Sono un collega delle persone sospese dal lavoro dall’Universita’ di Udine per non “aver adempiuto all’obbligo vaccinale”, come preannunciato qualche giorno fa dai quotidiani locali: in prima pagina e con titolo a sette colonne. Come loro ho scelto di non sottopormi all’obbligo vaccinale. C’è chi, tra i sospesi ed i non, lo ha fatto per fondate paure per la salute, dato il proprio stato sanitario; c’è chi, visti l’eta’ e la condizione fisica, ha considerato un rapporto tra benefici e rischi del “vaccino” sfavorevole; c’è chi, indeciso, ha reagito con un rifiuto all’imposizione di forza.
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Si coglie in simili atteggiamenti, comuni a decine di milioni di italiani, una sorta di morte dell’umanità nelle persone. O almeno di quella parte della stessa che rende piacevoli, o, ameno, sopportabili le relazioni interpersonali: la capacità di ragionare e di discutere, l’empatia che genera dispiacere personale nel vedere le sofferenze altrui. Sono scomparse per lasciare spazio solo ad un’isterica rabbia, in cui si scaricano le paure, i dubbi e le tensioni accumulate in due anni di bombardamenti di informazione ansiogena e falsa.[…]
I miei colleghi sospesi hanno deciso di dire no a tutto ciò. E come loro, almeno un altro milione di connazionali. Lo hanno fatto convinti che quando lo Stato impone una legge ingiusta, la disobbedienza civile è un diritto ed un dovere dei cittadini, come Aldo Moro volle fosse scritto nelle minute della Costituzione.
Grazie a tutti loro per tale disobbedienza civile, che difende la libertà e la dignità di ognuno.
Prof. Mario Gregori