata data solo grazie alla pubblicazione del servizio del Tg3 delle 19″.[1-ibidem]
Insomma, dalle dichiarazioni appena riportate il nostro servizio pubblico non pare essere così diverso da quello che la nostra premier ci descrive essere in Russia, paese oggi nemico numero uno dell’occidente e dell’attuale governo.
Ma torniamo alla proposta di Gratteri, la quale, sono certo, sta facendo correre brividi gelati lungo la schiena dei nostri politici. Conoscendo la preparazione del procuratore di Napoli in tema di contrasto al traffico di stupefacenti e quindi ben conscio dei canali dove si sviluppa il loro consumo nel nostro paese, credo proprio che con le sue parole sapesse benissimo dove sarebbe andato a colpire.
Secondo il Global Drug Survay 2018 (una delle più importanti compagnie di studi di ricerca nel settore della droga e dell’alcool con sede a Londra), in rapporto alla popolazione l’Italia è il paese che fa più consumo di cocaina in Europa, mentre nel mondo ci battono, in questa poco gratificante classifica, solo Stati Uniti e Canada. [2]
Questi dati Gratteri li conosce benissimo, visto che per anni nella sua precedente procura (quella di Catanzaro, ndr), è stato stabilmente sulle principali rotte del narcotraffico, che vedono proprio il porto calabrese di Gioia Tauro e le cosche dell’ndrangheta, leader mondiali del commercio di droghe.
Parliamoci chiaro: se il paese in profonda crisi economica ormai da decadi, è in vetta alla classifica dei consumi di cocaina – visto che al grammo pare costare poco sotto i 100 euro – a consumarla è molto più probabile che siano coloro che beneficiano di entrate e stipendi ben oltre la media come i nostri politici, che il precario o il padre di famiglia che non riesce ad arrivare a fine mese.
«Una persona sotto l’effetto di stupefacenti può fare dei ragionamenti sbagliati» – afferma Gratteri poche sere fa al Tg1, riferendosi a chi ha il compito di gestire la cosa pubblica. Non solo aggiunge: «Una persona può essere ricattata se viene fotografata, se è stata fotografata vicino a della cocaina»[3]
In queste dichiarazioni non esiste iperbole, ovvero il magistrato non sta affatto sconfinando nell’esagerazione ma da esperto della materia, ci pone di fronte ad una realtà più che concreta. Una realtà che nel suo lavoro chissà quante volte avrà già visto.
Che i sistemi di potere e per inciso quello massonico, trovino la loro linfa vitale per restare costantemente in piedi, per mezzo dell’uso della tecnica ricattatoria, è ormai una sentenza inappellabile. Ed il rischio che molti dei nostri governanti, chiaramente appartenenti al sistema, possano essere soggetti a tali meccanismi è più che concreto.
Del resto i ben noti “festini” a base di sesso e droga conditi dagli ormai – sempre più facili da ottenere – video ricattatori, dove si contestualizzano i peggiori vizi di chi vi partecipa, non sono certo favole contenute nei libri delle fiabe che si raccontano a piccoli.
Spesso, tutti noi che vorremmo un vero cambiamento in quello che è lo status attuale di devastazione morale che caratterizza le nostre istituzioni, ci chiediamo come possiamo liberarci in modo democratico della classe politica che appunto ci ha condotto in questa drammatica realtà.
Bene, la proposta di Gratteri che prevede di sottoporre a narco test ed alcool test chi gestisce la cosa pubblica, è certamente un passo fondamentale verso questa direzione, che tutti noi dovremmo assolutamente sostenere e pretendere di renderla effettiva attraverso un provvedimento immediato da parte del governo.
di Megas Alexandros
Note:
[2] Consumo di cocaina, Italia primo paese in Europa e terzo al mondo (money.it)
Fonte: comedonchisciotte.org