Fine spiegato semplice.
Nei primi sei mesi di quest’anno le compravendite di abitazioni sono calate del8,7% al confronto dello stesso periodo del 2022. E’ il dato riportato dei dati statistici notarili, mentre per i mutui si registra un vero e proprio tracollo, -29,5% sempre rispetto al primo semestre 2022. Acquisto seconde case -15,3%. La compravendita di immobili è previsto in ulteriore calo in questo secondo semestre perché si prevede si attesterà a -10,5%.
Per il 2024 l’Italia mette in programma la crescita più bassa del PIL di tutta l’eurozona, +1,2% in confronto al +1,4% della Francia +1,6% della Germania e +2% della Spagna.
Facciamo il punto assieme a DAVIDE ROSSI analista politico e scrittore, autore del canale Telegram https://t.me/daviderossilib
Conduce CARLO SAVEGNAGO
Trascrizione del video
Benvenuti amici del Vaso di Pandora, ben ritrovati. Siamo ancora in compagnia oggi di Davide Rossi per affrontare, intanto saluto Davide, ciao, ciao, benvenuto. Ciao. Allora, è notizia, diciamo è un’indiscrezione di chi ha avuto modo, Lance l’ha rivelato in realtà, che ha avuto occasione, l’opportunità di guardare, monitorare in anteprima i dati statistici notarili. Nei primi sei mesi di quest’anno la comprovendita di abitazioni è calata dell’8,7% al confronto dello stesso periodo del 2022. Per quanto riguarda poi i mutui, si regista in questo caso un vero e proprio tracollo perché parliamo del meno 29,5% di mutui attivati rispetto al primo semestre del 2022, solo quindi rispetto a un anno prima. Davide, possiamo già, già da questi dati potremmo fare un’analisi ad ampio spettro. Comunque questa è proprio una fotografia tridimensionale, diciamo, rivelatrice dello stato dell’economia patrimoniale, economico di noi italiani, delle famiglie italiane. Sì, tra l’altro io ho letto anche, oltre a questo dato, un ulteriore dato dell’associazione dei notai, che fa una proiezione del calo delle vendite per l’intero 2023, rispetto al 2022 scenderebbero del 10,5% le comprovendite, quindi una flessione molto importante se consideriamo che siamo all’inizio della fase di aumento dei tassi di interesse per ricevere, per ottenere i mutui. Questo è un tema cruciale, che non è un tema solo economico, è un tema politico, perché come sempre, d’altro canto, l’attacco alla proprietà immobiliare degli italiani è in atto da molto tempo e sta arrivando ad una fase piuttosto concreta, perché non siamo semplicemente in un periodo di rialzo dei tassi che rende più difficoltoso sostenere la rata di mutuo, intanto diciamo che ci sono molti italiani, moltissimi italiani che negli anni scorsi, anche recenti, hanno stipulato mutuo e tasso variabile, che oggi fanno molta fatica a continuare a pagare le tasse, perché hanno visto la loro rate anche raddoppiare in tanti casi, quindi c’è un problema intanto sociale, quindi capire quanti saranno da qui a uno, due, tre anni gli italiani, i proprietari di casa, che riusciranno a mantenere la proprietà sulle proprie abitazioni dal momento che potrebbero non essere più in grado di sostenere le rate dei mutui, ma dicevo più in generale c’è un attacco alla proprietà immobiliare ampio, che non è una fase di rialzo dei tassi di interesse, c’è ben altro dietro, anzi attorno, ed è il fatto che tutta una serie di misure in particolare, come sempre dell’Unione Europea, tendono a rendere più difficoltoso e a scoraggiare il fatto che uno possa permettersi di avere una casa, e questo per noi in particolare, per noi italiani è veramente una rivoluzione, lo sappiamo tutti, quanto per noi sia importante avere una proprietà, almeno una proprietà dove abitiamo, a casa in cui abitiamo sia di nostra proprietà e non in locazione, come invece è più diffuso in altri paesi europei, questo è un fatto quindi culturale, un fatto identitario dell’essere italiani, ed è un fatto anche legato a come noi percepiamo e viviamo la famiglia, l’istituzione famiglia, quindi attaccare la possibilità di avere un’abitazione di proprietà significa proprio mettere in discussione il nostro stile di vita e i nostri tratti identitari, per questo dicevo che è un fatto anche politico, non solo economico, e la casa è sotto attacco da tanto tempo, noi ci siamo chiesti negli anni passati come mai ad esempio ci fosse un particolare accanimento nelle misure restrittive durante la cosiddetta pandemia in Italia, più ancora che in altri paesi europei, perché l’Italia era questo laboratorio, per una serie di ragioni, io nei miei libri ho cercato di indicare quali, una di queste che ho fin dall’inizio individuato è la nostra ricchezza privata, che è stata quantificata negli anni passati in un range che andava dai 9 ai 10 mila miliardi di Euro, tra attivi finanziari investiti, quindi in attività finanziarie ottenuti fermi nei depositi e nei conti correnti e soprattutto patrimonio immobiliare, quindi questa ricchezza fra i 9 ai 10 mila miliardi di Euro prevalentemente in immobili ovviamente fa gola, fa gola a una serie di soggetti ovviamente e soprattutto serve se intacchi quella ricchezza privata, tu indebolisci e quindi rendi esposta agli attacchi una popolazione. La proprietà immobiliare quindi è sotto attacco perché sono aumentati i tassi di interesse, l’abbiamo detto e quindi non ci si può più permettere di acquistare una nuova abitazione o di mantenere quella che avevamo iniziato a pagare con un mutuo, ma è sotto attacco forse ancora di più dalle scelte che l’Unione Europea sta facendo. Gli obblighi di efficientamento energetico che ancora non sono stati approvati perché per fortuna nel Parlamento Europeo ci sono delle forze politiche che si oppongono, si stanno opponendo, altrimenti avremmo già avuto approvata la prima bozza che circolava l’anno scorso o due anni fa, adesso non ricordo che prevedeva addirittura il divieto di alienazione della propria casa o di locazione di un’abitazione di proprietà se tu non raggiungevi certi standard energetici, questo era il primo obiettivo che si è cercato di perseguire. Quindi l’efficientamento energetico e in generale lo scoraggiare, l’essere proprietario di abitazione, considerato una cosa obsoleta, considerato una cosa che inquina, considerato e questo è un messaggio rivolto soprattutto ai giovani, come un qualcosa che ti vincola su un territorio e ti impedisce di cogliere le opportunità che il mondo invece ti può offrire, quindi è un lavoro, è un attacco questa proprietà privata che viene da un punto di vista politico, economico, finanziario e culturale e perché avviene? Non avviene solamente come detto poco fa per aggredire la nostra ricchezza privata, avviene anche come detto per indebolire la nostra identità, la nostra idea di famiglia e avviene anche forse soprattutto, questa è la terza motivazione secondo me, per renderci persone meno libere, perché se tu hai un tuo piccolo patrimonio immobiliare che può andare dalla sola casa in cui abiti, che magari hai già finito di pagare o ti puoi permettere di acquistare senza accedere a un mutuo, ad avere più proprietà, due proprietà, tre proprietà, quattro proprietà che ti potevano dare un reddito, questo fa di te rispetto ai poteri statuali e ai poteri bancari, una persona forte, più libera. Infatti Davide c’era un po’ il detto che adesso purtroppo è destinato a cadere in disuso, a quanto pare, quando uno parla della sua casa, dentro alla sua casa dice da qua non mi manda via nessuno, adesso bisogna cominciare a mettere dei forti di stimbo direi. Sì, la direzione è quella, anche qui come abbiamo detto in altre occasioni, cerchiamo di non generare ansia, una volta che abbiamo individuato qual è la manovra politica in atto, chiaro che il primo passaggio è sempre capire quello che sta accadendo, perché se uno non lo capisce e veramente crede che il tutto sia per salvaguardare l’ambiente, è chiaro che è più esposto, ma se una volta che ha compreso questo, poi inizia intanto a… io penso che una cosa importante sia anche cercare di vivere la propria giornata, non focalizzandosi su queste ansie, perché tutto quello che avviene, tutto quello che avviene, le guerre, gli attacchi di cui stiamo parlando adesso in questa puntata della proprietà nostra privata etc., sono sì finalizzati a dei risultati materiali, che sono quelli di cui parliamo, ma sono anche finalizzati a tenerci costantemente in uno stato di paura, di preoccupazione, quindi con un’energia molto bassa, questo forse è il motivo principale per cui vengono fatte queste cose, quindi noi è importante che lavoriamo per non stare su questo livello di energia bassa e una volta che abbiamo capito come funzionano i meccanismi, cerchiamo di ignorarli per il resto della nostra giornata e per quello che è necessario, organizzarci per non subire i contraccolpi di quelle politiche, qui poi entrano in campo i vari esperti del settore cui possiamo rivolgerci, oltre che studiare noi, per mettere in atto quelle contromisure che sono necessarie per salvaguardare il nostro patrimonio, il tutto però passa secondo me da una presa di consapevolezza che è quella che dovrebbe portarci mano a mano a renderci autonomi dall’idea che ci sia uno Stato o una banca centrale a cui noi dobbiamo rivolgerci o per chiedere degli aiuti o per lamentarci o per accusarli che non ci aiutano abbastanza. Se vogliamo fare un percorso di autonomia, se vogliamo non essere preda delle basse energie di questi poteri, noi dobbiamo capire che dobbiamo gestire la nostra vita e risolvere i problemi che mano a mano si manifestano da soli, da persone adulte, senza chiedere che il babbo Stato intervenga per risolverci i problemi, tanto il babbo Stato non ce li risolve, anzi ce li aggrava. Abbiamo capito, quantomeno un babbo Stato è dipendente assolutamente all’Unione Europea, che è l’origine un po’ di tutte queste… quindi la parola d’ordine è informarsi e dopo cercare invece le opportunità e le contromisure. Ci fermiamo per alcuni secondi e poi torniamo con l’intervista. In ogni caso, Davide, la tendenza almeno per il breve-medio termine per quanto riguarda gli immobili potrebbe essere di un ulteriore peggioramento sulla compravendita e sull’erogazione dei mutui, perché leggevo le stime, riportato ieri proprio su Il Sole 24 Ore, per il 2024 l’Italia mette in programma la crescita addirittura più bassa di tutta l’Eurozona, appena un più 1,2% in confronto a un certo non entusiasmante più 1,4% della Francia, più 1,6% della Germania e un più 2% della Spagna. Crescite estremamente modeste anche queste, di questi altri paesi, ma comunque per quanto poco migliori. Poi tra l’altro sappiamo benissimo che le stime poi nel seguito vengono riviste al ribasso ulteriormente. Quando ho letto le previsioni del più 1,2, che vuol dire paese fermo, mi è venuto in mente quello che già subito dopo il periodo della pandemia, quando c’era stata una teorica grande ricrescita, era quella che Gilberto, i nostri ascoltatori, lo sanno benissimo dagli anni scorsi, quella che Gilberto Trombetta definiva il rimbalzo del gatto morto. Il rimbalzo del gatto morto è già finito oltretutto, più 1,2 direi che dice tutto. Anche perché hanno provveduto a smontare quello che era l’unico vero strumento che a me non piace, però il rimbalzo del pil era dovuto principalmente, se non quasi esclusivamente, al super bonus. Era il super bonus che stava tirando il pil attraverso i bonus, i sussidi che venivano dati a chi ristrutturava casa. Quindi avendo smontato quello, addirittura avendolo reso un boomerang, perché io conosco non poche situazioni dove condomini interi si sono trovati a metà del guado nel passaggio nei vari cambiamenti che i vari governi, prima quello Draghi e poi questo della Melonia, hanno fatto il super bonus e quindi quello che era il principale fattore di droga della nostra crescita del pil è stato smontato e reso addirittura un boomerang per tanti cittadini. Quindi quella crescita del pil era dovuta a quello strumento stasso smontato. Io faccio notare questo dato del pil più basso, la crescita del pil più basso in Europa segue un trend che è quello con cui ci confrontiamo mai da parecchio tempo, che è un trend di un messaggio che viene dalla politica, che viene dai padroni del discorso pubblico, che è di povertà, di impoverimento, di scarsità. Vi ricordate anche il famoso da parte di Draghi volete la pace o il condizionatore, ad esempio. Il messaggio che passa, il messaggio che viene dato è un messaggio di povertà, è un messaggio di scarsità. Uno si chiede il perché, perché lo Stato, i poteri bancari dovrebbero desiderare una società che si impoverisce? Evidentemente perché se si impoverisce vuol dire che si trasferisce ricchezza da chi la detiene in questo momento in altre mani e siamo dentro un meccanismo di trasferimento di ricchezza dal certo medio a un’elite sempre più ristretta che va avanti da un po’ di anni. Ormai è un drenaggio proprio. Sì e faccio notare quest’ultima cosa perché i messaggi sono davvero importanti, al di là dell’esaminare i dati, i curvi dati, la crescita più bassa eccetera, quello che conta è il messaggio che si manda alla popolazione e questo trend per cui tu vuoi abituare le persone a diventare più povere va avanti da tempo. Non a caso in questi anni è aumentata la demonizzazione dell’unico periodo storico degli ultimi 40 anni circa dove invece il messaggio era opposto. Mi riferisco agli anni 80, io sono un figlio degli anni 80 e qui in quel decennio il messaggio era di ottimismo, il messaggio era che tu avevi il diritto di migliorare il tuo benessere a livello sociale, a livello economico. C’era un clima, chi l’ha vissuto se lo ricorderà, ma anche chi non l’ha vissuto e magari lo vuole studiare, vuole vedersi i filmati di allora, i film di allora, qual era la pubblicità di allora, era un messaggio improntato all’ottimismo e al fatto che tu potevi in quel tipo di società occidentale, cosiddetta dei consumi, migliorare il tuo status sociale e vivere bene, vivere felice, vivere eccetera. Negli anni successivi, passato questo periodo, si è entrati in una fase invece di messaggio al grande pubblico completamente diverso, che è quello di scarsità che dicevo prima, progressivamente è avvenuto, adesso è proprio palese ed è sempre più forte, accompagnato a una demonizzazione di quel decennio. Quel decennio viene continuamente denigrato l’edonismo. Si, è trattato proprio in maniera sprezzante la Milano da bere. La Milano da bere, l’edonismo regagnano, il consumismo, il famoso liberismo che in quegli anni sarebbe stato particolarmente incentivato dalla Thatcher e da Reagan. Tutto quel… quindi visto come un decennio di futilità, di vacuità, di stare sul consumismo fine a se stesso, che viene portato avanti questo messaggio di denigrazione degli anni 80, proprio dal mainstream. Era giustificare le nuove politiche, la nuova tendenza ovviamente, adesso siamo tutti invitati invece a essere sobri, a non consumare, a scarsità appunto, chiediamoci. A essere equilibrati, ecco che anche quello è un vocabolo, Davide, della neolingua. Equilibrio, cosa vuol dire equilibrio? Equilibrio è un termine neutro, equilibrio può essere addirittura, in certi casi può essere addirittura un fattore negativo anche per certi… più che equilibrati, moderati. In certi casi moderati può essere un fattore negativo addirittura. Perché ti invita a non sognare, a non vedere per te… ad uniformarsi, il moderato è quello che è sempre uniformato diciamo. Infatti l’esempio di uniformità, di piattume, di omologazione che ci viene dato invece è riferito a quegli anni, esempio il Paninaro, alle firme. Io non voglio dire che quel modello fosse un modello fantastico, però devo dire che in quegli anni l’energia che girava era un’energia buona, era un’energia di ottimismo. Adesso è tutto pessimismo, adesso è tutto pessimismo e questo si associa alla demonizzazione. Anche tra i nostri, sono convinto, tra i nostri ascoltatori, qualche volta l’ho letto, quel decennio e i leader politici di quel decennio, non a caso c’è stata anche la demonizzazione di Craxi negli anni successivi, Craxi, Tatcher, Reagan, sono oggi indicati dal mainstream, ed è passata nell’immaginario dell’opinione pubblica, come leader negativi, come leader che hanno macellato, hanno fatto macelleria sociale e hanno favorito un certo establishment. Sta di fatto che in quegli anni stavamo tutti bene, negli anni 90 stavamo ancora abbastanza bene e poi mano a mano che quel tipo di mondo è stato abbandonato, demonizzato, criticato e si è entrati dentro un’altra frequenza energetica, le cose sono cominciate rapidamente a cambiare. Sì, assolutamente. Io guarda, anagraficamente faccio ora, faccio in tempo a ricordarmi anche almeno la parte finale degli anni 70 invece, e ti posso riportare la mia esperienza che negli anni 70 magari in un certo senso c’era un po’ meno ottimismo ma c’era più libertà, si respirava ancora di più il senso di libertà, è proprio una sensazione, un vissuto di libertà che io già negli anni 80 non vivevo più, anche se gli anni 80 erano più ottimistici ma c’era anche una componente un po’ artefatta, un po’ forzata di ottimismo, però negli anni 70 la parte finale insomma, quanto meno, dove io cominciavo un po’ ad avere percezione e coscienza delle cose, la ricordo come un periodo di grande libertà veramente. Deve essere stato molto interessante, molto bello in questo senso poter vivere gli anni 60, ma lì ovviamente io c’ero già, c’ero già ma ero troppo, non avevo la coscienza, non avevo la coscienza di quella fase storica e quindi stiamo, abbiamo proprio per prendere le tue parole, preso un’energia sempre, ci siamo incanalati su un’energia proprio vibrazionale, di anima anche sempre più bassa, questo è quello che anche tu percepisci e porti nelle tue analisi. Il discorso pubblico va in quella direzione in maniera sempre più smaccata, allora noi dobbiamo andare sistematicamente nell’altro. Esatto, esattamente, parola, chiudiamo con questa regola aurea, il trend che ci vogliono impore a livello mediatico, noi dobbiamo proprio prenderlo dalla parte opposta, questo è il messaggio direi perfetto per la chiusura del nostro appuntamento in questo caso domenicale, grazie molte Davide Rossi, a presto. Grazie, grazie a tutti voi amici ascoltatori.